La dinastia dei Flavi
Dinastia Flavia
Alla dinastia Giulio-Claudia successe quella Flavia, che ebbe migliori rapporti con il Senato. Essa inizia con Tito Flavio Vespasiano (69-79 d.C.), che fu anche il primo imperatore non appartenente alla nobiltà. Egli diede inizio alla costruzione dell'Anfiteatro Flavio, portata a termine dal figlio Domiziano. L'anfiteatro fu chiamato dai Romani Colosseo, in quanto nei pressi sorgeva la statua colossale di Nerone. Poteva contenere fino a 70000 spettatori e vi si svolgevano battaglie navali, combattimenti di gladiatori e cacce di belve.
Tito succedette a Vespasiano nel 79 d.C. e fu considerato un buon imperatore, tanto da essere soprannominato "delizia del genere umano". Prima di diventare imperatore, ebbe il compito di concludere le operazioni militari contro gli ebrei insorti. Nell'estate del 70, riuscì a sconfiggerli completamente, distruggendo il tempio di Gerusalemme. Gli ebrei dopo questa tragedia non ebbero più una patria e furono costretti a disperdersi per il mondo.
Arco di Tito - disegno di Lorenzo Piacenti
Nel foro romano, ancora oggi, si può ammirare l'arco che celebra il trionfo di Tito sugli ebrei, sul quale tra l'altro si può notare un bassorilievo che raffigura il candelabro ebraico a sette braccia.
Alla morte di Tito, gli successe il fratello Domiziano (81-96 d.C), molto diverso da lui. Domiziano governò con durezza : aumentò le tasse, fece uccidere molti ricchi cittadini, solo per poter confiscare i loro patrimoni. I perseguitati organizzarono una congiura e lo eliminarono nel 96 d.C. E' dovuta a lui l'inizio della costruzione della piazza in onore di Minerva, che prenderà il nome di Foro di Nerva, in quanto ultimato dal successivo imperatore. La piazza, larga 45 e lunga 120 metri, con in fondo il tempio di Minerva, è ancora oggi visibile nell'area dei Fori imperiali.
Alla dinastia Flavia, estintasi con l'uccisione di Domiziano, non seguì un'altra dinastia, ma per quasi un secolo, la trasmissione del potere avvenne secondo il principio dell'adozione del migliore. L'imperatore doveva adottare il suo successore senza badare ai legami di parentela, ma solo basandosi sulle sue effettive doti morali e politiche.
L'anziano senatore Cocceio Nerva (96-98 d.C.), che successe a Domiziano, inaugurò il criterio dell'adozione del migliore. Infatti, adottò Marco Ulpio Traiano, generale di origine spagnola, poiché dotato di grandi capacità politiche. Traiano (98-117 d.C.) fu il primo imperatore non italico. Abbellì Roma con il Foro che prese il suo nome, dove fu eretta anche una famosa colonna sulla quale vennero scolpiti dei bassorilievi che narrano le imprese militari dell'imperatore. Riuscì a sottomettere la Dacia (corrispondente press'a poco all'odierna Romania) e molte altre regioni orientali (Partia, Armenia, Mesopotamia e Assiria). Con l'annessione di queste nuove province, l'impero raggiunse la sua massima estensione.
Colonna Traiana - disegno di Mirko Grimaldi
Il successore di Traiano, Publio Elio Adriano (117-138 d.C.), fu anch'egli uno spagnolo. Assicurò all'impero un lungo periodo di pace e fece costruire numerose e spendide opere architettoniche. Tra queste ricordiamo la famosa Villa Adriana nei pressi di Tivoli e la ricostruzione del Pantheon. In entrambe le opere pare che lo stesso imperatore abbia dato un contributo alla progettazione.
Pantheon - disegno di Michela Massacci
A cura degli alunni della scuola elementare "Gianni Rodari" di via F. Santi I-00155 Roma, coadiuvati dagli insegnanti Maria Grazia Pesce e Piero Cusinato