IL CASTELLO

DI

CIGOGNOLA

Durante la seconda guerra mondiale, la rocca fu al centro di aspri combattimenti fra i soldati nazisti e le truppe partigiane. Ogni anno, il 25 aprile, anniversario della liberazione, si ricordano quei tragici scontri con una cerimonia in commemorazione.

Cenni Storici e Alcune Fotografie.
Il paese è dominato da un poderoso castello dotato di una cinta muraria e di una torre quadrata che fu eretta a difesa della Valle dello Scuropasso.
La rocca fu abbondantemente rimaneggiata verso la metà dell'Ottocento.
Nel corso della seconda guerra mondiale, e più precisamente nel periodo della Resistenza, essa fu sede di bande nazi-fasciste che si accanirono in tutta la zona contro le formazioni partigiane. I nomi delle vittime sono ricordati su una lapide accanto all' ingresso del maniero.  
La storia del castello è legata alla congiura di Pandolfo Malatesta, un condottiero rimasto alleato con i Beccaria che con l' appoggio della famiglia pavese ordì un piano per uccidere l'odiato duca di Milano Filippo Maria Visconti.
E' il 1415 e il conplotto fallisce per un nonnula. Viene infatti scoperto da un notabile pavese amico del Duca, Giorgio Aicardi Scaramuzza, in modo a dir poco singolare, origliando alla porta durante una riunione in casa di conoscenti.

Lo Scaramuzza si affretta a mettere al corrente il signore di Milano che fa arrestare i congiurati e si sdebita regalandogli castelli e terre di Cigognola, Cervesina, Broni, Albaredo, Campospinoso. Più 12.000 pertiche di terreno a Zelata.
Ma soprattutto ricompensa l'amico concedendogli di aggiungere al proprio cognome quello della famiglia Visconti.
I congiurati come finirono? Secondo lo storico Inzaghi, Filippo Maria Visconti riusci a mettere le mani soltanto su alcuni <manovali> del complotto e li mandò a morire nel castello di Pavia. Ma i veri cervelli della congiura, non riuscì a smascherarli. Pandolfo Malatesta e i Beccaria, insomma, riuscirono a farla franca.  

 

Pagina Aggiornata il 22/05/99

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