TRIADI «Tibi augustissima Trinitas/ primæ, Ingenitæ, Ineffabili Harmoniæ,/ ad monadem TRIADI, ad numerum Unisonæ;/ ad tempus Æternæ, ad modos Incommutabili;...» (Gregorio Strozzi, "Elementorum Musicæ Praxis", Napoli, 1683) Dovremmo dare alla musica la possibilità di essere "vista" come in tempi antichi si mostrava al pubblico un grande TRITTICO: chiuso come un'Arca sacra sui suoi segreti, si apriva solo nel cerimoniale dei Maestri, che solennemente dilatavano l'unica immagine in una narrazione tripartita, e dentro al tempo della cerimonia si osservava l'Arte, vivendone coll'emozione e l'intelligenza il contenuto. Ricondurre la musica a un luogo dell'assemblea, a una casa comune dove interrogarci sul nostro vivere sociale, forse è l'urgenza principale della sua sopravvivenza, poiché ESSA sta languendo più d'ogni altra arte nella banalizzazione, o nella solitudine di ascolti rinchiusi nelle più impenetrabili intimità. |
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