AREA MILANO - SEZIONE CULTURA E TEMPO LIBERO – GRUPPO TEATRO - CIRCOLARE N°  375  -  5.12.2003

 STAGIONE : 2003/2004                                                            AUDITORIUM DI MILANO 

 Proposta n° 10                                                                                                               L.go Gustav MahlerMILANO

 

TRAM: 3 e 15 fermata davanti all’Auditorium; 29 e 30  fermata P.le XXIV Maggio –BUS: 59  -  FILOVIA: 90 e 91

DOMENICA 4 gennaio 2004 – ore 16.00

LA DOMENICA IN CONCERTO

 

 

 


Direttore: Riccardo Chailly - Direttore del Coro: Romano Gandolfi

 

Gioachino Rossini Inno a Napoleone III-Canto dei Titani-Inno all’Italia e alla Francia- Stabat mater                         

Soprano: Cristina Garrardo-Domas - Mezzosoprano: Sara Mingardo

Tenore:Roberto Aronica - Basso:Ildar Abdrazakov -Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi

Rossini  (Gioacchino), compositore italiano (Pesaro 1792 - Parigi 1868). Figlio di un suonatore di tromba e di corno, Giuseppe, fervente giacobino, e di una cantante, Anna Guidarini, ebbe i primi insegnamenti musicali (spinetta, canto, violino, ecc.) a Bologna e a Lugo da oscuri maestri. Solo più tardi, stabilitasi la famiglia definitivamente a Bologna divenne allievo di padre Tesei (appartenuto alla scuola del Mattei) e in seguito, dopo essersi iscritto (1806) nella classe di violoncello di quel liceo musicale, proseguì gli studi di contrappunto sotto la guida dello stesso padre Mattei. Nei tre anni di studio compiuti con quest'ultimo aveva portato a termine diversi lavori: due sinfonie, arie, variazioni per fiati, la cantata Il pianto d'Armonia sulla morte d'Orfeo e varie parti dell'opera Demetrio e Polibio, poi rappresentata a Roma nel 1812.. Alla sua prima opera, La cambiale di matrimonio, che ottenne a Venezia nel 1810 un caldo successo, fecero seguito in pochi anni L'equivoco stravagante (1811) e L'inganno felice (1812), che segnò la prima vera affermazione del giovanissimo autore. Dopo la fredda accoglienza dell'opera seria Ciro in Babilonia (1812), e dopo La scala di seta (1812), ottenne un vero e proprio trionfo, perdurato per le cinquanta recite consecutive alla “prima”, con La pietra del paragone (1812), che gli aprì le porte della Scala di Milano, e gli valse persino l'esenzione dal servizio militare. Ma soprattutto pregevoli, tra le numerose opere di questi anni, scritte alternativamente per Venezia e Milano, sono L'italiana in Algeri (1813) e Il turco in Italia (1814) e, nel genere serio, Tancredi (1813). Nel 1815, accettata una vantaggiosa proposta dell'impresario del San Carlo di Napoli Domenico Barbaja, che lo impegnava a comporre due opere all'anno, si stabilì in quella città, ove esordì con Elisabetta, regina d'Inghilterra, da considerarsi con Tancredi la migliore opera seria del primo periodo italiano. Al successo contribuì, oltre all'abilità del compositore nel conformarsi al gusto del pubblico napoletano, l'interpretazione di Isabella Colbrán, amante del Barbaja e più tardi moglie di Rossini, per la quale il musicista avrebbe scritto gran parte delle opere successive tra cui Armida(1817). Dopo Torvaldo e Dorliska, composto per il teatro Valle di Roma (1815), s'impegnò con l'impresario del teatro Argentina, il duca Sforza Cesarini, per una nuova opera comica su libretto di Cesare Sterbini. Il massimo capolavoro rossiniano, Il barbiere di Siviglia, composto con rapidità veramente eccezionale (in una ventina di giorni), andò in scena nel 1816 con premesse tutt'altro che buone. Nonostante il rispettoso cambiamento del titolo in Almaviva ossia L'inutile precauzione effettuato dai due autori per non offendere la suscettibilità di Paisiello, che ne era stato il primo autore, e una “premessa” al pubblico per giustificare la scelta del soggetto, il partito del vecchio maestro montò un'accesa campagna contro il ventiquattrenne compositore e la “prima” dell'opera, anche a causa di una serie di piccoli, casuali incidenti, si risolse in una vera catastrofe. Riscattatasi tuttavia fino al trionfo nelle repliche successive, essa apparve ben presto come una delle massime vette del teatro musicale italiano. Presente ormai sulle scene di tutta Italia (negli anni 1816-1822 Rossini aveva presentato con alterna fortuna numerose altre opere, cogliendo entusiastici consensi con autentici capolavori quali Otello[1816], Cenerentola [1817], La gazza ladra [1817] e Mosè in Egitto [1818]), la sua fama si era diffusa anche all'estero, da dove gli venivano frequenti inviti. Recatosi a Vienna poco dopo il matrimonio con la Colbrán (1822), vi trascorse un periodo denso di successi artistici e mondani; memorabile fu l'incontro con Beethoven. Rientrato in patria, presentò a Venezia nel 1823 Semiramide, consolidando ulteriormente la sua fama. Nello stesso anno compì un viaggio a Londra; si stabilì poi definitivamente a Parigi, accettando la carica di direttore del Théâtre des Italiens, e divenendo in breve tempo una delle personalità più eminenti e ricercate della vita musicale parigina. Dopo aver fatto eseguire Il viaggio a Reims (1825), adattò alla scena francese il Maometto II, ribattezzato L'assedio di Corinto, che ottenne un caldo successo nel 1826, superato l'anno successivo da quello del Moïse, rifacimento del Mosè in Egitto; vennero infine Il conte Ory (1828) e il Guglielmo Tell (1829), nel quale i critici riconobbero subito, a differenza del pubblico, il capolavoro. Rientrato in Italia nel 1834, dopo la separazione legale dalla Colbrán, Rossini accettò la consulenza perpetua del liceo musicale di Bologna (1839), curando con notevole operosità il rinnovamento organizzativo dell'istituto. Ma i disordini politici del 1848, l'accusa di non sostenere la rivoluzione italiana, le cattive condizioni di salute, l'indussero a lasciare l'Italia per la Francia. Insieme con la seconda moglie Olimpia Pélissier, che lo avrebbe assistito devotamente fino all'ultimo, si stabilì a Parigi, circondato dalla stima dei molti fedeli amici musicisti e testimone della trionfale ripresa di alcune sue opere. Al 1863 risale la sua ultima importante composizione: la Petite Messe solemnelle per coro, quattro solisti, due pianoforti e armonium, contenente pagine tra le più personali e felici del grande maestro, che si sarebbe spento cinque anni più tardi nella sua residenza estiva di Passy, presso Parigi.

 

Prezzi - Platea A:  € 25,00 - Platea B:  € 20,00 - Balconata:    16,50

Per informazioni: Gruppo Teatro:   MARIO JOTTI  Tel. 0272121665 (contattare preferibilmente via e-mail)

-è possibile avere biglietti scontati anche per spettacoli e/o concerti non in proposta-chiedere informazioni

/Fax 02-72121-397  Circolo del Personale Tel http://www.breclub.it  

Responsabile Sezione: SALVATORE GENTILE Tel. 0272121305 -338-8196263 (Chiamare  fuori orario di servizio).

TEATRO Auditorium  - Tagliando di prenotazione da inviare al Circolo (MI – Uff .Corriere) - entro il 18.12.2003

 

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