UNA PARROCCHIA A SAN DIEGO IN CALIFORNIA
Ho la fortuna di essere il nonno di due nipotini che stanno a San Diego in California, e questo mi dà l'occasione di trascorrere lunghi periodi da quelle parti: quattro mesi, quest'anno, in cui ho avuto l'opportunità di frequentare la Chiesa locale, e in particolare la Comunità di St.James e St.Leo, di Solana Beach. E' stata per me un'esperienza importante, e vorrei darne conto per qualche riflessione.
Riporterò un pò di dati sulla Parrocchia e cercherò di accennare alle varie attività.
Parrocchia grande, circa 2700 famiglie a St.James (10000 parrocchiani ) e 500 a St.Leo (2000 parrocchiani ). St. James comunità di lingua inglese, St Leo comunità di lingua spagnola. Personalmente ho frequentato in prevalenza St. James, e di questa soprattutto vorrei parlare.
Nel territorio della Parrocchia i cattolici rappresentano circa il 20 %, che è un pò la percentuale di tutta la Contea di San Diego.
Mi dice il parroco, Father Lawrence Purcell, che all'incirca il 50% dei battezzati frequenta la Messa domenicale. Di Father Lawrence, il vero punto di riferimento e animatore della Comunità, devo poi fare un discorso a parte.
Frequenza alla Confessione, una volta all'anno, circa il 10%.
Ma due volte all'anno St. James fa una Confessione comunitaria. I parrocchiani si presentano in Chiesa al parroco su due file e rispondono insieme ad una serie di domande concernenti peccati e responsabilità verso Dio e la Chiesa, e quindi si avvicinano al celebrante per confessare aree di mancanze personali.
In media il Battesimo è amministrato agli otto mesi. Ho assistito al battesimo di tre bambini e a quello dei Catecumeni nella notte di Pasqua.
Sono rimasto impressionato dal Battesimo dei bambini. Tutti i presenti alla messa hanno preso parte attiva alla loro introduzione nella comunità e nella Chiesa. Ho visto gesti belli, i gesti del celebrante, come le mani tese sui bambini ad invocare la benedizione del Signore, ripetuti dalla comunità. Sono segni di questa condivisione, di questa accoglienza, e canti e atmosfera di gioia.
Molto bello anche il battesimo dei Catecumeni, durante la veglia pasquale. Più o meno, durante l'anno ci sono una ventina di Catecumeni, metà non cristiani, metà da altre confessioni cristiane. Per inciso, registro, almeno qui a San Diego, in una comunità che vive a stretto contatto con tante confessioni cristiane diverse e credi differenti, un forte senso d'appartenenza alla Chiesa Cattolica, direi come un positivo apprezzamento per la fortuna di aver ricevuto "questa" fede, che mi ha fatto pensare, abituati come siamo a vivere in un ambiente, quello italiano, dove di fatto non c'è l'alternativa, se non quella di nascere cattolici.
Torno al battesimo dei Catecumeni ( ragazzi e persone mature). La veglia pasquale era centrata sul rito iniziale della luce, e sul battesimo. Anche qui, nel rispetto di tutti i segni e significati del battesimo, quello che colpisce è la partecipazione comunitaria e il senso di gioia associato. Per il Battesimo c'è l'acqua corrente che sgorga da una fonte sull'altare e i battezzandi entrano nell'acqua per esser battezzati. Può sembrare coreografia, ma è qualcosa di più, che fa collegare il Battesimo e la Fonte perenne. Tutto il rito diventa in qualche modo "segno".
Parlando dei catecumeni, introduco un altro tema, quello dei rapporti con gli altri.
Nell'ambito della parrocchia sono presenti luterani, presbiteriani, episcopali, unitariani, e fra i non cristiani ebrei, la Comunità dell'autorealizzazione ( traduco da The Fellowship of self-realization, d'origine asiatica indiana ). Non ci sono molti contatti fra le diverse confessioni cristiane, salvo scambi d'informazioni fra i pastori. Gli ebrei sono circa il 5% della popolazione, ci sono dei contatti fra il parroco e il rabbino.
Il movimento ecumenico è un fatto elitario. Manca poi qualsiasi percezione delle divisioni storiche, dei precedenti conflitti, come potrebbe essere qui in Europa..
San Diego è area di confine col Messico ed esistono problemi d'immigrazione. Ma questi problemi non sono in modo specifico avvertiti nelle parrocchie di cui parlo. Le due comunità tendono a vivere , per quanto ho potuto capire, mantenendo ciascuna la propria identità: St.Leo frequentata prevalentemente da persone che parlano spagnolo ( molte delle quali non sono materialmente censite in parrocchia ), St.James prevalentemente frequentata da anglofoni. I problemi relativi ad immigrazione e rapporti interrazziali sono sicuramente maggiori a Los Angeles, dove sono presenti grosse comunità nere, cinesi, asiatiche in generale, con un'accentuata conflittualità.
Collegato alla vicinanza col Messico, St.James e St.Leo hanno un Mission Circle, e cioè un gruppo di una trentina di persone che si fa carico di problemi della vicina città di Tijuana ( appena al di là del confine ). Di questo gruppo fanno parte persone che operano part time e che forniscono direttamente assistenza medica, scolastica, e consulenza commerciale e finanziaria, secondo richieste e necessità.
Fra le altre attività, la formazione religiosa dei giovani, gli scouts ( che operano insieme con le altre confessioni cristiane ), le giovani coppie, i divorziati, e i gruppi familiari per la lettura e meditazione del Vangelo ( una ventina , che il parroco coordina con i responsabili di gruppo ).
Segnalo, e metto in evidenza, poi, un incontro mensile, il breakfast meeting, che riunisce il primo venerdì del mese 60-70 parrocchiani, alle sette di mattina, quindi prima dell'orario di lavoro, e qui uno speaker, a turno, parla della sua esperienza di fede, dopo di che c'è un momento di preghiera, e poi colazione insieme.
La parrocchia è molto impegnata nella scuola, in ampliamento proprio ora, per ragazzi dalla primaria alla media. Per quest'ampliamento la Diocesi ha garantito i finanziamenti, ma i parrocchiani si sono autotassati, ognuno in ragione delle proprie disponibilità, per coprire tutti i rimborsi dei mutui. E varie persone della parrocchia seguono il progetto, di qualche milione di dollari, nella parte amministrativa e nella fase progettuale ed esecutiva. La parrocchia, e tutte le sue attività, se le vuoi, sono tue e a tuo carico.
Da un punto di vista economico, la parrocchia è finanziata dai parrocchiani e paga una tassa alla diocesi. Circa metà delle spese è destinata a stipendi e benefits delle persone che tengono amministrazione e fanno servizi ( per esempio, i responsabili della formazione religiosa di bambini e ragazzi, a tempo pieno, sono stipendiati, è pagata la cantante che organizza canti e musica, ecc ). I conti sono fatti all'americana, diretti, senza scandalo per la corrispondenza fra servizi e spese, col giusto riconoscimento per i tempi dedicati dalle persone. Il parroco per tutto questo delega completamente ai laici.
A conclusione, vorrei evidenziare i due punti a mio parere importanti.
Primo: la messa domenicale. E' un momento centrale, un incontro di festa e di vera partecipazione, sottolineata anche da dei segni. I presenti s'incontrano, si prendono per mano al momento del Padre nostro. La chiesa è a pianta semicircolare, al canto del Padre i presenti si uniscono in un grande abbraccio festoso su tutto l'arco della chiesa.
I canti, nei vari momenti, accompagnati da strumenti moderni, sono gioiosi e partecipati.
All'uscita , come consuetudine, ma in questo caso non formale, ci s'incontra fra tutti, e col parroco. I bambini, ovviamente, fanno conto di trovare, alla fine della celebrazione, donuts e altro, e gli adulti caffè e bevande, il tutto organizzato a turno da un parrocchiano.
Secondo: il parroco. Il punto di riferimento, la persona a cui tu puoi andare a parlare, e che ti sa parlare. E' forse un personaggio particolare, ma grazie a Dio ce ne sono. Ha il dono di una comunicativa immediata, la sua introduzione alla messa è diretta, semplice, è la parola di un amico, il commento al Vangelo e alle letture ( che peraltro vengono segnalate nel bollettino della settimana precedente per incoraggiare una previa lettura ) è molto diretto, centrato su pochi punti importanti e essenziali, forse senza molta esegesi, ma ti tocca di certo. Parla a braccio, ma sicuramente si prepara con cura, e ti dà l'impressione bella di uno che ci crede. E tu non puoi uscire da messa come c'eri arrivato, cosi come non puoi stare accanto al tuo vicino come un estraneo, come osservo capita nella gran parte delle nostre comunità ( quel certo senso di acuta privacy, per cui ognuno fa storia a sé, una partecipazione di singoli isolati e molto riservati, in una consuetudine di lunga data ).
Come dice il nostro Cardinale, le nostre riunioni intorno all'Eucaristia devono esser segno, anche un estraneo dovrebbe entrare e avvertire che cosa c'è di grande al di là dei segni. E qui, senza cadere in un eccesso di esaltazione, ho avvertito questo. E ho apprezzato lo sforzo di integrare la celebrazione dei sacramenti nella comunità, come credo sia giusto. Fraternità, compartecipazione, e gioia.
Father Lawrence, per inciso, è stato anche molto tempo prefetto all'Università Gregoriana di Roma. Ha, questo a mio personale avviso, anche il merito di essere un buon giocatore di golf. In una mattinata di vacanza mi ha dato una lezione, nel senso che mi ha battuto, ed è riuscito, anche sul campo di golf, a parlare con chi gli stava intorno come un prete, ma un prete che genera simpatia.