La Maccaferri | ||
|
Mario Maccaferri bolognese, apprendista liutaio e chitarrista (finchè un incidente gli fece perdere la mano destra) inizia la progettazione e lo sviluppo di questa straordinaria chitarra attorno agli anni '20; periodo durante il quale firma un accordo con la Selmer. Seppur mostrando anche esternamente caratteristiche innovative, il segreto del perfetto bilanciamento sonoro e dell'incredibile volume che riusciva a produrre sono da ricercarsi al suo interno. Infatti Maccaferri aveva progettato una camera del suono (soundbox) che, incanalando l'aria mossa dalle vibrazioni prodotte dalla cassa arcuata, ne aumentava l'espansione verso l'esterno. Se i legni usati per la costruzione erano i classici abete e palissandro, rivoluzionarie erano invece le meccaniche (all'avanguardia per gli anni '20/'30 con caratteristiche simili alle migliori prodotte oggi) e il ponte che permetteva una regolazione fine dell' intonazione e dell'action. |