Luigi Pirandello (1867 – 1936)

Vita:

Luigi Pirandello nasce ad Agrigento, il 28 giugno 1867.

Studia a Palermo, Roma, ed infine a Bonn consegue la sua laurea nel 1891.

Tornato a Roma, viene introdotto dal Capuana negli ambienti letterari e giornalistici della capitale dove si stabilisce definitivamente con la moglie.

La malattia mentale della moglie che sospetta, a torto, che egli la tradisca lo pone di fronte al tema che sarà centrale nella sua produzione: il contrasto tra apparenza e realtà.

Nel 1926 fonda la sua compagnia teatrale.

Nel 1929 entra a far parte dell'Accademia d'Italia, una congrega di intellettuali di stampo fascista.

Nel 1934 riceve il premio Nobel.

Muore a Roma nel 1936.

 Luigi Pirandello, come Oscar Wilde, vive ed è condizionato dalla sua epoca. Nella sua produzione teatrale e narrativa troviamo infatti il senso di crisi ed il dissolversi delle antiche certezze tipici dell'epoca decadente. Egli però, a differenza di Wilde, non cerca di sfuggire alla realtà rifugiandosi in un mondo raffinato ed elitario, ma la studia, è consapevole della propria crisi, sa di non poterle sfuggire. Ed è per questo che la realtà pirandelliana non solo si sfaccetta in mille pezzi, ma è anzi inconoscibile; per l'autore, infatti, ogni uomo indossa mille maschere, tante da non poter sapere chi sia in realtà, se una di queste oppure ciò che dietro vi si cela.

La molteplicità della realtà, così come quella delle maschere che ci è imposto di indossare, porta inevitabilmente l'uomo ad interrogarsi sul problema della distinzione tra la realtà e l'apparenza, tema centrale nell'opera teatrale "Così è (se vi pare)".

Derivata da una novella del 1915, "La signora Frola e il signor Ponza, suo genero", fu trasformata in commedia teatrale in 3 atti nel 1917.

La novella è tutta incentrata sulla tesi che la verità è inconoscibile, che ciascuno ha la sua verità che non combacia con quella degli altri. Tesi semplificata in una vicenda che è tutta calata in un pettegolo mondo di provincia: quell’ambiente tanto caro al verismo ottocentesco, ma che Pirandello utilizza solo come paradigma della società contemporanea, vuotandolo dell'idolatria del fatto oggettivo.

Trama

In una cittadina di provincia si consuma il dramma di due personaggi che si accusano reciprocamente di pazzia: il signor Ponza tiene chiusa a chiave in casa una donna, la sua seconda moglie, per tenerla al sicuro dalla signora Frola che afferma che la stessa donna sia ,in realtà, sua figlia e prima moglie del signor Ponza e che egli, dopo che la moglie è stata a lungo ricoverata, non l'abbia riconosciuta, costringendola così a farsi sposare come seconda moglie. Tutta la cittadina indaga con maligna curiosità. Quando il dramma sembra potersi sciogliere con l’apparizione della donna confinata in casa del signor Ponza, questa dichiara però di essere sia figlia della signora Frola, sia la seconda moglie del signor Ponza, e di non possedere nessuna identità autonoma.

Il signor Laudisi, scettico fin dall'inizio sulla possibilità di trovare la verità in questa intricata storia, non rappresenta altro che l'autore stesso. Egli alla fine della vicenda trova ragione nelle parola della signora Ponza:

Il Prefetto: (commosso) Ma noi vogliamo rispettare la pietà, signora. Vorremmo però che lei ci dicesse -
Signora Ponza: (con un parlare lento e spiccato) - che cosa? la verità? è solo questa: che io sono, sì, la figlia della signora Frola -
Tutti: (con un sospiro di soddisfazione) - ah !
Signora Ponza: (subito c.s.) - e la seconda moglie del signor Ponza -
Tutti: (stupiti e delusi, sommessamente) - oh! E come?
Signora Ponza: (subito c.s.) - sì; e per me nessuna! nessuna!
Il Prefetto: Ah, no, per sé, lei, signora: sarà l'una o l'altra!
Signora Ponza: Nossignori.
Per me, io sono colei che mi si crede.

Laudisi scoppia quindi in una risata che non è solo scherno verso chi credeva di poter afferrare la realtà, ma anche la disperazione di chi sa di vivere una vita che come unica certezza ha l'essere incertezza stessa.

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