LESLIE CHEUNG, MISCONOSCIUTO DIVO
ALBERTO CRESPI, Leslie Cheung, misconosciuto divo, in "Film Tv", n. 15, 13-19 aprile 2003, pagina 114
(...) Avrete forse letto, o sentito, che lo scorso 1 aprile (e non è uno scherzo, ahinoi) si è ucciso in quel di Hong Kong l'attore Leslie Cheung. Il 2 aprile solo "Repubblica" lo scriveva: sotto la testatina "Il caso", una scarna notiziola di 6-7 righe. Vecchia scuola giornalistica vorrebbe che se una notizia è un "caso" richiede un certo sviluppo, altrimenti resta - appunto - una notizia. A riprova che la vecchia scuola è roba da babbioni, il 3 aprile "Repubblica" non riprendeva la storia di Cheung; il "Corriere della Sera" la ignorava totalmente e solo il "Messaggero" aveva una breve, per altro ripresa da un brutto lancio di agenzia che metteva in parallelo il suicidio di Cheung con un suo ruolo: "La morte dell'attore ricalca l'epilogo di Addio mia concubina, il film diretto da Chen Kaige nel 1933". Sì, avete letto bene: 1933! Vabbè, i refusi possono sfuggire - ovviamente Addio mia concubina è del '93 - ma il problema è un altro. A parte il luogo comune del paragone finzione/realtà (come noto, tutti gli attori che interpretano assassini commettono delitti, tutte le attrici che recitano nella parte della mignotta... eccetera eccetera), è triste leggere sulle agenzie che Leslie Cheung era diventato famoso per il film di Chen Kaige. Cheung, classe 1956, era celeberrimo a Hong Kong e in tutto il mondo di lingua cantonese o mandarina dall'inizio degli anni '80. Era un cantante pop che vendeva milioni di dischi, e un divo del cinema almeno dai tempi di A Better Tomorrow (di John Woo) e di Storie di fantasmi cinesi (di Ching Siu-Tung). Era anche un'icona gay grazie al ruolo molto hard in Happy Together di Wong Kar-Wai. Era un divo vero, per i cinesi è come se fosse morto James Dean, o Jim Morrison, o tutti e due assieme. Ma a noi italioti, che ce ne frega dei cinesi? Sono tutti uguali, e poi sono solo alcuni miliardi...