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La partenza per Foz Do Iguaçu condiziona un po' tutta la giornata. Andrea Lopez proponeva di partire alle cinque da casa, con la corriera che parte alle otto e quaranta. Noi pensiamo che sia più ragionevole una partenza tra le sei e le sei e mezza...
La mattina al sejota viene passata tutta (due ore piene) a ballare: una pila di cd di musica brasialiana e due classi di bambini che farebbero invidia al corso di salsa e merengue. Il mio ginocchio è in grado di reggere un ballo ogni tre, ma nonostante questo vengo spesso tirato in mezzo. Certe bambine muovono i piedi con una velocit` e una naturalezza che solo chi è nato in mezzo a questa musica riesce ad avere.
Il pomeriggio fortunatamente non si ripete la faticata della mattina, anzi, quasi a ritorsione verso i più giovani, insegnamo a giocare a spazzola. (È come giocare a bandiera, ma al posto della bandiera viene usato un pallone. Lo scopo è portarlo al di là della propria linea, con tutti i mezzi possibili, ad eccezione della violenza fisica tramite armi. È possibile e consigliato chiamare più numeri contemporaneamente, in modo che possano aiutarsi nel compito. Quando la cosa si rende un po' monotona si può integrarla con qualche nota creativa: i numeri devono arrivare saltando su un piede, camminando all'indietro, portandosi in spalletta, eccetera.) Il gioco sembra pigliare bene i bambini tanto che si riesce a passare l'ora e mezza che chi separa dalla merenda.
Arrivati a casa si preparano gli zaini e alle sei e mezza prendiamo la pirua che ci porta alla metropolitana e da lì alla rodoviaria. Una breve verifica della banchina di imbarco ed una rapida cena ci portano alla partenza. Il pullman che ci porterà lontano è abbastanza poderoso. Tra le file di sedili c'è più spazio che in aereo, in fondo c'è il bagno, un frigo da cui attingere bicchierini (nel senso letterale: bicchieri di plastica sigillati con la stagnola, marchiati e dodati di data di scadenza) di acqua fredda e un termos di caffè caldo. Le ruote hanno tutte degli strani tubi che poi si scopriranno essere parte di un sistema di monitoraggio e bilanciamento della pressione dei pneumatici per mantenerli gonfi anche in caso di foratura.
Saliamo e occupiamo i posti assegnatici. Poi da bravi italiani cominciamo a spostarci da un sedile all'altro, chiacchierare e ridere per un bel po' fino a quando la monotonia del viaggio e la stanchezza non ci spengono definitivamente. Ma non senza aver prima brindato con la bottiglia di caipiriña che una giornata di congelatore ha trasformato in un silurone verde (la bottiglia è di sprite) quasi completamente ghiacciato.

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