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Santa Madre Paolina
Dal testamento spirituale
di Madre Paolina
“Siate umili;
è Nostro Signore che fa tutto;
noi siamo suoi semplici strumenti. Confidate sempre
e molto
nella Divina Provvidenza.
Niente, giammai,
vi disanimi.
Vada via il vento contrario. Nuovamente vi dico:
confidai in Dio e in Maria Immacolata;
rimasi ferma e avanti!
Vi raccomando molto e molto
la santa Carità dentro di voi,
e specialmente i sofferenti
della Santa Casa, degli Asili,
dei Ricoveri...
La mia missione è terminata;
muoio contenta e dò,
di tutto cuore,
a voi tutte la mia benedizione.”
Le
virtù
La carità verso Dio fu il filo conduttore che legò tutte
le tappe della vicenda terrena di Madre Paolina,
la cui espressione tangibile fu la totale donazione di sé
stessa ai fratelli, specialmente i più bisognosi.
I suoi prediletti erano; gli ammalati, gli orfani, gli anziani,
i poveri, i peccatori. La vita della Beata può essere sintetizzata
dal titolo datole dal popolo di Vigolo di Nova Trento:
“Infermiera”,
cioè, essere - per -gli - altri.
I poveri e i malati furono i due ideali della vita della
Beata, che nel loro servizio trovò l’incentivo per crescere
nell’amore verso Dio e nella pratica di tutte le virtù.
L’amore a Gesù portò Madre Paolina a esercitare con costanza
le virtù della fortezza, prudenza, giustizia e temperanza
e ad assumere fino alle ultime conseguenze i voti di castità,
povertà e obbedienza dello stato di perfezione.
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“L’UMILTA’”
(lettura tolta dal “Compendium vitae, virtutum ac miracolorum”per
la causa di canonizzazione.)
“La virtù, però, più evidente e più attraente della Madre
Fondatrice fu senza dubbio l‘umiltà.
La Beata inculcava nelle sue Suore
il vero spirito di umiltà,
specialmente con l’esempio,
senza omettere esortazioni in privato e in pubblico.
Soleva dire:
“L’umiltà è il fondamento di tutto. Umiltà è semplicità;
l’orgoglio viene dal demoni”
La pagina più luminosa della santità e umiltà di Madre Paolina
fu scritta dalla condotta avuta allorché Mons. Duarte Leopoldo
e Silva prospettò la deposizione dal governo generale:
“Si gettò in ginocchio... si umiliò... rispose che era prontissima
a consegnare la Congregazione...
si offriva spontaneamente a servire nella Congregazione
come suddita.”
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Amabile
Visintainer nacque a Vigolo Vattaro il 16 dicembre 1865.
A causa della crisi economica gravante sul Trentino, il
25 settebre 1875 emigrò con la famiglia e una vera folla
di Trentini verso il Brasile. Nello Stato di Santa Caterina,
nell'attuale comune di Nova Trento, suo padre e altri cinque
capifamiglia fondarono Vigolo, dove all'età di 14 anni Amabile
insieme a Virginia Nicolodi cominciò ad occuparsi della
assistenza ai malati, della catechesi e della manutenzione
della chiesa di san Giorgio. Il 12 luglio 1890, insieme
con l'amica, Amabile accolse e assistette Angela Viviani
gravemente malata di cancro. Ebbe così inizio la Congregazione
delle Piccole suore dell'Immacolata Concezione, approvata
dal vescovo locale il 25 agosto 1895. Assunto il nome di
Paolina del Cuore agonizzante, Amabile guidò con semplicità
e saggezza la Congregazione, organizzando scuole, ospedali,
educandati, laboratori. Invitata dal vescovo di san Paolo
a dedicarsi colà ai figli degli schiavi, ebbe molto a soffrire.
Mostrò eroica obbedienza e umiltà quando nel 1909 fu invitata
a lasciare la guida della Congragazione. Visse quindi 33
anni nell'oscurità come semplice suora, dapprima fra i malati,
poi addetta a lavori manuali. Morì il 9 luglio 1942.
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La
carità è paziente,
è benigna la carità;
non è invidiosa la carità, non si vanta,
non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse,
non si adira,
non tiene conto
del male ricevuto,
non gode dell’ingiustizia, ma si compiace
della verità.
Tutto copre,
tutto crede,
tutto spera,
tutto sopporta.
La carità
non avrà mai fine.
1Corinti.
Cristo
patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate
le orme:
egli non commise peccato
e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva
con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta,
ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia.
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe siete stati guariti
1°Pietro
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