UNIONE SPELEOLOGICA PORDENONESE C.A.I.



STORIA DEL GRUPPO

Dieci anni di unione





Una breve premessa



E' notte fonda.
Mi trovo in fondo ad una grotta, così come è successo tante altre volte.
Con me sono gli amici di sempre, i compagni di esplorazione, il buio, l'acqua, il sonno, i pensieri.
Anche questa volta non riesco a non chiedermi il perchè, il come siamo arrivati fino quaggiù: dietro ad ogni nostro passo, ad ogni nostro gesto, a volte semplice, a volte molto complesso si cela un sottofondo sul quale si muovono innumerevoli elementi che, insieme, vanno a comporre quel grande mosaico da cui hanno origine le nostre motivazioni e nel quale, immancabilmente, confluiscono ogni volta le nostre speranze.
Questi elementi ci circondano completamente e si mostrano, a volte con evidente chiarezza, altre volte nascondendosi dietro ogni più piccola cosa: la grotta, ad esempio.
Un semplice buco nel calcare, si dice.
Già, semplici buchi nel calcare, aggiungo io: quasi mai bellissimi, ma sempre estremamente appaganti.
Cosa significa questo? Quanto è costato arrivare fino quaggiù?
Il più delle volte, un'enormità di ore di lavoro, quasi sempre duro, troppo spesso avaro di risultati, sicuramente più copiosi se lo stesso impegno fosse stato riservato a zone più generose, ma sempre sentito e vissuto coralmente.
D'altronde gli eroismi individuali, per quanto apprezzabili, servono a ben poco in posti come quelli in cui ci troviamo a lavorare, posti che non hanno mai voluto regalare niente, ma che hanno sempre saputo dare moltissimo a chi è riuscito a "capirli", a sentirvisi a proprio agio.
E mi sia concesso, poi, di dire che mai saranno ringraziati a sufficienza tutti coloro che hanno contribuito, con la propria operosità, a scrivere la pur breve storia di questa nostra speleologia.
Mi scopro a guardarmi intorno, ad osservare coloro che mi circondano in questo momento.
Mi accorgo che molti di loro provengono da città diverse dalla mia, alcuni anche da molto lontano.
E di ciò, perdonatemi, non posso non esserne fiero.
Quante volte in passato gelosie e campanilismi l'hanno fatta da padroni?
Certo, in questo senso, molto resta ancora da fare.
Ma credo che, attualmente, poche cose siano costruttive quanto il continuo confronto con realtà diverse dalla nostra.
Il termine stesso "evoluzione" ha senso solo se messo in relazione con il cammino che altri hanno tracciato e continuano a tracciare intorno a noi.
Un concetto, questo, che trascende il significato puramente tecnico della parola, e che investe la totalità delle esperienze che gli esploratori, vivono ricercando la soluzione ai problemi che la speleologia di oggi pone loro continuamente davanti.
Ecco, questo credo sia, in sintesi, il senso di tutto ciò.
Il bisogno di comunicare all'esterno ciò che si sente, ciò che si è.
L'idea di pubblicare questo bollettino, è nata forse proprio dalla necessità di avere un punto di riferimento su cui contare, e su cui raccontare le esperienze del passato e le speranze per il futuro.
Un invito, quindi, rivolto a tutti, affinchè le impressioni, le opinioni, i commenti, e, perchè no, anche le critiche, non restino imprigionate tra le pareti delle grotte che ogni settimana percorriamo, ma contribuiscano concretamente, almeno lo spero, alla costruzione di questo nostro giovane edificio.



1980 - 1985

Dieci anni, per un gruppo speleologico, sono considerati in genere pochini.
Per chi li vive, però, essi rappresentano pur sempre un pezzo di storia, tanto più significativa quanto più intensamente vissuta; questo credo sia il nostro caso.
Perciò, prima di soffiare sulla decima candelina, proponiamo questa carrellata sulle tappe più importanti raggiunte dalla speleologia pordenonese in questo periodo.

1980:

Dalla fusione di due gruppi speleologici preesistenti, il Gruppo Speleologico Idrologico Pordenonese e la Commissione Speleologica "Jama", nasce l'Unione Speleologica Pordenonese.
L'attività ha ancora un carattere propedeutico rispetto agli impegni che attenderanno gli speleologi negli anni seguenti.
Vengono compiute numerose escursioni in cavità della zona, con l'intento di mettere a punto le tecniche ed affinare le capacità delle persone.
A tal fine, alcuni soci partec ipano a corsi nazionali organizzati dalla S.N.S. del C.A.I..
In questo stesso anno, al "Landri Scur", una cavità conosciuta per circa un chilometro, nei pressi di Claut, viene realizzato un tunnel con alcuni bidoni metallici, in maniera tale da riuscire ad evitare gli inconvenienti dovuti alle continue frane di sabbia nella strettoia iniziale.
In questo stesso anno, monopolizza il nostro lavoro divulgativo la preparazione degli "Atti del IV° Convegno Regionale di Speleologia del Friuli Venezia Giulia" tenutosi a Pordenone nell'autunno 1979.
Per il resto ... Pause di "recupero psichico" dallo stress della manifestazione.

1981:

Prosegue l'attività nelle cavità della Provincia.
Nel mese di maggio, in seguito ad una prospezione, viene raggiunto ed esplorato un buco in parete, sul versante Nord del Monte Fratte, presso Claut: è il "Fontanin del Fratte", una risorgenza attiva in cui verranno raggiunti, dopo numerose disostruzioni, i 400 metri di dislivello positivo, per un chilometro di sviluppo.
L'esplorazione sarà interrotta a fine anno in seguito ad un incidente, per fortuna senza gravi conseguenze.
Un cenno particolare alla coorganizzazione di un Convegno Naturalistico Etnologico in A,ndreis, interessante località della Valcellina.
Nelle giornate di studio, si avanzano proposte ed esperienze per un usufrutto mirato dei molteplici fenomeni carsici presenti in zona. Inizia qui il nostro impegno di valorizzazione del patrimonio naturale legato alla speleologia che caratterizzerà gran parte dell'attività del gruppo negli anni ottanta.

1982:

Riprendono le esplorazioni al Fontanin dei Fratte.
Durante un campo estivo, vengono raggiunti e rilevati alcuni rami secondari, uno dei quali, con una strettoia impraticabile, ma piuttosto ventosa, mette fine alla grotta.
Attività anche in numerose altre cavità.
La "Mostra Storica Internazionale di Speleologia" è l'iniziativa proposta per far conoscere le origini storiche della nostra disciplina e si concretizza anche grazie alle tante amichevoli e proficue collaborazioni instaurate con sodalizi italiani ed esteri che ci aiutano a raccontare quel periodo pioneristico della speleologia purtroppo assente dal pordenonese.

1983:

All'inizio dell'anno alcuni soci prendono parte ad un campo interno di quattro giorni alla "Spluga della Preta", alla profondità di - 800.
Ma la vera sorpresa attende al varco gli speleologi.
Una domenica di fine gennaio, una squadra di quattro persone decide, senza troppa convinzione, di tentare uno scavo nella fessura su ghiaia che mette fine al Landri Scur.
Dopo qualche ora di lavoro, ormai sul punto di desistere, un sasso lanciato al di là della fessura, rivela la presenza di un vasto am biente.
Poco dopo, davanti ai quattro si spalanca la prima di una serie di gallerie che aggiungeranno, per il momento, altri 2.500 metri al vecchio rilievo.
Le esplorazioni si arrestano in occasione del disgelo primaverile, sotto un camino percorso da una discreta quantità d'aria.
Durante un sopraluogo in una nuova zona carsica, il Montelonga, nei pressi di Barcis, viene disceso un inghiottitolo che, con tre lunghi pozzi, raggiunge la profondità di - 200.
La cavità sarà dedicata a Maurizio Vazzoler , un giovane socio scomparso poco tempo dopo.
Il 1983 non è però ancora finito.
Nel corso di una revisione catastale di tutte le cavità rilevate in passato sul Monte Fratte, alla luce della scoperta del Fontanin del Fratte, una in particolare attira la nostra attenzione: è la Grotta del Monte Fratte.
Già siglata col numero di Catasto Provinciale "13" e rilevata sedici anni prima dal G.T.S. di Trieste, si fermava alla profondità di - 30.
Subito la grotta si mostra per quello che è realme nte: un ingresso alto che, dopo una breve disostruzione, porta gli speleologi alla profondità di - 200 circa, avvicinandosi con decisione alla parte terminale del Fontanin del Fratte,alcune strettissime fessure pongono però perentoriamente termine alle punte esplorative.
Durante l'autunno, inoltre, un'attività di campagna viene effettuata a più riprese sui versanti Nord del Monte Raut.
Presentiamo finalmente (causa carenze finanziarie) il volume "Atti del IV° Convegno Regionale di Speleologia del Friuli Venezia Giulia".
Dallo studio dei Perugini, per il C.N.S. che con cortesia ci permettono di adattare opportunamente, proponiamo in un convegno apposito a Claut la creazione del polivalente Centro Regionale di Speleologia "Valcellina".
Sottotitolavamo questo progetto: "Una proposta alternativa per l'evoluzione di un concetto", purtroppo questa "alternativa", al momento è rimasta tale a causa di problemi burocratici.

1984:

Il maltempo ostacola le esplorazioni al Landri Scur.
Si riesce tuttavia ad iniziare la risalita di alcuni camini, che si riveleranno subito, però, di non facile approccio.
Si ritorna poi più volte in Montelonga: nei pressi dell'abisso Vazzoler viene scoperto e disceso l'abisso Barcis, bella cavità verticale che raggiunge la profondità di circa - 130.
Viene inoltre esplorato un importante ramo laterale alla grotta "13".
Durante una ricognizione nei pressi della Casera Pradut (Claut), effettuata in corrispondenza della zona sovrastante i rami terminali dei Landri Scur, viene individuata una fessura soffiante, il "Buco delle Vasche"; i lavori di disostruzione al suo interno, incoraggiati da un gelido soffio cl'aria, rimangono ancora oggi una costante nell'attività dell'U.S.P..
In mesi di lavoro col Museo di Storia Naturale cittadino, espandiamo l 'idea di una mostra itinerante per la divulgazione speleologica (il prototipo era della Società Speleologica Italiana) realizzando la "Mostra Didattica sulla Speleologia'", un supporto valido, dinamico e prezioso per il dialogo informativo coi mondo della scuola.

1985:

Riprendono le risalite al Landri Scur.
Con una difficile arrampicata si riesce ad oltrepassare quello che íìno ad allora era considerato il fondo della grotta.
Da qui una stretta galleria freatica immette in una complessa zona in cui si intersecano angusti meandri attivi e fangose condotte fossili e dove le esplorazioni sono ancora lungi dall'essere terminate.
All'abisso Barcis, in Montelonga, viene esplorata un'interessante diramazione che approfondisce la grotta di qualche decina di metri.
"Carsismo nel mondo" è l'iniziativa di maggior eco divulgativo realizzata, che con una mostra e una serie di conferenze sul tema, offre una panoramica sui più significativi fenomeni speleologici mondiali.



1986 - 1990

1896

Ancora risalite al Landri Scur, dove, grazie anche al trapano Bosch. da poco in commercio, un altro promettente camino viene preso di mira nei pressi di Sala Claut.
Sulla scorta di precedenti sopralluoghi, all'esterno l'attenzione viene rivolta verso una zona carsica ancora poco conosciuta., nei pressi della Casera Colciavas.
Malgrado l'intricatissima vegetazione di pino mugo, che rende difficoltose le prospezioni, si riesce tuttavia a cogliervi alcuni discreti risultati.
Le "Grotte della Valcellina" meglio conosciute come "Grotte Vecchia Diga", particolarmente adatte, ci consentono la stesura del progetto "Grotta didattica Vecchia Diga", insieme di iniziative mirate alla valorizzazione della cavità per un turismo, soprattutto scolastico, di nuovo tipo, che, attento alle necessità ecologiche del luogo, propone uno stretto e stimolante rapporto fra il visitatore e l'ambiente ipogeo.

1987:

Viene effettuato un campo interno al Landri Scur, durante il quale vengono rilevate alcune centinaia di metri di nuove gallerie. Prosegue l'attività di ricerca anche nelle zone sovrastanti.
In zona Colciavas sono esplorate e rilevate diverse nuove cavità.
Al Bus della Genziana (Pian Cansiglio) si collabora all'immersione nel sifone finale di uno speleosub triestino.
Nella stessa cavità, alla profondità di 500 metri, viene poi scoperto ed esplorato un piano di grandi gallerie freatiche.
Nel quadro di una ricerca di zone carsiche nuove per l'U.S.P. vengono inoltre effettuate alcune ricognizioni nella zona di Sella Ursic (Monte Canin), dove viene esplorata e rilevata una cavità di circa 100 metri di profondità.
Grazie alla sensibilità dell'Assessorato all'Ambiente Provinciale, diamo alle stampe il "Manuale pratico dei chirotteri italiani" steso da Edoardo Varnier.
Lavoro interessante che pur risentendo di alcune scelte tipografiche poco felici, rappresenta tuttavia il nostro concreto atto d'attenzione verso questi amici di tante esplorazioni.

1988:

Viene inaugurata una nuova serie di risalite al Bus della Genziana a circa 300 metri di profondità, alcune delle quali tutt'ora in corso.
Consuete risalite anche ai Landri Scur, nel quale viene esplorato e rilevato parzialmente un interessante meandro attivo.
Ulteriori uscite in Sella Ursic permettono l'esplorazione di una cavità, che però, come la precedente, chiude poco sopra i 100 metri.
Al Fontanin dei Fratte si tenta, invano, di oltrepassare la fessura finale, mediante una decisa opera d i disostruzione.
Come seguito alla pubblicazione sui pipistrelli, sosteniamo il nuovo progetto di inanellamento degli stessi. che si prefigge d'ampliare e rilanciare un'approfondita ricerca sulla situazione nazionale di questi mammiferi.

1989:

Il 1989 inizia subito sotto i migliori auspici: al fondo del Landri Scur, una risalita permette di raggiungere un piano di gallerie freatiche che intersecano più volte meandri attivi, in una zona tutt'ora in fase di esplorazione.
Alla sommità di questa risalita vengono trovati resti di roditori.
Proseguono le risalite di camini anche in altre zone della grotta: in uno di questi il dislivello superato si aggira ormai attorno ai 100 metri e continua ancora ...
Un altro importante passo per le esplorazioni al Landri si compie con l'installazione di un bivacco interno, per agevolare le punte, sempre più lunghe ed impegnative.
Altre interessanti esplorazioni vengono condotte nella zona del Monte Ciaurlec, in particolare nel Fornat di Meduno e nell'Abisso del Nido, in cui vengono percorse ed in parte rilevate interessanti prosecuzioni.
Ancora attività in Canin: sempre in zona Sella Ursic viene discesa una cavità.
Anche questa. come le precedenti. si ferma a circa I00 metri di profond ità.
Con nuove possibilità, l'Istituto di Geofisica dell'Università di Trieste riprende lo studio clinometrico alla Vecchia Diga, nel quale siamo settimanalmente impegnati.
Con nuove energie ci concentriamo nella valorizzazione delle grotte dell'Alta Valcellina con iniziative volte a concretizzare i risultati ottenuti in anni di esplorazioni e ricerche.
Questi sono, in sintesi, i cardini attorno ai quali è stata imperniata l'attività dell' U.S.P. fino ad oggi.
A tutto questo, non bisogna dimentica re, c'è da aggiungere tutta una serie di attività che hanno integrato la vita del gruppo, contribuendo attivamente a farlo crescere giorno per giorno, Fino a diventare quello che è.
Vale la pena ricordare l'attività svolta in numerosissime cavità al di fuori della nostra zona. in collaborazione con gruppi di ogni parte d'Italia, i corsi, le attività divulgative di ogni genere, l'attività della stazione di Pordenone dei Corpo Nazionale Soccorso Alpino Speleologico, assieme ad una mi riade di altre cose che è impossibile qui elencare.
Ma resta comunque, come fatto certo, la soddisfazione in ognuno di noi di essere stato in qualche momento un protagonista di questa breve ma entusiasmante storia.

a cura della Redazione

tratto da: ESPLORARE : Appunti di speleologia pordenonese (n° 1) Ottobre 1990



SOCI USP ( ANNO 1996 )


Barbesin PaoloGattel FabioMazzolo MicheleDel Piero DanieleCeschin GiancarloPerotti Mauro
Esposito GuglielmoPodesta' AntonellaDegano RenzoFavro ClaudioFurlan RobertoCirillo Agostino
Venturini PaoloCirillo DanieleGasparotto Francesco Sartori MicheleBrunetta MaurizioCester Franco
Quaia LinoDreon LeandroBortolotto LuigiBaldini PaoloGregoris ErikaSartori Dino
Rosset AgostinoSandron FrancoFornasier Giampaolo De Piero OresteFedrigo DinoBiscontin Marisa
Ceschin DanieleTracanelli FedericoDe Nardo PaoloRosset DanieleVenerus GiorgioDal Santo Antonio
Canton MarcoFornasier GiorgioCuffolo Ezio Del Piero PaoloDorigo MorenoNocentini Lorenzo
Toffolo ErmannoSartori MassimoPuppi GianniDella Gaspera AdrianaPasqualini RobertoRover Gianni
Giaccone PaoloSacilotto AlfredoSato MarikaGattel Giampaolo


CARICHE SOCIALI 1997/1998

Presidente

Cuffolo Ezio
Vice P.

Sartori Michele (Mik)
Segretario

Dell'agnese Nicoletta (Nico)
Consiglieri

Fornasier Giorgio - Perotti Mauro - Cirillo Daniele (Orso)





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