Concerti «Quando con le quattro corde del violoncello io voglio conquistare l'attenzione del pubblico, io non "articolo" i suoni di una qualsiasi composizione musicale in note staccate o legate, lunghe o brevi, forti o deboli secondo la partitura, nella sua rete degli accenti; io raggiungo il cuore dell'ascolto del mio pubblico, solo quando quei suoni li "pronuncio", dando alle consonanti d'un testo immaginario una pronuncia precisa e cosciente, facendo d'ogni consonante il mezzo per proiettare i suoni nell'ambiente, sia esso la sala in cui espando i miei suoni, o un luogo mentale, dentro all'essere che ascolta: così io lo raggiungo e gli "parlo". Ma anche quando quella prima comunicazione si è instaurata, ciò che ho potuto offrire continua ad essere diviso fra due universi separati: consonanti mute in un luogo, vocali risonanti in un altro; così com'è, restando dubbiosi di fronte alle quattro consonanti senza suono del nome ebraico di Dio...» |
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