DIXITQUE AD AARON:
QUID TIBI FECIT HIC POPULUS
UT INDUCERES SUPER EUM PECCATUM MAXIMUM?
And
Moses said unto Aaron, What did this people unto thee, that thou hast brought
so great a sin upon them?
And Moses said unto Aaron, What
did this people unto thee, that thou hast brought so great a sin upon them?
And Moses said unto Aaron, What did this people unto thee, that thou hast
brought so great a sin upon them?
And Moses said unto Aaron, What did this people unto thee, that thou hast
brought so great a sin upon them?
And Moses said unto Aaron, What did this people unto thee, that thou hast
brought so great a sin upon them?
Exodus 32:21
Claudio Ronco, "Agnus Dei" per soli, coro e orchestra: introduzione strumentale.
non facies tibi sculptile neque omnem similitudinem quae est in caelo desuper et quae in terra deorsum nec eorum quae sunt in aquis sub terra non facies tibi sculptile neque omnem similitudinem quae est in caelo desuper et quae in terra deorsum nec eorum quae sunt in aquis sub terra non facies tibi sculptile neque omnem similitudinem quae est in caelo desuper et quae in terra deorsum nec eorum quae sunt in aquis sub terra non facies tibi sculptile neque omnem similitudinem quae est in caelo desuper et quae in terra deorsum nec eorum quae sunt in aquis sub terra non facies tibi sculptile neque omnem similitudinem quae est in caelo desuper et quae in terra deorsum nec eorum quae sunt in aquis sub terra TU NON FARAI ALCUNA IMMAGINE SCOLPITA, NULLA CHE SOMIGLI A CIÒ CHE È IN ALTO NEI CIELI O IN BASSO NEL MONDO TERRENO, O NELLE ACQUE, O SOTTO LA TERRA Esodo 20:4 TEMUNAH:
Ci
si fa "un'immagine" delle cose, di tutte le cose.
E allo stesso modo ci si fa "un'immagine" delle persone,
o dei popoli che vivono e abitano la terra. Quando nel 1933 il compositore
Arnold Schönberg riscoprì la sua origine ebraica a causa
delle lezzi razziali proclamate in Germania dal nazismo (la famiglia
di Schönberg si era convertita al Cristianesimo prima della sua
nascita), Arnold scrisse una delle sue opere più importanti:
"Moses und Aaron", per ricordare al mondo come la
semplice, confortevole banalità dell'attribuire a un uomo o
a un intero popolo caratteristiche assolute, o del "costruire
un'immagine" positiva o negativa di un popolo, conducesse a un
potere formidabile sull'umanità, ma terribile e mostruoso,
poiché fondato sulla follìa, sull'ignoranza e sull'odio. Gli ufficiali nazisti nei campi di sterminio ordinavano ai loro sottoposti di riferirsi agli ebrei internati non come a degli esseri umani, ma usando la parola "Figuren", come fossero, appunto, "figure", "immagini", cose inanimate, senza vita e senz'anima, destinati solo ad essere funzionali alla loro mostruosa convinzione di "superiorità razziale". Il "vitello d'oro" della società nazista era esattamente questo: una identificazione perversa e forzata nell'immagine di un "popolo ariano", costruita con semplicismo, ignoranza, disprezzo di ogni severità e rigore culturale. Solo perché così, in termini di semplicità e facile comprensibilità, il loro messaggio arrivava velocemente ed efficacemente a tutti, conquistando il mondo... L'esserci
liberati del nazismo e del fascismo con la seconda guerra mondiale
non ha affatto liberato il mondo dal dominio, dalla "dittatura"
dell'immagine. Anzi, lo sviluppo di quelle tecnologie mass-mediali
che nuove a quei tempi fecero la fortuna delle dittature
del Novecento (senza la radio, appena inventata, nessuna propaganda
politica avrebbe avuto gli esiti raggiunti nella Germania degli anni
'30), ha reso sempre più sottile e pericolosa la diffusione
delle informazioni e della cultura attraverso il veicolo più
efficace, universale e veloce: l'immagine, appunto. E immediatamente
dopo la liberazione dai Lager nazisti, quei fatti vengono chiamati
col nome di "Olocausto", legando all'immagine di
un sacrificio nel fuoco alle divinità che presiedono alla vita
e alla morte, quasi "capri espiatori"
bruciati nel Tempio, "profumo grato a Dio", come
si canta nei Salmi, tragedia che si ricongiunge segretamente al suo
antico etimo greco: Sì,
perché un'immagine può essere "fatta" anche
di parole, ma soprattutto può essere chiusa dentro a un nome,
rendendolo potente: il nome di Gesù, ad esempio, o quello
di "ebreo"... Il Messia, insegnano i maestri ebrei, è nel tempo della Pace, quando ogni essere umano sulla terra avrà raggiunto l'unità e la conoscenza della luce divina. Nessuno potrà esser lasciato indietro: il Messia resterà imprigionato in ogni "essere inferiore", finché non risalirà alla luce anch'esso. A quel momento, dicono i maestri, «ogni essere sulla terra sarà un ivrì, un ebreo, come nostro padre Abramo, Avraham Avinu». E il mondo intero, allora, sarà "l'immagine visibile di Dio Onnipotente e Creatore". Non prima. Ecco perché, nella lezione cabbalistica medioevale di Itzach Luria, si insegna che la luce divina raccolta nei dieci "vasi" che formavano il corpo dell'Adamo primordiale, quando andò dispersa nella prima deflagrazione che causò il "caos", o il "big bang" iniziale, restò tuttavia in tracce minime, come incollata ai cocci di quei vasi spezzati, che affondavano profondamente nelle oscurità abissali del caos. Quel residuo, simile spiega Luria all'olio che resta sulla superfice dei cocci della bottiglia che lo conserva, «imprigiona l'anima del Messia». Al saggio, al sapiente e all'essere di buona volontà, quindi, è dato di non cercare il divino nelle cose che stanno in alto nei cieli, o nelle segrete profondità della terra, ma nel profondo e occulto "abisso" "chaos", in greco dell'anima di ogni essere vivente, dove giace e sedimenta il frammento originario del nostro corpo materiale, imprigionando la luce della speranza per il mondo a venire. "Farsi un'immagine degli ebrei" ha storicamente permesso e autorizzato i fatti che vengono ricordati col nome di Olocausto, e che il "popolo ebraico" ha chiamato e chiesto al mondo di chiamarecon la parola Shoah: "annientamento". Farsi un'immagine del benessere, oggi, con uno stipendio sicuro e una pensione assicurata, protetti da una società capace di offrire assistenza medica, casa, sussistenza sana e controllata, protezione dal crimine e dalla violenza dell'uomo o della natura, di fronte alla complessità dei problemi della terra può facilmente generare convinzioni e scelte pericolose, iniziare nuovi e mostruosi percorsi di divisione e guerra fra popoli. Questa, io credo, è una delle meditazioni più importanti, per l'uomo dell'era della "realtà virtuale".
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