Una installazione/performance di
Claudio Ronco

per l'evento “ORIENTAMENTI” di
attualAmente


Venezia, 17 e 18 ottobre 2002, ore 20,
Campo dell'Abbazia, dietro la Scuola Grande della MIsericordia, Cannaregio.

do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si  do  re  mi  fa  sol  la  si
 
c o m e   s e m p r e

Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si,

ovvero i nomi latini delle note musicali così come li stabilì Guido d'Arezzo, non vennero mai adottati dai paesi di lingua tedesca e inglese, che scelsero una nomenclatura alfabetica:

A B C D E F G H con le varianti: ES FIS GIS ecc.
la sib do re mi fa sol si naturale mib fa# sol# ecc.

 

—Il nome di Bach—

Il nome di Bach, che in lingua tedesca significa "ruscello", è quindi anche una melodia:

B A C H = sib la do si naturale




Johann Sebastian stesso utilizzò la melodia del suo nome nell'ultima, incompiuta composizione dell'Arte della Fuga, e in seguito moltissimi altri compositori –fra cui Albrechtsberger, Schumann, Liszt, Brahms, Reger, Schönberg– la utilizzarono in suo onore.

Tutta l'opera di J.S. Bach era impegnata a cercare il senso divino delle cose e gli ordini nei quali Dio vi si manifesta. Ecco allora che nulla di ciò che ha scritto sembra ordinato dal caso, ma sempre da una disciplina universale, secondo una tradizione che si può sintetizzare così:

 

“Tutta la bellezza della melodia deriva dal Numero, il quale permette di misurare con esattezza le voci; tutto quel che nei ritmi è seducente (...) è opera unicamente del Numero”

(Musica enchiriadis, XI sec.)

 

Le sei Suites per violoncello solo (di cui è perduto l'autografo, ma si conoscono due copie: una di Anna Magdalena Bach e l'altra di ignoto copista d'epoca) sono state composte intorno al 1720, e disposte in una sequenza che si direbbe ordinata a scopo pedagogico: dalla più facile, la Prima Suite in Sol, via via con difficoltà crescenti, fino alla Quinta con la "scordatura" della prima corda (che dev'essere abbassata di un tono, dal La al Sol), e la Sesta scritta per un violoncello a cinque corde accordate per quinte giuste: dall'alto al basso, Mi-La-Re-Sol-Do.

La progressiva introduzione di difficoltà tecniche era funzionale al progetto di creare composizioni di sufficiente complessità contrappuntistica per uno strumento solo (e quindi un individuo e non una "comunità" di individui, in un "dialogo musicale" a più voci), e nell'epoca di Bach la tecnica degli strumenti ad arco non era adatta a tale scopo. Queste sei composizioni, infatti, sono tutt'ora il miglior materiale didattico esistente per il violoncello, senza nulla togliere al loro valore puramente musicale.


Ma se l'ordinamento "pedagogico" è così accurato, lo è altrettanto quello "spirituale". Le tonalità delle Suites, dalla prima alla sesta, sono infatti così ordinate
(le tonalità maggiori in maiuscolo, in minuscolo le minori):


SOL   re   DO   MIb   do   RE
I     II     III     IV     V     VI


Antiche tradizioni usano ordinare la sequenza da uno a sei (ovvero il numero di giorni che Dio ha impiegato per "formare" il mondo) secondo questa lezione:
I numeri pari, 2, 4, 6, rappresentano il mondo terreno; quelli dispari 1, 3, 5, l'ultraterreno. Si insegnava dunque che nel mondo terreno l'uomo apprende moderando la sua voce, alzandola spiega la sua conoscenza, diviene saggio con l'umiltà dell'ascolto. Nel mondo ultraterreno la Trinità di Dio si manifesta all'uomo attraverso i cinque libri della Bibbia, per riconoscerlo come l'Uno. Dunque si ordina una sequenza di medio - grande - piccolo, dal pari al dispari; cioè: 4 6 2 3 5 1, dove il cinque non cambia posizione.

Il numero 5, infatti, rappresenta Dio poiché delle quattro lettere che formano il tetragramma in caratteri ebraici del nome di Dio (YHVH), quella che si ripete due volte è la He, il cui valore numerico è 5; pertanto tale lettera è usata come abbreviazione del Nome e ne è il simbolo, rappresentando la presenza divina nel mondo fisico come in quello metafisico.
Disponendo le sei Suites per violoncello solo di J.S. Bach nella sequenza 4-6-2—3-5-1, mantenuta la corrispondenza del numero alla tonalità secondo l'ordine della sequenza "pedagogica", si ottiene:


MIb   RE   re   DO   do   SOL
IV     VI     II     III     V     I

ovvero, nominando le note secondo il sistema alfabetico:


ES   D   C   G
in cui potremo leggere:
J
ESu Dreieinigkeit Christus Gott
Gesù, la Trinità, il Cristo, Dio.


Il significato di questa sequenza è nel rappresentare il percorso della fede che dall'uomo Gesù figlio di Maria, attraverso il dogma della Trinità e la sua elezione messianica a Cristo, giunge a Dio; suprema e divina missione dell'Arte.
Così come, fra le composizioni di J.S. Bach, la sequenza delle Suites inglesi per clavicembalo è quella della melodia del Corale luterano "Jesu, meine Freunde", (ossia: la la sol fa mi re), al violoncello –"nobile sostegno dell'Armonia", come spesso all'epoca si usava chiamarlo– la sequenza delle sei Suites realizza una delle più belle armonizzazioni della melodia B-A-C-H:


B         A         C         H
ES      Dd       Cc      G
 
ossia:
Sib             La               Do          Si naturale
MIb maggiore RE magg. - re min. DO magg. - do min. SOL maggiore

 

Applicando ancora la sequenza 4 6 2 3 5 1 alla tonalità di MIb, si ottiene una seconda semifrase conclusiva, che può essere aggiunta alla melodia B-A-C-H:
la do fa sol sib mib (mib+4= la mib+6= do ecc.).

Infine, l'ordinamento delle danze nelle sei Suites, dopo i Preludi, è così organizzato:
Allemande, Courante, Sarabande, a cui seguono i due Ménuets, o le Bourrées o le Gavottes, per concludere con la Giga. Eccone uno schema:

Suite I e II       Suite III e IV         Suite V e VI
Ménuet I e II - Bourrée I e II - Gavotte I e II

Nell'ordinamento 4 6 2 3 5 1, invece, l'ordinamento si ridistribuisce così:

Suites: IV     VI     II
Bourrée I e II - Gavotte I e II - Ménuet I e II
Suites: III     V      I
Bourrée
I e II - Gavotte I e II - Ménuet I e II

mostrando in questo modo una nuova, affascinante simmetria.

 

 

Spero che l'umiltà che ha generato questa lezione ti accompagni nel leggerla; il mio scopo è farti pensare: «...e allora? cosa me ne faccio io di tutte queste nozioni obsolete e complicate, visto che le Suites di Bach o me le posso suonare senza tanti pensieri astratti, o me le posso godere senza fatica, ascoltandole suonate da un CD?».
Se cominci a porti una domanda, prima o poi ti darai anche delle risposte. Ma inizia con l'osservare che se solo guardi le cinque corde del violoncello che si dovrebbe usare per eseguire la Sesta Suite, e provi a immaginarle come un pentagramma su cui muovere le dita a far note e accordi, potrai accorgerti che le cinque note corrispondenti all'accordatura di questo particolare "Basso di Violino" sono simili a un messaggio:

«Così com'è in alto, così è in basso»

E quel
RE al centro del pentagramma, o del ponticello e della tastiera dello strumento che ascolterai suonare, è un "centro focale", come un sole, intorno al quale tutto muove.
Re
come un Re, o
D
come Domine Deus...


Tuo
Claudio Ronco,
in Venezia, nell'anno 2002

 

 


 

SINE MUSICA NULLA VITA

 

 

continua