Il termine regione ha assunto, nei diversi ambiti e discipline, vari significati: area di estensione di una attività economica, grado della scala spaziale sotto lo stato-nazione, piccola zona in cui si è nati e a cui si è legati, raggruppamento di stati. Al suo posto e con maggiore efficacia può essere utilizzato il termine classe socio-spaziale, seguendo quanto indicato da Reynaud. Le classi sociali non sono solo, come vorrebbe lanalisi marxista, classi socio-economiche, ma è necessario considerare altre distinzioni: spaziali, culturali, regionalistiche Riprendendo il discorso storico, già in alcune società primitive i gruppi spesso coincidono con i territori (per esempio nelle Nuove Ebridi, nel Madagascar). Anche in altre società lidentità è stata legata al territorio, con conseguenze probabili quali il far coincidere questa identità con un certo senso di superiorità, come si può per esempio evidenziare nelle dispute campanilistiche, e una certa omogeneizzazione culturale a livello locale. Gli stessi movimenti regionalistici, solitamente, esprimono unanimità di desideri, sentimenti di autonomia e di appartenenza alla stessa classe. Lunità di queste classi socio-spaziali può sicuramente essere considerata in parte artificiale, dato che comprende varie disuguaglianze economiche e di altra natura, ma dallaltra parte anche le classi socio-economiche di tipo marxista sono in parte artificiali. Il concetto di classe socio-spaziale indicato da A. Reynaud permette di evitare la contrapposizione tra sociale e spaziale: essa è costituita da un gruppo sociale che vive in uno spazio in un grado della scala. Secondo la prospettiva sistemica le classi socio-spaziali si formano per entropia negativa: un gruppo sociale inventa soluzioni organizzative nuove, cura lordine e quindi le informazioni sono strutturate, laccumulo di capitale come la sua utilizzazione avvengono sul posto. Questa organizzazione, a partire da uno o più focolai, si diffonde nelle vicinanze e si creano le classi socio-spaziali, polarizzate dissimmetricamente attorno ai poli ed omogenee per formazione di area culturale. Per esempio, dalla città alle campagne vicine si diffondono idee e tecniche, si impongono tratti comuni e si formano le regioni. Questo iter vale, con gli opportuni aggiustamenti, per tutti i gradi della scala spaziale. Al livello di città, si possono trovare esempi nella Grecia del VI secolo a.C., oppure Norimberga, Genova, Venezia, Firenze nel Medioevo come Vienna nel XVI secolo; a livello di regioni ci sono la Scozia del XVIII secolo e la California del XX secolo. Sono sempre gruppi sociali che possiedono una coesione, una capacità di innovazione e di creazione che li fa diventare eccezionalmente produttivi, sia dal punto di vista economico, sia artistico (Firenze) o intellettuale (Vienna). Le classi socio-spaziali possono essere dinamiche ma possono anche scomparire: sia per decadenza da aumento di entropia o disordine (lorganizzazione e la creazione si indeboliscono ed il capitale non viene utilizzato, quindi le persone emigrano); sia per assorbimento in unaltra classe socio-spaziale più dinamica e/o di grado superiore. Secondo Reynaud si riscontrano due tipi di problematiche fondamentali: quelle che riguardano l'appartenenza ad un grado della scala socio-spaziale e quelle che riguardano le disuguaglianze. Per quanto concerne la prima problematica, i membri di una classe socio-spaziale di solito non percepiscono il senso di appartenenza simultaneamente a tutti i gradi della scala, ma al massimo ad uno o due gradi. La coscienza di appartenenza ad un grado della scala socio-spaziale, che solitamente è acuta e condivisa, può diventare campanilismo, regionalismo o, addirittura, nazionalismo. La coscienza di classe socio-spaziale è tanto più forte quanto più forti sono le disuguaglianze e quindi i relativi conflitti che possono derivarne, i quali possono sfociare, purtroppo, ma come la storia contemporanea insegna frequentemente, in guerre civili (come per esempio in Cambogia o nel caso degli Kmer rossi o, ancora, nellodierno conflitto del Kosovo). La seconda problematica è quindi strettamente collegata con la prima, e si basa sulla constatazione di Reynaud che la disuguaglianza è fortemente presente fra le varie classi socio-spaziali qualunque sia il sistema di organizzazione economico locale. Anche considerando che tra le classi socio-spaziali esiste una certa mobilità, che naturalmente equivale alla mobilità geografica, essa cambia a seconda del grado della scala e riguarda non solo le persone ma anche le merci, le informazioni, i capitali. Si vuole sottolineare in questa sede lestrema dipendenza dei concetti di classe socio-spaziale e di disuguaglianza: lesistenza delluno implica il sorgere dellaltro: se non ci fossero classi socio-spaziali non esisterebbero disuguaglianze, almeno a livello territoriale. Tra le diverse classi socio-spaziali si possono verificare diversi tipi di relazioni, che A. Reynaud identifica con in flussi:
Se una classe socio-spaziale non ha relazioni con altre classi socio-spaziali costituisce un isolato (per esempio le popolazioni delle montagne africane e asiatiche). Il concetto di isolato è simile a quello di 'casta' e presuppone uno sviluppo separato come in un sistema autarchico; permane qualche legame con l'esterno e non può, teoricamente, durare per sempre, ma solo per dei periodi, per trasformarsi in centro o in periferia. Per quanto concerne le relazioni simmetriche il saldo tra i flussi è nullo, appunto simmetrico, uguale, ma questo non perché vi sia assenza di relazioni ma semplicemente perché i flussi si equivalgono nella loro intensità. Questo tipo di relazione, secondo Reynaud, può comunque durare solamente per brevi periodi. Infine si prendono in considerazione le relazioni dissimmetriche, cioè con flussi disuguali tra le diverse classi socio-spaziali. Sono queste il tipo di relazione più diffuso ed è questo tipo di relazione che dà origine alle disuguaglianze socio-spaziali, con tutte le problematiche che ne conseguono e che, dal punto di vista della geografia di Internet in Italia, si va ad analizzare. |