Il Labirinto,
Teseo e il Minotauro
di Antonio Perfetti
II tema del Labirinto è quanto di più affascinante si possa affacciare ala mente di un Libero Muratore per essere certamente una fonte inesauribile di speculazioni iniziatiche ed esoteriche. Di questo antico simbolo o, meglio, archetipo, infatti, sono state date le interpretazioni più varie e disparate in ogni campo, dalla filosofia alla psicologia, dalla psicanalisi alla pittura, dall'architettura alla scultura. [...] Avviciniamoci, dunque, a questo simbolo che qualcuno definisce lapidariamente e con immagine plastica come il "luogo del silenzio imparziale" e, preliminarmente, precisiamo che l'indagine che andremo a compiere riguarda, più propriamente, la leggendaria dimora cretese del Minotauro. E ciò non a caso ma perché è a tale costruzione che la nostra mente fa riferimento quando si parla di labirinto e che, a sua volta, richiama alla memoria, come esistesse un legame indissolubile, i personaggi mitici del Minotauro, di Minosse e Pasife, Teseo ed Arianna, Dedalo ed Icaro [...] Per ciò che il profano sa, il termine labirinto deriva proprio da una leggendaria costruzione architettonica dell'antichità, caratterizzata da una pianta così complicata e tortuosa da rendere estremamente difficile sia l'ingresso, sia l'orientamento all'interno e, quindi, l'uscita. La tradizione attribuisce il progetto del primo labirinto all'architetto Dedalo, che disegnò e diresse la costruzione per ordine del re cretese Minosse, il quale era figlio del Re degli Dei greci, Zeus e marito di Pasife. Costei, presa da furore passionale per un Toro, fece costruire da Dedalo una statua di legno a forma di vacca, cosicchè celandosi al suo interno, riuscì a congiungersi carnalmente con l'animale. Da tale animalesco ed innaturale rapporto amoroso nacque il Minotauro, un essere mezzo uomo e mezzo toro. Minosse, allora, decise di far costruire il labirinto, sia per nascondere agli occhi dei suoi sudditi la mostruosa creatura sia per impedire che questa, andandosene in giro per il mondo, provocasse lutti e distruzioni. Il Minotauro, però, aveva bisogno di vittime umane ed a fornirle erano gli Ateniesi, in quanto, sconfitti da Minosse, erano stati condannati ad inviare a Creta, ogni nove anni, sette giovani e sette fanciulle. [...] Il Labirinto originario, quello preistorico, quello cretese di cui ci occupiamo, romano e medioevale, detto unicursale è formato da un unica via che si intrica, si avvolge, e va verso un Centro, a cui si avvicina e da cui successivamente si allontana, ma che deve per forza raggiungere. E' una via lunga, faticosa, ma senza biforcazioni, crocicchi o cammini ciechi, senza incertezze e necessità di scelte; chi la percorre, una volta arrivato al Centro, si svolta su se stesso compiendo un arco di 180° e, ripercorrendo la via in senso inverso, sempre con difficoltà, esce all'aperto senza pericolo di perdersi. I1 Labirinto, quindi, per primo ci suggerisce che ci troviamo di fronte ad un processo di iniziazione che, a prezzo di una faticosa esperienza, conduce l'Uomo al Centro, dove esso è solo di fronte alla propria realtà interiore, o alla bestia con cui deve combattere o alla morte, nel sitenzio impalpabile che, solo, permette di acquisire la Conoscenza Fondamentale per pervenire al Principio Divino. Tale significazione conserva anche nell'allegoresi cristiana dell'Alto Medio Evo dove il Labirinto simboleggia, di solito, le prove che il devoto deve affrontare prima di giungere alla Gerusalemme Celeste. Secondo gli Alchimisti sarebbe una immagine del lavoro intero dell'Opera con le sue difficoltà maggiori e cioé quella della via da seguire per raggiungere il Centro dove avviene il combattimento tra le due Nature dell'Uomo, la Divina e la Bestiale, lo Spirito e la Materia, e, dunque, quella del cammino che l'Artista deve percorrere per uscirne e pervenire alla Luce. [...] dall'età manieristica e barocca, per effetto dell'influenza del dilagante cattoticesimo, questo concetto viene stravolto e mistificato, e subisce un radicale cambiamento che riverbera i suoi effetti sulle rappresentazioni grafiche di tale simbolo. Il Labirinto si aggroviglia, si complica, è una serie di illusioni e ingannevoli camminamenti che non danno più la certezza di arrivare al Centro e, una volta arrivati, non danno più la certezza di raggiungere l'Uscita. Il Labirinto diventa, allora, il luogo della perdizione, dell'errore, del mistero e dell'avventura. Tale rappresentazione, dicevamo, è l'effetto del dilagare della dottrina professata dal Cattoticesimo, il cui dogma principale vuole che l'Uomo non possa ritrovare la Verità o scoprire la Luce mediante una ricerca in se stesso, ma solo attraverso un atto di Fede in Dio, che diventa l'unico mezzo dì Salvezza, in quanto l'Uomo è chiuso in un sistema di cammini ingannevoli e fuorvianti, da cui può essere liberato, epperò non dalla sua intelligenza, non dalla sua perspicacia o intuizione, ma solo dalla Grazia Divina. [...] Ma chi è Teseo? E' figlio di Egeo e di Etra, che era amata anche da Poseidone, dio del Mare, il quale possedette Etra la stessa notte in cui concepì Teseo con Egeo. Ora, ove si tiene conto che Poseidone, essendo il dio del Mare, finisce per identificarsi con Egeo, o che, quantomeno, di esso rappresenta la sublimazione, si capisce che Teseo, figlio del Mare e del dio del Mare e di Etra, cioè l'Aria Serena, altro non è che una personificazione del Sole che sorge dal Mare d'Oriente attraverso l'Aria serena del Mattino. Ci troviamo, quindi, di fronte al mito solare che preannuncia la iniziazione secondo l'Antica via Morte -Resurrezione. [...] Ma Teseo rappresenta, soprattutto, il profano che ha in sé la duplice natura umana e divina, simboleggiata dal doppio concepimento, [...] Egli, dopo aver calzato i sandali del padre, affronta l'impresa avvicinandosi al Labirinto accompagnato da Arianna - la purissima - la quale, su suggerimento di Dedalo, tiene il filo che permetterà all'eroe greco di entrare nel Labirinto e riguadagnare l'uscita sorretto nell'impresa da Afrodite. [...] Egli deve, sorretto dall'Amore della conoscenza (Afrodite) entrare con purezza di intenti (Arianna) per raggiungere, adoperando la ragione e l'intuizione (Dedalo), la prima luce, conquistando definitivamente la purezza d'animo come status finale, conseguente al superamento della prova impostagli e consistente nell'uccisione del Minotauro. [...] Ora si tratta, alla luce del nuovo stato mentale conquistato. di procedere ed avanzare sul Cammino Iniziatico. Occorre uscire dal Labirinto. E ciò richiederà sacrifici continui e costanti, almeno pari a quelli già sopportati per la conquista fatta, per come ci suggerisce il sinuoso percorso dei camminamenti labirintici, che è esattamente uguale a quello già esplorato. Se la fatica affrontata non sarà costante e non perdurerà nel Tempo; se Teseo dovesse abbandonare Arianna; se non costringesse il Vizio in definitive oscure e profonde prigioni; se per avventura l'arroganza, il fanatismo, la superstizione, sempre in agguato, dovessero riaffiorare ed avere il sopravvento, Teseo sarebbe perduto e, tornando allo stato impuro, andrebbe girovago per il Mondo, inseguendo, ancora una volta, la moltitudine degli ingannevoli desideri sorretti da insane passioni che lo rendono cieco, insoddisfatto e tormentato, costringendolo ad un continuo naufragio. [...] E così Teseo esce dal Labirinto e scopre la Verità. Scopre che, dopo aver tutto esplorato, ha finito per ritrovarsi al punto di partenza. Scopre, infatti, che il punto di Partenza e d'Arrivo è Arianna e che il filo altro non è che il Cordone Ombelicale che unisce l'Uomo alla Caverna Fondamentale, cioè all'Utero Materno, nel cui interno il bambino si trova in uno stato di beatitudine e di felicità che viene paragonato a quello del Paradiso ed al quale l'Uomo deve ritornare. Dalla Grande Madre alla Grande Madre, dalla Terra alla Terra. [...] Antonio Perfetti |
http://www.esoteria.org/documenti/simbologia/labirinto.htm