La
Repubblica di Angola vive attualmente una situazione che può essere
considerata molto grave considerate anche le conseguenze del violento
conflitto che ha caratterizzato il periodo post elettorale. Si
assiste ad una quasi paralisi del settore agricolo ed industriale, con
eccezione (parziale) del settore petrolifero, della produzione di
diamanti, alla degradazione estrema delle infrastrutture sociali,
specialmente nel settore dell’energia elettrica e dell’erogazione
dell’acqua. Si è aggravato il deficit del bilancio statale, si è avuto
un’espansione incontrollata del credito all’economia, si è verificato
un grande aumento dell’emissione di carta moneta e dunque una delle più
alte inflazioni al mondo (circa il 1.600 % nel 1996), si assiste inoltre
all’esistenza di “due monete” , ad un cambio ufficiale e ad uno
parallelo che svuota di credibilità le attività bancarie, c’è una
massiccia importazione di beni di prima necessità ed una corruzione
capillare dei funzionari dello stato. La
crisi sociale è molto grave, le varie categorie di funzionari dello stato
non percepiscono lo stipendio per alcuni mesi, a rotazione con altre
categorie, il sistema sanitario ed educativo non è in grado di
funzionare, si è aggravato notevolmente il fenomeno della disoccupazione
e dell’inefficienza del sistema sociale di appoggio alle categorie più
deboli della società. Esiste
un altissimo numero di dislocati dalle aree afflitte dalla guerra che si
sono rifugiati nelle aree urbane, più sicure, ma incapaci di garantire
servizi sociali di base. Gran
parte delle famiglie, soprattutto quelle con redditi bassi, cercano
alternative per la sopravvivenza sviluppando attività nel mercato
parallelo, abbandonando i figli a sé stessi; la sicurezza alimentare
delle comunità tocca livelli allarmanti, essendo la disponibilità
alimentare non compatibile con le necessità della comunità stessa, sul
territorio non è possibile la libera circolazione dei mezzi di trasporto
e i terreni sono pericolosi a causa dell’alto numero di mine. In
questi ultimi tempi si sta osservando una certa attenzione verso una
riorganizzazione, una stabilizzazione ed un consolidamento delle funzioni
dello stato: ·
Riorganizzazione
del sistema commerciale ·
Politica
restrittiva in termini di spese di bilancio ·
Stabilizzazione
del tasso di cambio ·
Introduzione
di un’economia di mercato ·
Maggiore
controllo sociale ·
Consolidamento
del funzionamento del sistema integrato della gestione finanziaria dello
stato. Un
previsto aumento delle entrate finanziarie, dato dalla vendita dei
prodotti petroliferi, ha garantito allo stato un aumento dei salari della
funzione pubblica, che prima non garantivano assolutamente i livelli
minimi di sopravvivenza, contribuendo così all’aumento dei fatti
criminali come le rapine a mano armata nei negozi e nelle strade, compiuti
proprio da effettivi delle forze dell’ordine, malpagati , ma dotati di
armi e di impunità. In
ogni caso la pace tra le due fazioni in lotta costituisce la condizione
indispensabile per la risoluzione della situazione politica, economica e
sociale del paese. Gli
Accordi di Lusaka avevano dato una buona speranza al popolo angolano; la
formazione del GURN (Governo di Unità e Riconciliazione Nazionale), nel
mese di aprile del 1997, dove deputati dell’UNITA sono stati integrati
nel parlamento angolano e quattro ministeri, incluso quello della Sanità,
sono dell’opposizione UNITA, e forze militari dell’UNITA sono state
integrate nelle Forze Armate Angolane (FAA), ha reso ormai irreversibile
la dinamica della pace in questo paese. Ma
proprio nei primi mesi di quest’anno il processo di pace angolano si è
drammaticamente interrotto: l’UNITA ha ripreso le ostilità, con
attacchi armati, riposizionamento di mine, distruzione di ponti ed
infrastrutture ed è dunque ripreso il dramma degli sfollati di guerra che
hanno ripreso ad ingrossare le già misere periferie delle città. La
tragica scomparsa del mediatore di pace delle Nazioni Unite, Blondyn Byen,
precipitato con un aereo delle Nazioni Unite al rientro da una missione in
Costa d’Avorio, ha definitivamente bloccato le trattative di pace. Le
due forze in campo si sono potentemente riarmate e l’UNITA ha
riconquistato tutti i Municipi dove il Governo di Riconciliazione
Nazionale aveva riposto l’amministrazione dello stato (praticamente
tutte le aree diamantifere che storicamente forniscono risorse
all’UNITA). Sono
già qualche migliaio i morti tra civili e militari che la nuova guerra
strisciante nel paese ha lasciato sul terreno; così come è ripreso a
salire il numero di rifugiati di guerra: l’ultimo rapporto dell’UCAH
(Unità di Coordinamento dell’Assistenza Umanitaria delle nazioni Unite)
del 18.11.98 parla di circa 490.000 rifugiati. La
provincia di Malanje è quella con il maggior numero di rifugiati, 67.000
persone, seconda solo alla provincia di Huila con 69.000 persone, seguono
quelle di Huambo e Bengo. A
nulla sono valse le sanzioni decretate dalle Nazioni Unite all’UNITA; la
ripresa delle ostilità da parte dell’UNITA deve leggersi anche alla
luce dei recentissimi avvenimenti etnico – politico – militari
dell’area centro africana e della Regione dei Grandi Laghi : le recenti
ostilità tra paesi quali il Congo Democratico appoggiato dall’Angola,
dalla Namibia e dallo Zimbabwe in conflitto con Rwanda, Burundi,
e Uganda hanno dato all’UNITA quello spazio che fini ad ora aveva
perso non ricevendo più l’appoggio internazionale che questo movimento
armato aveva sempre avuto in questi ultimi decenni. A
livello di governo i deputati dell’UNITA, così come le diverse figure
politiche di questa organizzazione facenti parte della compagine
governativa, hanno disconosciuto la ripresa delle attività belliche del
loro movimento ed hanno creato un nuovo partito politico: la “Unita
Renovada” che ha eletto un nuovo presidente del gruppo. Il
nuovo mediatore di pace, il guineiano Issa Djiallo non sembra
all’altezza della situazione, e non trova soluzioni convincenti,
l’UNITA, rinvigorita dall’arrivo di mercenari, ha iniziato a
bombardare le città più grandi, mentre l’esercito governativo versa in
grandi difficoltà. Nel
gennaio 1999 sono cominciati gli scontri tra le truppe
governative delle FFAA e quelle dell’UNITA. La ripresa delle
ostilità ha letteralmente messo in ginocchio il paese, soprattutto al
Nord, in alcune provincie, come quella di Malanje, le organizzazioni
umanitarie sono state costrette ad evacuare i propri effettivi data
l’impossibilità di compiere il loro lavoro ed alleviare le sofferenze
della popolazione. L’emergenza sanitaria e alimentare è diventata un
fenomeno drammaticamente diffuso contribuendo sensibilmente all’aumento
del numero delle vittime di guerra. I
tassi di malnutrizione globale e severa hanno raggiunto, in molte
provincie del paese, gli stessi livelli drammatici del conflitto prima del
1993. La
situazione è leggermente migliorata nel settembre-ottobre 1999, in
conseguenza dell’avanzata delle truppe
governative a discapito di quelle dell’UNITA, alle quali è
venuto meno gran parte dell’appoggio
internazionale, anche per le pressioni delle Nazioni Unite, che hanno
ribadito ancora una volta il rigore delle sanzioni economiche non solo
all’UNITA ma anche a tutti i paesi che l’avessero sostenuta. Le
organizzazioni umanitarie hanno ripreso, con molte difficoltà il loro
lavoro e la situazione generale della popolazione si avvia verso un
graduale miglioramento. Resta invece drammatica la situazione
dell’insicurezza sulle strade di gran parte del paese e quella delle
mine, dal momento che nuove aree sono state minate durante il 1998-99. Politica
nazionale di sviluppo
Le attività della società civile per migliorare il
suo livello di sviluppo umano dipendono in grande misura dalle condizioni
politico militari, dall'esistenza di un ambiente politico favorevole. L'Angola continua a confrontarsi con quello che
possiamo chiamare "il paradosso delle potenzialità". Il Paese
potrebbe essere un paese africano dove l'eradicazione della povertà
avrebbe una prospettiva certa: enormi riserve petrolifere e diamantifere,
grandi potenzialità agricole e ittiche. Il drammatico riaccendersi del conflitto militare
durante il 1999 ha determinato la stagnazione molte volte la diminuzione,
già al limite, delle spese sociali: sanità, educazione, settore
pubblico. L'economia del paese dipende in larghissima misura dalle
esportazioni di petrolio (700.000/1.000.000 di barili al giorno), che a
sua volta dipende dai capitali stranieri. L'incertezza politica e militare, e dunque
l'assorbimento di considerevoli risorse economiche e umane, il basso
numero di quadri medi e superiori, la grave mancanza di infrastrutture,
l'altro grado di corruzione della classe politica e la sua incapacità di
pianificazione macro-economica, nonostante le pressanti richieste di FMI e
Banca Mondiale, sono causa di paralisi delle attività economiche statali,
del settore privato e dei servizi. La disoccupazione è stimata tra il 35-45% della
popolazione attiva e l'altissimo livello di micro criminalità e della
corruzione capillare ne è segno più tangibile. Interi settori di servizi (sanità, costruzione di
infrastrutture, strade, scuole edifici) sono unicamente il frutto di
cooperazioni internazionali, il più delle volte a fondo perduto, altre
come crediti di aiuto. E' bene ricordare che l'Angola quest'anno è divenuto
paese prioritario per la Cooperazione Italiana, probabilmente il primo
paese in quanto a doni e crediti, proprio quando altre cooperazioni
avevano smesso di credere nel paese. Nel biennio 2000-2001 l'impegno della
Cooperazione Italiana sarà di 190 miliardi di lire dei quali 100 come
crediti di aiuto e 90 a fondo perduto. Bisogna altresì specificare che nel 1999 la società
petrolifera AGIP di proprietà dell'ENI, dunque del Governo Italiano, è
finalmente riuscita, dopo 14 anni, ad essere proprietaria di maggioranza
di due aree petrolifere off shore. Si è tuttavia certi che la stabilità politica e
militare del Paese, con la fine del trentennale conflitto con i ribelli
dell'UNITA, darà sicuramente spazio al potenziale per il recupero e la
crescita dell'economia dell'Angola. Passi importanti sono stati fatti con la nuova
politica monetaria introdotta nel maggio 1999, con una serie di misure
quali: miglioramento del meccanismo di transazione delle divise,
fluttuazione del tasso di cambio, azzerando così il cambio nero (anche se
il prezzo della divisa straniera continua ad essere determinato dal
mercato), creando più fiducia nel sistema bancario, emissione di titoli
del Tesoro, libertà di uso di moneta straniera (più che altro USD). E' un passo positivo per la creazione di un ambiente
di buon governo e miglioramento della trasparenza e efficienza dei mercati
finanziari, facilitando le attività economiche delle imprese agevolate
dalla eliminazione delle licenze di importazione e dalla libertà di
apertura di conti bancari in divisa straniera. Strategia
e politica di cooperazione del GVC
L'attività progettuale del GVC in Angola è iniziata
nel 1995 nell'ambito dello sviluppo, quando non era possibile immaginare
l'ulteriore nuova fase di guerra dopo gli accordi firmati a Lusaka
(Zambia) tra MPLA (Governo) e UNITA. Di conseguenza la programmazione è stata orientata
verso l'emergenza. 1996. Lo Sviluppo Socio-Sanitario. Il Programma
Sanitario Cacuaco affidato dalla Cooperazione Italiana (frutto degli
accordi bilaterali Italia-Angola del 1991) ha riabilitato la rete
sanitaria di base del Municipio di Cacuaco - capitale. 1997. Lo Sviluppo Sociale. Il Programma di
Reinserimento Sociale dei Giovani in Conflitto con la Legge, programma
multibilaterale finanziato dalla Unione Europea e dalla Cooperazione
Italiana, ha appoggiato il Ministero del Reinserimento Sociale - MINARS. Il riaccendersi del conflitto tra le forze
governative e le forze ribelli dell'UNITA ha ricondotto il paese alla
situazione di emergenza degli anni passati. L'altissimo numero di
rifugiati (2 milioni su una popolazione di 12 milioni), città bombardate,
la viabilità resa impossibile dai numerosi e violenti attacchi ai mezzi
circolanti, non esclusi quelli degli altri organismi umanitari, la
situazione di miseria e di carenza alimentare aggravatasi rapidamente e
drammaticamente, ha costretto il GVC a riprogrammare il suo intervento
nell'ottica dell'emergenza. 1998. L'Emergenza Sanitaria nelle Province in Guerra.
Viene finanziato da ECHO il progetto di Emergenza Sanitaria nella
Provincia di Malanje, con l'obiettivo di ristabilire la rete di Centri
Sanitari periferici della città di Malanje e di appoggiare la Pediatria
ed il Centro di Recupero Nutrizionale dell'Ospedale Provinciale, dopo
l'arrivo di diverse decine di migliaia di rifugiati dalle province in
guerra. 1999. L'Emergenza Alimentare. In seguito al dramma
alimentare che la città ha attraversato, dovuto all'accerchiamento delle
forze ribelli dell'UNITA, sono stati realizzati contratti di
collaborazione con Agenzie Umanitarie quali Programma Alimentare Mondiale,
Nucleo di Sicurezza Alimentare dell'Unione Europea, Aiuti Alimentari della
Cooperazione Italiana, grazie ai quali è stato possibile garantire
l'appoggio alimentare all'Ospedale Provinciale di Malanje, (circa 400
internati al giorno) ed un programma di Food for Work per i tecnici
sanitari degli 8 centri di Salute e dell'Ospedale (380 famiglie
beneficiarie). Nello stesso momento si è aperta una cucina comunitaria
per garantire l'alimentazione a 500 rifugiati nella città di Malanje.
Sono inoltre state organizzate distribuzioni di cibo per i rifugiati ( 40
tonnellate di riso). 1999. L'Emergenza Chirurgica. Nello stesso periodo il
GVC, unica agenzia umanitaria rimasta in Malanje, dopo l'evacuazione delle
Agenzie delle Nazioni Unite e in seguito ai drammatici bombardamenti, ha
organizzato l'appoggio al blocco operatorio e alle infermerie di chirurgia
dell'Ospedale Provinciale ed ha organizzato l'evacuazione di feriti gravi
verso Luanda. Dopo aver stretto collaborazioni con il Comitato
Internazionale della Croce Rossa e l'UNICEF, il GVC è stato promotore
dell'invio di stock di farmaci, materiale sanitario, sangue, vaccini,
latte terapeutico ed alimenti vari per l'ospedale, la pediatria ed i
centri nutrizionali e sanitari della città. 1999. L'Emergenza Rifugiati nelle Province. In maggio
il Programma di emergenza sanitaria finanziato da ECHO ha aperto il suo
appoggio alla provincia de Kuanza Norte, dove è stato allestito un campo
di rifugiati che accoglie circa 2000 persone. Sono state edificate case ed
un centro di salute, e dopo vari accordi col governo locale, è stata
organizzata la distribuzione di parcelle di terreno alle famiglie
beneficiarie. 2000. L'Emergenza dell'Infanzia Abbandonata e
Separata. Grazie ad una generosa raccolta di fondi organizzata da RAI 3
dopo la messa in onda di un documentario sulla tragedia umanitaria nella
città di Malanje, è stato presentato ed avviato un programma triennale
che prevede l'appoggio educativo, alimentare ed il reinserimento in
famiglie originarie o di adozione a circa 1500 orfani della città di
Malanje, così come la costruzione di un centro diurno di supporto e la
riabilitazione di alcune scuole primarie. 2000. L'Emergenza dei Medicamenti. La cronica carenza
di medicamenti nella Provincia di Malanje ha spinto il GVC a proporre un
Programma di Rifornimento di Medicamenti e Materiale Sanitario
all'Ospedale Provinciale di Malanje, finanziato dalla Unità di
Coordinamento per l'Assstenza Umanitaria della Nazioni Unite (OCHA),
creando uno stock supervisionato per sei mesi ai reparti ospedalieri ed al
Programma di Controllo della Tubercolosi. Circa 20 tonnellate di farmaci
sono stati donati all'ospedale. 2000. L'Emergenza Sanitaria e la Salute Materna. Un
programma finanziato dal Ministero dell'Agricoltura dell'Angola con fondi
FIDA e Fondo per la Sopravvivenza Belga, sta ricostruendo ed ampliando il
Centro Sanitario di Maxinde in Malanje. Il centro sarà referenziale per
il più grosso quartiere della città, essendo inoltre l'unica sala di
parto periferica, entrando a far parte del Programma di Referenza
Ostetrica previsto dal GVC nell'ambito del Progetto di Emergenza ECHO per
la città di Malanje. Ricordiamo che in questa provincia la mortalità
materna è una delle più alte del mondo. 2000. L'Emergenza Sociale: i Rifugiati a Luanda.
Grazie ai fondi in loco per l'emergenza messi a disposizione dalla
Cooperazione Italiana, in febbraio è stato avviato un Programma di Azione
Integrata Agricoltura e Salute, in un'area agricola del Municipio di
Cacuaco. Cento famiglie di rifugiati potranno beneficiare di azioni quali
la distribuzione di terra, di sementi, di attrezzi agricoli, di macchinari
e di una formazione finalizzata a rendere autosufficienti le famiglie
coinvolte. I
partner del GVC
In un primo tempo la scelta dei partner locali è
stata indirizzata verso quelli Istituzionali. Il GVC è riconosciuto ed ha
stretto accordi di cooperazione col Ministero della Sanità (MINSA) e con
le Delegazioni Provinciali della Sanità delle tre Province dove opera;
col Ministero dell'Assistenza e Reinserimento Sociale (MINARS). Recentemente si sono aperti dei canali di
collaborazione con partner non governativi: la Cooperativa Agricola di
Muzondo, il PRODECA (Programma di Sviluppo delle Culture Agricole della
Regione Nord: è un dipartimento del Ministero dell'Agricoltura ma
raggruppa varie organizzazioni anche non governative). Nell'ultimo anno è iniziata una collaborazione con
le Suore Mercedarie Missionarie che operano a Malanje nella realizzazione
del Programma di Appoggio all'Infanzia Abbandonata e Separata. La progettualità del GVCLa drammatica situazione sociale, politica e militare del Paese induce il
GVC a lavorare per tutto il 2000 con programmi di emergenza, pur pensati
come fase di transizione verso veri e propri progetti di sviluppo,
necessari a consolidare la pace nel Paese e a promuovere la riacquisizione
della fiducia da parte della popolazione locale. Il GVC sarà attivo nei settori dell'appoggio istituzionale e della
ricostruzione, non tralasciando l'ambito della formazione sanitaria e
tecnica che costituirà il perno dello sviluppo del Paese. Il GVC promuoverà programmi agricoli col supporto di nuove forme di
cooperazione quali il microcredito, finalizzato a favorire la piccola
impresa di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti
artigianali. Verrà inoltre stimolata la creazione di cooperative
principalmente nel settore agricolo per rafforzare l'economia del paese e
dinamizzare l'occupazione. Struttura
organizzativa del GVC
Viste le grosse difficoltà locali, soprattutto nel
settore dei trasporti e della comunicazione, il GVC, nel corso degli anni
ha dovuto organizzare un'efficiente struttura organizzativa che ora
dispone di: 4 uffici; |
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