Ipertesti letterari e labirinti narrativi
di Giulio Lughi
Sulla scena letteraria compaiono nuovi oggetti testuali, i cosiddetti "ipertesti". Sono caratterizzati dal fatto di essere registrati su memoria magnetica e non su carta: grazie a questa loro specifica caratteristica consentono modalità di lettura molto diverse da quelle - fondamentalmente solo sequenziali - del libro a stampa, e aprono così una serie di interrogativi che toccano da vicino il rapporto autore - opera - lettore.
Nelle pagine che seguono vedremo in quale modo l'impiego della memoria magnetica incide sulle possibilità di lettura dei testi; ma, nello stesso tempo, vedremo anche che proprio grazie alle loro caratteristiche materiali, legate alla fisicità del supporto, negli ipertesti prendono corpo antiche suggestioni che a tratti riaffiorano nelle opere letterarie: l'idea del testo come labirinto, l'idea che sotto l'uniformità lineare della scrittura si nascondano più strati, più voci, più dimensioni, più testi, e che sia privilegio e compito del lettore portare alla luce questa complessa molteplicità. In altri termini, l'ipotesi-guida di questo intervento è che gli ipertesti offrano il supporto fisico, e quindi una possibilità di realizzazione e di verifica, a tendenze già presenti, o latenti, nei testi letterari; tendenze d'altra parte messe in luce anche dalla riflessione semiotica più recente. Preliminarmente, tuttavia, sarà opportuno definire gli oggetti in questione. [...]