LA STORIA Vedi tutto
Il complesso musicale gli
“Zona 9”
nasce a Niguarda a cavallo fra il 1967 ed 1968 in una delle tante
sere di ritrovo fra amici presso il circolo Ancora di via Hermada ed il nome fu
ispirato dalla circoscrizione comunale di cui Niguarda divenne a far parte
negli anni 60. In
quegli anni ci fu una crescita di cultura musicale giovanile ispirata ai
Beatles, Rolling Stones ed ai complessi Beat in genere. Molti giovani di allora
anche con scarse conoscenze musicali non rinunciarono alla scelta di unirsi e
formare nuovi gruppi musicali ispirati agli idoli del tempo ed al genere
musicale di allora ed anche gli “Zona 9” seguirono questo percorso. Fu così che un
po’ per gioco e un po’ per sfida e soprattutto per il desiderio di mettersi in
mostra un gruppo di amici formato dai fratelli Gianni ed Aurelio Casiroli,
Claudio Cozzi, Giorgio Angoli, Germano Galbiati,
sostituito successivamente alla batteria da Diego Lentati, decisero di dar
vita agli “Zona 9”.
Negli anni che seguirono molte furono le loro rappresentazioni sia nei circoli
ricreativi della zona che nel circondario dell’interland milanese. Gli “Zona 9” rappresentarono in quegli
anni un momento di aggregazione ed un riferimento per altri giovani, ispirando
la nascita di altri gruppi musicali e di singole individualità dalle quali
sarebbero poi nati anche musicisti di buon livello. Anche il gruppo degli “Zona
9”
raggiunse buoni livelli di preparazione musicale e questo ne decretò purtroppo
anche la sua fine. Ormai esaurita la vena ispiratrice della musica Beat degli
anni 60 il gruppo non riuscì a trovare un nuovo filone musicale, anche a
seguito del fatto che il tempo aveva caratterizzato lo stile ed il gusto
musicale di ognuno dei componenti che decisero di comune accordo di seguire un
proprio percorso, in attesa di nuove idee per una futura riunificazione. Non fu
così, il gruppo si sciolse definitivamente nell’autunno del 1971 e non si
ricostituì mai più. Ecco, questa è la
nostra storia di quando eravamo giovani,
belli e famosi…forse!
IL PRIMO APPUNTAMENTO
Il
sabato successivo al primo incontro, ci ritrovammo di nuovo al circolino o
forse alla latteria di Pippo di via Val di Ledro, io,
mio fratello Aurelio, Germano, Claudio, una decina di persone di contorno e
Dario detto Agonia che in seguito divenne il nostro manager figurativo, infatti
non ci procurò mai un contratto. Parlammo a lungo dei nostri piani, forse tutta
la giornata ed alla fine facendo il bilancio della situazione ne vennero fuori
delle belle. Sapevamo la musica, che meraviglia, a quei tempi pensare in
collettivo era straordinario. In realtà gli unici a sapere forse la musica
eravamo io e mio fratello Aurelio, o meglio credevamo di saperla perché avevamo
studiato teoria e solfeggio per imparare a suonare, io la fisarmonica e lui il clarino.
Arnaldo, nostro padre che era un grande appassionato di musica lirica e di
violino ci mandava a lezione sperando che saremmo diventati come lo zio Nino,
maestro di musica che aveva diretto l’orchestra della RAI (EIAR) negli anni
40/50. Bene, forse sapevamo la musica in due. Avevamo gli strumenti, il sogno
rischiava pian piano di sgretolarsi. In realtà c’era solo la chitarra di
Claudio, clarino e fisa non c’entravano un cazzo con la musica Beat. Mancava la
batteria, o meglio ci sarebbe stata ma la usava Alfredo il padre di Germano che
suonava il liscio a parttime con Savino e Walter gente di Bresso, oppure il
fratello Natale che suonava con Walter Maiocchi ed i fratelli Basaldella.
Mancavano i microfoni, il basso, la tastiera ed infine la sala per provare,
anche se in realtà avevamo un ‘buco’ per suonare nella
vicina Bresso dove si poteva farlo solo con gli strumenti acustici perché la
nonna dell’amica che ci ospitava andava a letto alle nove di sera.