do re
mi fa sol la si do re mi fa
sol la si do re mi fa sol la
si do re mi fa sol la si do
re mi fa sol la si do re
mi fa sol la si do re mi fa
sol la si do re mi fa sol la
si do re mi fa sol la si do
re mi fa sol la si do re
mi fa sol la si do re mi
fa sol la si do re mi fa
sol la si do re mi fa sol la
si
c
o m e s e m p r e
Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si, ovvero
i nomi latini delle note musicali così come li stabilì
Guido d'Arezzo, non vennero mai adottati dai paesi di lingua tedesca
e inglese, che scelsero una nomenclatura alfabetica:
Il nome di Bach Il nome di Bach,
che in lingua tedesca significa "ruscello", è quindi
anche una melodia: B A C H = sib la do si naturale
Tutta l'opera di J.S. Bach era impegnata a cercare il senso divino delle cose e gli ordini nei quali Dio vi si manifesta. Ecco allora che nulla di ciò che ha scritto sembra ordinato dal caso, ma sempre da una disciplina universale, secondo una tradizione che si può sintetizzare così:
Tutta la bellezza della melodia deriva dal Numero, il quale permette di misurare con esattezza le voci; tutto quel che nei ritmi è seducente (...) è opera unicamente del Numero (Musica enchiriadis, XI sec.)
Le sei Suites per violoncello solo (di cui è perduto l'autografo, ma si conoscono due copie: una di Anna Magdalena Bach e l'altra di ignoto copista d'epoca) sono state composte intorno al 1720, e disposte in una sequenza che si direbbe ordinata a scopo pedagogico: dalla più facile, la Prima Suite in Sol, via via con difficoltà crescenti, fino alla Quinta con la "scordatura" della prima corda (che dev'essere abbassata di un tono, dal La al Sol), e la Sesta scritta per un violoncello a cinque corde accordate per quinte giuste: dall'alto al basso, Mi-La-Re-Sol-Do.
La progressiva introduzione di difficoltà tecniche era funzionale al progetto di creare composizioni di sufficiente complessità contrappuntistica per uno strumento solo (e quindi un individuo e non una "comunità" di individui, in un "dialogo musicale" a più voci), e nell'epoca di Bach la tecnica degli strumenti ad arco non era adatta a tale scopo. Queste sei composizioni, infatti, sono tutt'ora il miglior materiale didattico esistente per il violoncello, senza nulla togliere al loro valore puramente musicale.
ovvero, nominando le note secondo il sistema alfabetico:
Applicando ancora
la sequenza 4 6 2 3 5 1 alla tonalità di MIb, si ottiene una
seconda semifrase conclusiva, che può essere aggiunta alla
melodia B-A-C-H: Infine, l'ordinamento
delle danze nelle sei Suites, dopo i Preludi, è così organizzato:
Suite
I e
II
Suite III
e IV
Suite V
e VI Nell'ordinamento 4 6 2 3 5 1, invece, l'ordinamento si ridistribuisce così: Suites:
IV
VI II mostrando in questo modo una nuova, affascinante simmetria. |
Spero che l'umiltà
che ha generato questa lezione ti accompagni nel leggerla; il mio scopo
è farti pensare: «...e allora? cosa me ne faccio io
di tutte queste nozioni obsolete e complicate, visto che le Suites di
Bach o me le posso suonare senza tanti pensieri astratti, o me le posso
godere senza fatica, ascoltandole suonate da un CD?».
«Così
com'è in alto, così è in basso»
Tuo |
SINE
MUSICA NULLA VITA
|