UMBILICUS
Performance in tre parti per il Porto di Venezia,
ispirata ai testi e alle fotografie di Pierre Jouve per la mostra
Venezia cose di porto
alba:
emersione di luce e suoni;
mezzogiorno:
metalli, uomini al sole;
sera:
segni e intuizione di un mondo nuovo;
con due danzatori, violoncello, clarinetto e live electronics.
Musiche originali, ideazione e regia di
Claudio Ronco.Danzatori: Sarah Bellugi-Klima e Davide Sportelli
(Accademia Isola Danza, di Carolyn Carlson)
clarinetto e sax soprano: Enrico Pagnin
live electronics: Paki Zennaro
violoncello: Claudio Ronco.
Giovedì 12 luglio 2001, alle ore 17.00
sul luogo della mostra, Porto di Venezia, Magazzino 16.
Fermate ACTV di Santa Marta (n. 41 e 42, 51 e 52) o di San Basilio (n.82).
(Pierre Jouve: "Conversazione di animali metallici"; dalla mostra "Venezia cose di porto")
Lo spettacolo ha una durata complessiva di 45 minuti senza interruzione e si avvale della lettura di alcuni frammenti del testo di Pierre Jouve, integrati nella composizione musicale espressamente creata per l'occasione dal violoncellista e compositore Claudio Ronco.
«...Ho sempre pensato che l umbilicus mundi fosse in un porto di mare, anzi, fosse il porto stesso, ovunque, in infinite moltiplicazioni e permutazioni. E forse questa idea lavevo letta da qualche parte, scritta da qualche filosofo nel Rinascimento, o in belle rime musicali, per formare lallegoria ad uso di qualche Aria dOpera barocca.
Comunque fosse, rileggerla nelle parole di Pierre Jouve ha significato ritrovare immediatamente unantica memoria, e soprattutto una paradossale complicità: io, il musicista dei teatri, dei saloni illuminati di oro e arte preziosa, immerso nella ruvidezza, nel frastuono dei piazzali di un porto, io dicevo a me stesso, con Pierre: andavamo, correvamo... navigavamo da un porto allaltro... imparavo che tutti i porti si assomigliano... eravamo in un centro del mondo...».
Claudio Ronco
Musica: Claudio Ronco, "UMBILICUS" per "Venezia cose di porto"; Ouverture sinfonica, live electronics e violoncello.
"Andavamo, correvamo,
Fabbriche, raffinerie, cantieri navali, magazzini, navi passeggeri,
Ferry-boat, petroliere, sentieri, canali,
Navigavamo da un molo all'altro,
Deserto o sonoro,
Imparavo che non si sa mai dove finisca,
Dove cominci Marghera,
Né fine né inizio,
Imparavo che tutti i grandi porti fatalmente si assomigliano,
Ma il metallo, il cemento o gli uomini ci borbottavano nelle orecchie,
Ci sussurravano che eravamo in un centro del mondo,
Qui a Marghera,
Ci sono tanti centri del mondo, nel mondo,
Tanti luoghi sono centri del mondo,
Amavo questi luoghi,
L'amore crea sempre un centro del mondo,
Andavamo, correvamo,
Navigavamo da un molo all'altro."
Pierre Jouve; da: "Venezia cose di porto"
Musica: Claudio Ronco, "UMBILICUS"; Pastorale, con clarinetto, violoncello e live electronics; terza parte.