L’enigma di Gigi

 

Nella tradizione musicale classica dell'India, l'ottava è divisa in 22 parti, e non in 12, com'è per l'Occidente. Le "forme" musicali sono chiamate "Ragas", e si immaginano come uomini e donne di una complessa e ricca mitologia. La musica forma e regge l'Universo, e indagare in essa corrisponde a un indagare il mistero dell'esistenza. Ogni Raga è composto di un numero limitato di note, fra le sette chiamate "SA, RI, GA, MA, PHA, DHA, NI", che a loro volta sono caratterizzate dalle 22 diverse intonazioni ("schruti", ovvero: "udibili") e da particolari caratteristiche agogiche. Il giorno e la notte, in musica, si dividono fra diverse famiglie di Ragas, e a queste corrispondono pure precise stagioni o fenomeni atmosferici.

 

Rag Malkauns: un Raga, e non una Ragini; un'entità maschile, e non femminile... cinque note per il Raga della nostalgia, nella tarda sera; cinque suoni imperniati a un doppio mistero: Do, Mi bemolle, Fa, La, Si bemolle; I - III minore - IV giusta - VI minore - VII diminuita... tonica, modulante minore, sottodominante, sopradominante minore, sensibile diminuita... Nella lingua sacra del Sangeet:

SA GA MA DHA NI

dove la sottolineatura indica non solo l'abbassamento del semitono, ma anche il bisogno di stabilità, di "terra sotto i piedi", di quelle note senza certezza, senza definizione assoluta della loro natura... Qual è la loro Dominante? Quale suono comanda i loro desideri e le loro funzioni vitali?

Nella lingua sacra: SA RI GA MA PHA DHA NI SA, sette note, come Ut Re Mi Fa Sol La Si Do... ma nei suoni non più nomi e luoghi: solo 22 entità udibili in perenne movimento: i 22 Schruti... ognuno di essi è centro e perno di Sangeet, la Musica; ognuno simile a una scultura antica, eternamente assorta sulla sua immutabilità... 22 Schruti e non 24 quarti di tono, a dividere la massa del suono armonico secondo le gerarchie dei dodici suoni dominanti...

 

  Circa un anno fa ho ricevuto il primo dei messaggi che leggerai qua sotto; s'intitolava: "Saluti dal passato", e non ho più dormito per alcune notti. Fra il primo e il secondo messaggio passarono solo poche ore, per l'ultimo ho dovuto attendere circa quattro settimane.

Avevo vissuto più o meno due anni, dal '74 al '76, con Gigi e Kari, la sua "ragazza" norvegese, nipote del grande compositore Edward Grieg. Gigi aveva cinque o sei anni più di me, e sopravviveva vendicchiando hashish o tentando di fabbricare pasticche imbevute di acido lisergico; diceva di essere ricercato dalla polizia perché renitente alla leva; per me me lui era "gigi" e basta... Sapevo però che era nato in Veneto e che aveva studiato per diventare ingegnere chimico.

Kari non era bella, ma aveva tutta la straniante dolcezza delle donne scandinave, e io ne ero affascinato; accompagnava Gigi come una compagna fedele e sottomessa, silenziosa... spesso parlava solo con uno sguardo. Gigi era impetuoso, violento, a volte disperato... io volevo partire per l'India e lui ne arrivava carico di racconti e informazioni.

Nei primi giorni del '75 partimmo insieme, da Milano, viaggiando via terra fino a Benares, dove lui e Kari avevano già vissuto per sei mesi studiando sitar e tabla e commerciando hashish; io ero accompagnato da una ragazza milanese di nome Elena, di cui ricordo pochissimo e che abbandonai fra litigi e pianti appena passato il confine indiano. Io viaggiavo con i documenti che mia madre mi aveva procurato dopo mesi di discussioni con mio padre, Gigi, invece, con un passaporto falsificato da me, che avevo una formidabile mano nel disegno, tanto da imitare alla perfezione il timbro a secco della questura sulla sua fototessera incollata al documento di un qualche nostro amico incensurato... la storia di quegli anni è una nebbia confusa nella mia memoria, carica di tristezza e tragedia, vuota di speranze, scivolosa...

Ricordo di aver lasciato Benares quasi subito per iscrivermi alla scuola di musica a Delhi: la severa "Gandharva Mahavidyalaya", fondata nel 1945, l'anno dell'indipendenza indiana, dal celebre letterato Vishnu Digamber Jayanti, uomo di vasta cultura e immensa saggezza. Rividi diverse volte Gigi, quell'anno, e passammo un mese insieme nelle montagne dell'Himachal Pradesh, ai confini col Nepal. Poi io partii per Calcutta, per una scuola ancora più severa, e per un'altra storia, da solo, cancellando tutto il mio passato giorno dopo giorno, ininterrottamente... Ottenni dei riconoscimenti dallo Stato indiano, borse di studio, lavoro, l'offerta di un matrimonio, un sogno infranto, una fuga, un ritorno, un oblìo... Non rividi mai più Gigi, e neppure Kari, il cui sguardo opaco era rimasto nei miei occhi. Fu il violoncello a farmi ritrovare un corpo in cui vivere e degli occhi da accendere per qualcuno, guardando intensamente, intensamente ascoltando, imparando, camminando....

Suonavo sulle cinque note di Rag Malkauns la mia preghiera... cinque note scolpite nei nomi sacri del Sangeet:

SA  GA  MA  DHA  NI

come una melodia sospesa sul vuoto: Do, Mi bemolle, Fa, La, Si bemolle... il Sol, la Dominante, attendeva nascosta dietro il silenzio...

 

 

Claudio,

Mi ero spesso domandato dov'eri e cosa facevi.
Sono contento di sapere che stai bene e che la vita è stata generosa con te.
Io pure sto bene e la vita è stata generosa anche con me.
Ora abito in campagna nei dintorni di Montalcino.
Vieni a trovarmi se passi per la Toscana.
Potremmo bere un bicchiere di vino e parlare un poco.
PAADABHAAGO'THA MAATRA VAA SAMASTASTAALA EVA VA |
GIIYATE PARIVRTYAA CETPARIVARTAH SA UCYATE ||
 
Gigi


GIGI......... se tu non l'avessi firmato così, non so quanto tempo avrei impiegato a rintracciarti nella mia memoria............. LUIGI.......
ho l'impressione di apprendere solo ora il tuo nome, come se veramente non l'avessi mai saputo....
...Ma forse è davvero così, perché tutt'ora mi è difficile pensare alle persone come entità definite da nomi e cognomi........... giusto un cognome:
BLICH... Karen?.... si sovrappone troppo insistentemente l'ovvio "karen blixen", e la memoria si annebbia....
Ma restano sequenze di curiosi frammenti: una lettera che mi avevi scritto dal vagone ferroviario che ti portava da qualche parte in Spagna..... l'unica cosa che ricordo è una tua frase giocosamente infastidita a causa di alcuni militari di leva troppo chiassosi e insulsi.... li volevi buttar giù dal treno.......... ricordo il tuo entusiasmo per la lettura di Tolkien........... notti insonni............. alberghi indiani squallidi e ferocemente caldi..... inquieto, angoscioso bisogno di sesso pulito, dolce, appagante........ Manali nell'Himachal Pradesh..... biscotti scandinavi al burro.... golose delizie............ ricordi di fame (è incredibile essere nati a Torino nel '55, da famiglia benestante, e avere ricordi di fame.....)
Un ritaglio di giornale ti mostrava in una foto di profilo: tu al sitar e K. alle tablas.... eravate solo Gigi e Kari, e nient'altro......... anonimato pesante, doloroso....... sembravi una persona colta..... chimico, ti dicevi..... e sfuggivi.......... Ti ho incontrato come "assenza": un sitar scuro (che ti apparteneva: l'avevi lasciato a un certo "Gionni", batterista torinese, nella cui casa io sprecavo momenti della mia adolescenza....).... trasportavo quel sitar portandolo in spalla, vanitosamente, sotto i portici della vecchia Torino, fino ai giardinetti del dolore e della disperazione di quegli anni di vuoto, droga, niente e paura....... RIEMERGONO....... come cadaveri che escono dalla terra, le loro figure mute...... riprendono il loro aggirarsi lente nel rumore sordo della città anni '70.........
Gigi..... non deve esser stato facile per te.............
Io rimasi in India più di quattro anni, dopo la tua partenza. Un paio di fortunati incontri con personalità politiche molto potenti mi aveva permesso di continuare quel viaggio in modo positivo........ ma è un mondo dimenticato........... e tu, nei miei ricordi, sei più una figura dal ghigno satanico che un essere umano.........Ho nell'armadio (...degli scheletri.....?!) un sitar molto prezioso, opera giovanile di Hiren Roy, dono che a Calcutta mi fece il musicista Balram Patak....... ogni tanto lo accordo e lo suono, perché io sono uno scrigno riempito di conoscenze che non conosco, eppure riaffiorano......... BAAL.... RAM.... sempre....... sarigamapadhanisa................ pa pa dha pa.... ga ma ga sa ni ni sa........ ma chissà quali suoni saranno nelle tue orecchie.....
Ricongiungi anche questi cocci, Gigi.... riordinali..... raccontami di te, esci da questi frammenti esplosi della mia memoria.....Sono felice di sapere che la vita è stata generosa con te.
Ogni tanto vado in Toscana (ho moltissimi amici —inglesi, tedeschi, olandesi....— sparsi nelle sue campagne), ma non sucederà tanto presto.... sicché sarà meglio non aspettare: scrivimi subito. Fammi sapere come hai fatto a rintracciarmi, e di là in poi raccontami la tua storia!
Ti riabbraccio e attendo!
Claudio.


Struggenti accordi sul sitar suonando raga Malkauns che solo quelle tue lunghissime mani da violoncellista potevano produrre. L'incisione di un tendine e un pianista dalle mani afflosciate...
Pulci.
Il disegno a penna biro di un violoncello...
Ricordi annebbiati di un tempo passato.
Kari abita in Danimarca dove ho pure vissuto 2 o tre anni. Abita in una comune e lavora come pedagoga in un asilo.
Nostra figlia Shani, 24 anni, da due mesi abita a Firenze. Kari ha pure un'altra figlia, Maya. Vedo Kari una volta all'anno. Ora abito a Montalcino con Tinkie, inglese e i nostri due figli Daniel 12 e Giulio 8. Faccio l'imprenditore agricolo, il programmatore di computer, il webmaster.
Tuttora in cerca della inneffabile gandhara grama...
Giornate intere passate sull' Abhinavabharati, le corde non lineari, le perle di vetro...
 
SABBE DHAMMAA ANATTAA
Gigi

 
...Ma io non ho più nulla in memoria di hindi o bengali, Gigi.... solo vaghe
assonanze...
> SABBE DHAMMAA ANATTAA
>


Tu avevi un bel registratore portatile UHER... una notte in albergo, a Delhi, mentre io ero sul tetto con Kari fra una decina di indiani addormentati e lei decise di fare l'amore con me, tu lo smontasti e rimontasti completamente, fino all'alba... ricordo quella notte come una fra le più strane della mia vita... poi tu non ne parlasti più fino a un pomeriggio di pioggia a Manali, nella casa di non so più chi, dove io ero ospitato in una vasta terrazza coperta e avevo la febbre alta...
...Ma per me tu non avevi né padre né madre... non parlavi mai di loro... e neanch'io.... che parzialmente vivevo la segreta impressione che tu e Kari foste altri miei genitori.........
Forse avevi registrato le tablas di Sakhet Pathik Maharaj..... un giorno, a distanza di forse un anno dal nostro ultimo incontro, lo ritrovai a Delhi; passata forse una settimana, venne a trovarmi nella casa che avevo affittato in Bengali Colony, una periferia piuttosto alto borghese, e si installò nel mio salotto con un sacco a pelo e un pakhawaj... due giorni dopo dovetti chiamare la polizia per cacciarlo, perché durante la notte si metteva a suonare come un folle, aggirandosi per la mia terrazza e svegliando tutto il vicinato... era come impazzito, disperatamente impazzito.... lo ricordo anche piangere....
Malkauns raccoglieva, invece, le mie lacrime, ma non potevano guarire nessuno....
Di chi erano quelle mani afflosciate?....
E' tardi... per me è già sabato. Ti lascio sperando di leggerti presto.
Fammi avere una tua foto.
Claudio
>
> SABBE DHAMMAA ANATTAA
>

 
Caro Claudio,
ritornato a casa dopo una lunga vacanza,
ho trovato con molto piacere la tua lettera.
A dire il vero, il tuo precedente messaggio mi aveva un po' scosso.
Non so per quale ragione: forse perchè i miei ricordi erano diversi dai tuoi, o forse perché memorie rimosse di vecchie sofferenze erano riaffiorate, scheletri negli armadi ritornati in vita...
Ma anche la curiosa impressione di essere parte dello stesso dramma, che si ripete incessantemente con piccole variazioni, vita dopo vita, attraverso gli eoni e gli universi. Cabale misteriose e senza senso. Speranze disperate...
 
Il padre di mia moglie è danese ed ebreo (ateo). Ci lega una profonda e calda amicizia e rispetto reciproco. Così pure io sono entrato in contatto con il mondo ebraico.

Gammle ven, det skal vaere meget flot hvis vi kan moede engang igen
og drikke et glas af staerk vin sammen. Maaske nyde et smoeg...
Boern kan lege paa marken og vi can tale et lidt af gammle tider, (vi skal
kun huske gode tider og glemme den daarlige) og hvad sker nu og hvorfor
og hvad vi syns om tings ...

Og a lidt senere maaske du og dit kone kann spille et lidt musik...

 

E poi ti annoierò con la teoria definitiva dei 22 shruti e della
Gandharva Gana e dei miei vani tentativi di riportala in vita, ecc.
Con molto affetto,
Gigi

 

Ne sono felice, Gigi. La coincidenza con la tua lunga vacanza mi aveva fabbricato l'impressione di assistere a una tua fuga dai miei ricordi.; continuo a non ricordarmi cos'è la Gandharva Gana, forse perché fuggo anch'io... però può darsi che somigli all'idea del Messia: il giorno della sua venuta, tutti gli spazi vuoti fra le lettere che compongono le parole della Torah si riempiranno della ventitreesima lettera, fino ad allora invisibile all'umanità, e a causa di ciò nella Torah leggeremo una nuova Torah, generatrice di un nuovo universo.
Ventidue schruti compongono un mondo imperfetto, solo finché non ci si accorge di quel vuoto, di quell'assenza, che nasconde la ventitreesima lettera: suono in potenza, segno del suono, icona invisibile del suono...
Forse... due più due fa quattro, mentre due più tre fanno cinque, o forse davvero, come un matematico in cerca del Graal, io —che non sono un matematico— combinavo simultaneamente tre delle cinque note di Raga Malkauns in sequenze di soluzioni armoniche capaci di determinare di volta in volta lo spostamento della tonica da SA a MA (1=4) e viceversa, credendo che così quei suoni somigliassero al sole e alla luna (ma non alla notte e al giorno!). Malkauns diventava in questo modo l'espressione di uno struggimento straniante, tanto da poter dimenticare la ricerca del suo segreto, appagati dal suo mistero.

Malkauns su SA        Malkauns sul MA

Il vino vecchio aiuta, e spero di berne di rosso e buono, presto, insieme a te.
Comunque scriviamoci ancora.
 
Tuo Claudio.

 

Continua