15 agosto

Ferragosto... anche se qui e' una giornata come le altre!
Sveglia, colazione, lodi, e via al sejota a farsi strapazzare dai bambini. Il cielo pero' si presenta di un bel limpido e infatti il sole alto si fa sentire parecchio: nella pausa pranzo mi sdraio sulla terrazzina a rosolarmi per benino e accumulare un po' di fotoni. Dopo il meritato riposo scendo in cucina e scopro che vogliono montare un paio di mensole nel bagnetto. Hanno comprato una ventina di tasselli da otto e ogni mensola ha due staffe con tre buchi, manco dovessero appendere una cassaforte... Pero' mancano, in ordine sparso: il trapano, una matita per segnare il buco, un metro (e neanche un corda) per misurare la mensola da tagliare, il cacciavite e la chiave inglese (a che serve? bisogna anche cambiare un paio di rubinetti, gia' che siamo li'). Recuperati pian piano gli strumenti riusciamo a completare tutti i lavori giusto all'arrivo dei bambini.
Il pomeriggio si rivela impresa faticosa. La direttrice ha convocato le animatrici per fargli un predicozzo e io e Fabrizio ci troviamo soli con tutti i bambini nella terrazzina, armati di un pallone nuovo nuovo e della solita corda da sei centimetri. Cida ci chiude dentro e mi lascia, con le chiavi, la piena responsabilita' di tutto. In un modo o nell'altro, col tipico grappolo di bambini addosso e un paio, di media, a piangere per svariati motivi, passiamo il pomeriggio senza particolari incidenti.
Nel tornare il tempo cambia rapidamente, si alza un venticello frizzante che porta nuvole cupe. Facciamo giusto in tempo ad arrivare a casa e comincia a piovere, ma non con la solita pioggerellina, bensi' con un acquazzone tipico estivo (gia', ma qui e' inverno).
Ci fermiamo poi a chiaccherare un po' con padre Maurilio per la verifica settimanale, e ci racconta un po' dell'origine delle sejota e della vita della gente nella favelas intorno.
Silvana nel frattempo guarda interessata in testa a Tania e scopre quello che tutti ci aspettavamo ma nessuno desiderava... una bella covata di pidocchi... La scoperta scatena la caccia che finisce con solo tre vittime ma tutti quanti, vuoi per suggestione o forse per solidarieta', ci sentiamo prudere la testa in maniera esagerata.
La sera usciamo con Paolo e Paola per andare a cenare in una churrascaria. Un posto che molti miei amici apprezzerebbero oltremodo! Pagando il prezzo fisso si mangia carne fino a che si vuole... nel senso che c'e' un antipasto ad abbufe' (nel senso letterale) e poi passano i camerieri con degli spiedoni giganteschi e ti tagliano la carne sul piatto, ma fino a quando non si dice basta, o gli si lancia uno sguardo di sottomissione loro continuano a portare... Arrosti, roastbeef, salsicce, cuoricini, involtoni allo spiedo, eccetera eccetera. Si paga a parte quello che si beve, il trucco e' che le carni sono parecchio salate, per avere una crosticina croccante. Usciamo estremamente sazi, e i dossi dell'omnibus sulla via del ritorno ci rassodano bene il tutto nello stomaco. Un bicchierino di caipiriña e tutti a letto, tanto domani si ricomincia.