Buon
compleanno, Mina. Nel giorno giusto, come vuole la buona
educazione. Senza sottolineare il doppiaggio dei ruggenti
sessanta che la inseriscono, anche anagraficamente, tra le
divine italiane di sempre. Senza la mitobiografia che si riserva
alle persone che ci lasciano. Non a quelle che festeggiano. Buon
compleanno, quindi, con un piccolo pranzo di Babette, da nonna
felice. E la torta preferita (pera e cioccolato o tarte tatin?)
da una voce golosa, di prosciutto e di seta. Che ha pasta e
timbro di un'intonazione assoluta.
Teleguidata da un'istinto geniale, lei sente e pensa le note
prima, come un virtuoso della tromba jazz. E non perde mai di
vista il sentimento. Mina ha frequentato gli autori oggi
dimenticati e i cantautori. Ha trattato De Andrè e Paoli,
Donaggio e Battisti, Gaber e Jannacci. Napoli, Brasile e Beatles.
Ha soprattutto lasciato un'impronta indelebile con canzoni che
non sarebbero esistite senza di lei.
Uno strascico di titoli perduti nei solchi di vinile:
"Tintarella di luna", "Il cielo in una
stanza", "Due note", "Renato",
"Stessa spiaggia stesso mare", "E se
domani", "Le mille bolle blu". Prima di cantare
"La canzone di Marinella", "Se telefonando",
"Come sinfonia", "Brava", "Sono come tu
mi vuoi", "Se c'è una cosa che mi fa impazzire".
La classicità di "Vorrei che fosse amore",
"Parole parole", "E poi", "Non gioco più".
"L'importante è finire". Un passato per nulla
ingombrante, spazzato via dai nuovi autori dei suoi album, perchè
Mina ama guardare oltre. Godere il presente e progettare, senza
fretta, il futuro.
Ha appena cantato Renato Zero e tiene un omaggio a Domenico
Modugno nel cassetto. Collabora a "Liberal" e alla
"Stampa", si concede alla radio. Sta lavorando al
nuovo disco di inediti che uscirà nel 2001 ma annuncia anche
un'antologia di arie sacre per settembre che già fa discutere
(chi non ha ancora sentito un Cd che non c'è....).
Mina ha studiato la produzione di musica sacra dal gregoriano al
barocco, scegliendo Bach, Monteverdi, Pergolesi e altro. I testi
sono in volgare e in latino; in spagnolo quello di Santa Teresa
D'Avila. Un musicologo e un teologo garantiscono il
politicamente corretto, ma la sorpresa vera è che queste
sublimi melodie sono state arrangiate come ballad jazz. In trio,
per pianoforte e voce, con un tappeto d'archi scritto dal
maestro Ferrio. E' stata scritta la musica per Santa Teresa,
sono stati armonizzati, con grande rispetto, i canti del
gregoriano (che sono pura melodia). Lei ci dice, dopo mesi di
studio e di ascolto: questo è il mio meglio nel sacro. Come per
gospel e spiritual, con una sottile anima jazz.
Nelle foto: una bellissima Mina negli anni Sessanta; sotto la
cantante in due immagini (dell'agenzia Giacomino) «rubate» a
Brescia mentre fa shopping nella città dove lavora il suo
compagno, il medico Eugenio Quaini.
Secondo alcune indiscrezioni, Quaini, che conosce Mina da quando
era una ragazzina, è sempre stato innamorato di lei e ha saputo
aspettarla con romantica costanza
di
Marco Mangiarotti
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