IL GRUPPO SI RAFFORZA (La vera storia)
(Giorgio Angoli)
Il tempo passò. Alcune settimane dopo ci ritrovammo per tirare
le somme sull’andamento del nostro progetto, Germano, il batterista aveva delle
novità, aveva convinto Alfredo il padre a comprare una nuova batteria ed aveva
anche trovato l’organista con una cantina per le prove. La “GASATURA” era alle
stelle. Troppo per essere vero. Come recita il proverbio, non tutte le
ciambelle nascono con il buco, infatti c’era il rovescio della medaglia,
l’organista era poco più che tredicenne ma suonava il pianoforte da quando
aveva cinque anni, insomma uno che faceva Bach, Vivaldi ed altro. Telefonai a
casa di Giorgio e mi rispose la donna di servizio dicendo che il signorino
stava aspettando la mia telefonata ma che purtroppo aveva dovuto uscire per
incontrarsi con i suoi amici della scuola civica di musica. Cominciavo a
sentirmi male. Troppo per le mie orecchie, mi sentivo imbarazzato e mi chiedevo
se uno di “classica“ avrebbe mai accettato di suonare con noi, decisi quindi di
desistere e di cancellare quel nome dalla mia agenda. Ma Germano non la pensava
così, ormai era partito in quarta, il padre gli aveva comprato la batteria e
lui gasato al massimo, l’organista lo voleva a tutti i costi. Fu così che
andammo insieme a casa di Giorgio
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GIORGIO SAPEVA SUONARE I genitori di Giorgio ci accolsero con grande
entusiasmo e parlammo a lungo del nostro progetto, anche Nadia la sorella di
Giorgio presente al dialogo si entusiasmò, tanto che ad un certo punto ci portò
nella stanza del fratello ed aprendo il coperchio del pianoforte a coda, per
la verità era un mezza coda della Schulze Pollmann che suonava benissimo lo
pregò di farci sentire quello che sapesse fare, lui fece alcuni brani del
Compositore russo Skriabin, Aleksander facendo trasparire un’impostazione
musicale a noi ignota. Cazzo. Tre volte cazzo. Giorgio sapeva suonare ed a
sentire quella roba mi vennero i brividi, sarebbe mai stato capace di fare
della musica Beat. Germano non mollò e disse che per il momento andava bene
così e mi convinse a farlo provare. Accettai, più per amicizia che per
convinzione. Giorgio venne ingaggiato e con lui anche la sala per le prove |