un
Concerto di Claudio Ronco
per
Violoncello e Basso,
con strumenti depoca.
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Erranze,
lArte
del Violoncello nel XVIII secolo
Negli ultimi decenni del diciottesimo secolo, dall'Italia alla Francia, dalla Francia all'Italia, da Venezia a Londra, da Amburgo a Parigi, da Roma a Madrid... percorsi intersecanti di musicisti alla fine di un'Era, prossimi all'alba di un nuovo mondo. Nell'arte del loro strumento musicale la nostalgia e il desiderio di un nuovo possibile paradiso terrestre, viaggiando sulle strade del mondo simili a giocolieri, funamboli meravigliosi, per conquistarsi il semplice diritto di esistere e vivere producendo l'effimera bellezza del suono musicale. Nell'intreccio dei loro passi, un tessuto di frammenti da memorie antiche e il mistero dello stupore dell'eternamente nuovo. Un'alba incompiuta, viva solo nell'atto eroico e folle di ripetere un gesto virtuosistico estremo, o di liberare l'incanto della nostalgia dalle zone più remote di Psiche, per il pubblico di un teatro ormai evanescente, e per l'inestinguibile desiderio di evocare, seguire e contemplare le tracce più segrete del Bello.
«L'udito è un senso, per cui l'anima riceve il suono, e ne rimane
affetta»
(Pietro
Mengoli, Speculationi di musica, Bologna 1670, pag.15)
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Claudio
Ronco, violoncello
(G.B. Guadagnini, Cremona 1745) Emanuela Vozza, Basso Continuo al violoncello (Antonio Cassini, Modena 1673) *
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Immagini:
Francesco Guardi, paesaggio olandese con laguna e rovine 1770/80; Milano coll
privata.
Affresco romano di epoca imperiale.
"Interno", fotografia di Franca Cecchinato, Padova.
Musica:
Padre Antonio M. Soler, Sonata in Sib per cembalo, R. 90
©claudioronco2002