LA DIVERSITÀ CULTURALE RICCHEZZA DELL'UMANITÀ. NASCEVA UN SECOLO FA A
FILADELFIA MARGARET MEAD
LA PIÙ GRANDE ANTROPOLOGA DEI NOSTRI TEMPI
OR [L'Osservatore
Romano] Domenica, 2 Dicembre, 6
Franco Pelliccioni
1966 - 2006
QUARANTA ANNI DI PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE E DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA
Ha
scritto ventitré libri da sola e diversi altri a "quattro mani",
quasi tutti tradotti in numerose lingue del mondo e molti disponibili anche in Braille. Ha girato sette cortometraggi
scientifici. Per oltre mezzo secolo è stata curatrice del celebre American Museum of Natural History di
New York. Ha collezionato onori, lauree, 28 dottorati ad honorem e, a piene mani, prestigio in tutto il mondo. Una
celebrità che, nel suo paese, ha fatto perfino concorrenza alla più famosa
delle stars hollywoodiane. Sempre più
che apprezzati gli straordinari interventi e l'impegno profuso in campi come il
diritto delle donne, l'allevamento dei bambini, la moralità sessuale, la
proliferazione nucleare, il consumo di droga, le relazioni tra razze,
l'inquinamento ambientale, la fame nel mondo. Insomma un personaggio
straordinario, per molti anni il simbolo
vivente e di riferimento culturale per moltissimi: come donna anticonformista,
moglie, affettuosa madre, nonna, insigne scienziata, grandissima divulgatrice.
Quest'ultimo, forse, il suo più grande merito: "penso che la cosa più importante che ho fatto sia stata quella di
avvicinare l'antropologia al pubblico più largo, di media cultura. La gente
agli inizi non capiva assolutamente che cosa gli antropologi facessero, o
perché andassero a studiare quegli strani popoli dall'altra parte del mondo".
Fu così che lungamente collaborò alla popolare rivista Redbook. All'età di 72 anni fu eletta alla Presidenza dell'American Association for the Advancement of
Science. Nel 1979 le fu conferita alla memoria la Medaglia Presidenziale della Libertà, la più alta onorificenza
civile degli Stati Uniti. Nel 1998 le Poste le dedicarono un francobollo con
una sua immagine dell'epoca delle prime ricerche polinesiane (anni '20).
Tutto
questo e molto altro ancora era Margaret Mead, la più grande antropologa
contemporanea. E dire che nel marzo del 1978 noi, anche se giovanissimi
(potevamo "esibire" solo una ricerca sul campo in Kenya), l'avremmo
potuta incontrare... "L'avessi solo saputo prima del vostro arrivo a New
York", ci confidò allora Lucy Cohen, un'importante collega statunitense.
In effetti, nel Dipartimento di Antropologia della Catholic University of America a Washington avevamo fatto amicizia
con alcuni suoi colleghi. Ma ormai eravamo immersi nelle febbrili sessioni di
un Congresso nell'esotico e distante Yucatàn.
Figlia
di un docente universitario, Margaret Mead (Filadelfia 1901, New York 1978)
frequenta dapprima la DePauw University
e il Barnard College (Baccalaureato
nel 1923). Successivamente si iscrive alla prestigiosa Columbia University,
dove come maestri ha due grandi personaggi del calibro di Franz Boas e Ruth
Benedict. Ottiene il Master nel 1924
e il Dottorato nel 1929. Dal 1926 al 1942 è assistente Curatrice di etnologia
nel Dipartimento di Antropologia del Museo di Storia Naturale di New York,
poi associata (1942–64), quindi Curatrice (1964-69), infine Curatrice emerita
(1969-78).
Molteplici
le ricerche sul campo: Polinesia (Samoa, 1925-26), Melanesia (Isole
dell'Ammiragliato, Manus 1928 e 1953); Nuova Guinea (Arapesh, cannibali
Mundugumor, Ciambuli, 1931-1933), pellerossa Omaha (Nebraska, 1930), Bali
(1936-38), ancora Nuova Guinea (Iatmul, 1939).
Nel
1944 fonda l'Institute for Intercultural
Studies con l'obiettivo di "far progredire la conoscenza dei vari
popoli e nazioni del mondo, con speciale riguardo a quelle genti e a quegli
aspetti della vita che possono interessare
le relazioni interculturali ed internazionali". Dal 1997 gli sforzi
dell'istituto sono stati indirizzati nella preparazione del centenario della
nascita della Mead. Avendo bene in mente un suo semplice, seppure importante,
concetto: "non v'è alcun dubbio che
un piccolo gruppo di cittadini riflessivi e impegnati sia in grado di cambiare
il mondo", che ha ispirato pensiero e attività di centinaia di
individui e di organizzazioni in tutto il mondo. E' stato creato un Comitato
d'Onore presieduto da Jimmy Carter e un Comitato Internazionale, con a capo il
grande Lévi-Strauss, composto da 52 scienziati di 30 paesi (dall'Egitto alla
Gran Bretagna, dalla Francia alle Figi). Ma nessun italiano...
A
generazioni di americani la Mead insegna il valore di guardare attentamente
alle altre culture per comprendere la complessità dell'essere umano. Del resto,
sostiene, ha trascorso la maggior parte della sua esistenza a studiare la vita
di popoli lontanissimi, affinché gli americani capissero meglio loro stessi.
Per lei la diversità umana non è un handicap,
bensì una risorsa, anche perché gli esseri umani hanno la capacità di imparare
gli uni dagli altri. Così ha insinuato nella coscienza americana un solido
messaggio contro razzismo ed etnocentrismo.
I
suoi principali interessi teoretici riguardano l'infanzia e lo sviluppo della
personalità, ma ha attivamente affrontato anche altre problematiche, come
l'ambientale, interessandosi alle scorie nucleari e all'atmosfera. Nel 1978
presiede all'ONU la prima Giornata
Internazionale della Terra.
Nel
1925 nelle Samoa americane raccoglie materiale per il primo dei suoi libri,
ancora oggi un best seller: Coming of Age
in Samoa: A Psychological Study of Primitive Youth for Western Civilization (1928).
Numerosi sono ancora i suoi capolavori, da tempo entrati a far parte della
storia della disciplina: Growing Up in
New Guinea: A Comparative Study of Primitive Education (1930); Social Organization of Manu'a (1930); The Changing Culture of an Indian Tribe
(1932); Kinship in the
Admiralty Islands (1934); Sex and Temperament in Three Primitive
Societies (1935); The Mountain
Arapesh (1938-1949); And Keep Your
Powder Dry: An Anthropologist Looks at America (1942); Continuities
in Cultural Evolution (1964); Male
and Female: A Study of the Sexes in a Changing World (1949); The School in American Culture (1951); An Anthropologist at Work: Writings of Ruth
Benedict (1959); Anthropology: A
Human Science (1964); Culture and
Commitment (1970); A Rap on Race
(con J. Baldwin, 1971); l'autobiografia Blackberry
Winter: My Earlier Years (1972); la corrispondenza samoana, Letters from the Field (1977).
Ricordiamo infine i cortometraggi da lei girati a Bali e in Nuova Guinea: A Balinese Family (1951); First Days in the Life of a New Guinea Baby (1952); Karba’s First Years: A Study of Balinese Childhood (1952); Trance and Dance in Bali (1952); Bathing Babies in Three Cultures (1954); Childhood Rivalry in Bali and New Guinea (1954); Learning to Dance in Bali (1978).
http://users.iol.it/f-pelli/f-pelli.avventurafemminile.mead.htm
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