EBRIDI ESTERNE (WESTERN ISLES), SCOZIA, UK, 1997 PROGETTO DI RICERCA ANTROPOLOGICA |
di Franco Pelliccioni, Società Geografica Italiana, Roma
SOTTO L'ALTO PATROCINIO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA
CON UN CONTRIBUTO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E UNA SPONSORIZZAZIONE DELLA BRITISH TOURIST AUTHORITY (ITALIA)
IL PROGETTO
1. L'arcipelago delle Ebridi Esterne (Ebridi deriva dal termine vichingo "Havbredey"= "isole ai confini del mare"), con la riforma amministrativa delle regioni scozzesi del 1975, costituisce una regione a sé: le Western Isles, formata da circa 200 isole, di cui attualmente solo 13 abitate. La popolazione risulta concentrata (80%) nelle isole di Lewis e di Harris, e per la stragrande maggioranza è di lingua gaelica (celtica). Una delle caratteristiche precipue di queste isole, che del resto condivide con molti dei mondi insulari del nostro pianeta, è rappresentata dal graduale decremento demografico. Va però ricordato come negli ultimi decenni la diminuzione della sua popolazione abbia conosciuto fasi alterne, a seguito della scoperta del petrolio nel Mare del Nord, nonché per l'incremento delle attività legate al turismo, . Se al censimento del 1981 gli abitanti arrivavano complessivamente alle 31.766 unità, nel 1991 erano scesi a 30.000 (con una densità di 10 ab. Kmq). Ottanta anni addietro, nel 1911, la popolazione isolana contava 35.000 individui. In effetti le isole hanno conosciuto nei secoli una graduale emigrazione, sia in direzione della mainland britannica, sia delle Americhe e dell'Australia. Fenomeno che si andò accentuando particolarmente nel XIX secolo. Allorché gli ormai "anglicizzati" nobili scozzesi, proprietari anche di isole intere, volendo introdurre l'allevamento estensivo di ovini nelle loro terre, da sempre date affittate ai crofters, effettuarono le cosiddette clearances sulle loro proprietà grazie alle forze di polizia .
I crofts, piccoli appezzamenti di terreno, tradizionalmente avevano costituito, e in numerosi casi costituiscono tuttora - nonostante lo "scontro" non lieve contro modernizzazione e "progresso"- un sistema di unità autosufficienti di sussistenza alimentare, basata sulla coltivazione, l'allevamento e il Run-Rig (Raoin-Ruith). Cioè la rotazione nella coltivazione di tutti gli appezzamenti da parte di tutti i membri della comunità, così come dei pascoli. A seguito delle clearances , i crofters non fecero più "girare" gli appezzamenti, ma continuarono solo ad utilizzare i pascoli in comune. Provocando con ciò, inevitabilmente, il brusco collasso del tradizionale sistema di vita di molte comunità. Privati della terra, migliaia di individui lasciarono le isole, emigrando in genere nel Nuovo Mondo. In Canada alcune comunità di Cape Breton, Nova Scotia, manterrebbero tutt'oggi le loro tradizioni e la loro lingua, tipica di una Gaidhealtachd, di una "terra dei Gaeli".
Dal 1886 in poi il Crofter Act e tutta una lunga serie di leggi successive misero finalmente termine a tali incredibili fonti di gravi, e a volte irreversibili, crisi esistenziali. Che vedevano drammaticamente coinvolte intere comunità. Negli ultimi 150 anni ben 23 isole sono state abbandonate.
Naturalmente l'occupazione preferita dagli adulti migranti è collegata alle attività marinare. Sia sulla flotta commerciale, che sulla Royal Navy. Anche se negli ultimi anni molti capifamiglia sono ritornati nelle Ebridi, soprattutto per dedicarsi ad attività legate al turismo.
La maggioranza degli insediamenti è localizzata nelle aree occidentali delle isole, anche se troviamo i centri principali di Stornoway, Tarbert e Castlebay ad est, di fronte al braccio di mare (il Minch) che separa le isole dalle Ebridi Interne (ad es. Skye). Stornoway (in gaelico: Steornabhagh), nell'isola di Lewis, è il capoluogo dell'arcipelago e della regione amministrativa delle Western Isles. Con i suoi 8660 abitanti (1991) è l'unica cittadina delle isole ad avere lo status di burgh. E' il centro servizi (con negozi, alberghi, bar e ristoranti). Ha impianti, sia per la conservazione del pesce, sia del celebre Harris Tweed: per la lavatura, tintura e filatura della lana. Poiché tessuto a mano da circa 1500 artigiani sparsi sulle isole.
In effetti l'economia delle isole si basa sia sul tradizionale crofting - coltivazione di granturco, avena, patate e orzo e relativo allevamento di pecore dal "muso nero" - in alcuni casi anche di bovini, sulla tessitura del Tweed (Clo nor), sui prodotti della pesca: aringhe, merluzzo, pesce bianco in genere, crostacei (aragoste, gamberi), ostriche. Oltre che sul turismo. Grazie alla graduale valorizzazione, in un ambiente che a volte potrebbe sembrare, forse, ancora un po' "ostile" verso i forestieri, delle bellezze naturalistiche, faunistiche e archeologiche (oltre che etnografiche) dell'arcipelago.
C'è da aggiungere, e questo è certamente l'aspetto più interessante da sottoporre ad un'attenta analisi, come le isole costituiscano l'ultima grossa roccaforte della lingua gaelica, appartenente al ramo celtico Q - Goidelic - : oltre il 79% (1981) della popolazione si esprime in questa lingua (ma il bilinguismo è ampiamente diffuso). E il gaelico è così radicato nella cultura tradizionale di queste genti che in questi ultimi anni si è andato diffondendo negli atti amministrativi, nell'intera toponomastica (che non è bilingue), nonché nel suo insegnamento nelle scuole primarie. Le Ebridi Esterne costituiscono una delle ultime autentiche "Terre dei Gaeli" (Gaidhealtach).
Quindi crofting, pesca, Gaelico, tessitura dell'Harris Tweed, turismo; isolamento spaziale e disoccupazione, emigrazioni e decremento demografico; tradizioni, cambiamento e sviluppo (miglioramento della "qualità della vita"); rapporto uomo-ambiente: ecco le principali aree problematiche, così fortemente caratterizzate, che rendono l'indagine etno-antropologica che si intende effettuarvi, nel contesto del programma delle comunità marittime dell'Atlantico settentrionale, pienamente degna di rilevanza scientifica, caricandosi di significati e valenze niente affatto secondari. Per quanto concerne ancora la pesca, ad esempio, si ricorda come nel lontano 1789 J. Huddart effettuò una notevole e sistematico lavoro di rilevazione idrografica, che comportò, tra l'altro, la rilevazione della longitudine e della latitudine per Stornoway, Scalpay e Barra. Basandosi su posizioni astronomiche fisse. L'insieme dei rilevamenti delle acque prospicienti l'arcipelago ebbe scopi prettamente applicativi e concreti. L'incarico venne infatti dato, dall'allora British Society for the Encouragement of Fishery, proprio per stabilire, con cognizione di causa, alcune stazioni di pesca sulle coste occidentali, e per valutare la stessa consistenza e ricchezza dei banchi di pesca. A quanto sembra questo è il primo esempio al mondo di rilevamenti idrografici ad usum pescatori!
Per uno "studioso dell'uomo" esistono ancora altri punti di interesse. Ad esempio la dicotomizzazione e la tripartizione delle Western Isles operate, rispettivamente, dall'aspetto religioso (e relativo comportamento culturale) e dal graduale congiungimento (tramite ponti e dighe) di alcune isole. Tali suddivisioni non possono non aver comportato, come ovvia conseguenza, "unioni", ma anche "distacchi". Che sono sì, d'ordine geo-spaziale, ma che acquistano ovviamente anche solide valenze culturali, tra loro diversificabili e diversificate.
Nel corso dei secoli gli abitanti delle isole hanno avuto modo di "avvicinarsi", sia alla religione presbiteriana (Free Presbyterian Church), che a quella cattolica. Per certi versi la prima è in qualche modo riuscita ad influenzare, e non poco, anche i comportamenti quotidiani, privati e pubblici, degli appartenenti all'altra fede (cattolica), avendoli toccati, come si suol, dire, "sul vivo", nelle comunicazioni! Si ricorda, ad esempio, per quanto concerne i vitali collegamenti inter-isolani, come di Domenica non vi siano collegamenti tra Stornoway (isola di Lewis) e Barra (per via aerea: Loganair). Del pari i traghetti da e per le isole durante il giorno dedicato al Signore si fermano. Gli abitanti delle isole presbiteriane di Lewis, Harris, North Uist, hanno atteggiamenti ben più rigorosi nei confronti della vita, rispetto a quelli delle isole cattoliche di Barra e di South Uist (Benbecula ha fedeli appartenenti ad entrambe le religioni). Sulle isole protestanti di Domenica, non solo risultano chiusi negozi, bar e ristoranti, ma non funzionano neanche i locali trasporti intra-isolani (autobus) e, come si è visto, i collegamenti tra isola e isola. Le descrizioni della "mentalità" degli abitanti dell'isola di Barra - da parte dei fedeli presbiteriani - pongono l'accento su un non meglio specificato "piacere della vita", in contrapposizione a quella degli abitanti delle isole protestanti. L'indagine nelle Ebridi non potrà non interessarsi a questa dicotomizzazione esistenziale e culturale, che potrebbe trovare nuove conferme dal nostro lavoro. O potrebbe venir sfatata, forse, come un mito senza alcun aggancio con la realtà.
2. L'indagine etno-antropologica dovrà tenere in debito conto le specifiche caratteristiche umane, geo-storiche, demografiche, culturali, religiose ed economiche, che fanno di queste isole un "unicum" nell'Atlantico settentrionale. Anche perché, o soprattutto perché, la sua popolazione, di lingua celtico-gaelica, è dicotomizzata religiosamente. O improvvisamente ed imprevedibilmente si è "ritrovata", dopo aver subito il perpetuarsi di secolari isolamenti, contigua spazialmente alle comunità di alcune isole, e lontana da altre. La "tripartizione" di fatto attuata nelle Ebridi Esterne ha avuto inizio a partire dalla II Guerra Mondiale. Quando l'isola di Benbecula venne collegata a South Uist (1943). Nel 1969 veniva anche collegata con North Uist. Tali connessioni vennero operate per scopi prettamente militari e strategici, per la presenza dell'aeroporto di Balinavich a Benbecula. In seguito si sarebbe provveduto ad installare una base missilistica a South Uist.
Nel 1953 l'isolotto di Great Bernera veniva collegato a Lewis.
Dall'estate del 1989 si lavora, invece, per costruire una diga tra Barra e Vatersay. Ciò grazie al fattivo operato e al concreto impegno finanziario delle locali comunità isolane (in particolare dello Western Isles Islands Council - Comhairle nan Eilean). Considerando che l'isola di Harris è appunto un'isola solo in senso spaziale, non marittimo - comunque vi si parla un dialetto già dissimile da quello in uso a Lewis -, poiché separata da quest'ultima solo da due lochs e da un gruppo montuoso, possiamo dividere le isole in tre gruppi o accorpamenti: Lewis-Harris; North Uist - Benbecula - South Uist; Barra (e in futuro Vatersay).
La distanza delle isole dalla terraferma, resa ancora più ampia in un non lontano passato dalla mancanza di efficienti comunicazioni, o dalla loro saltuarietà, nel corso del tempo è riuscita ad ancorare queste popolazioni al gaelico. Anche se c'è chi, come Bolelli (1991), scrive come tale lingua "sussiste, sia pure moribonda, nelle Ebridi (...) dell'antico idioma resta però una buona quantità di nomi di luogo". Certamente vive e vegete sono le tradizioni locali. Così come il sistema (che non è solo economico) legato al crofting. Ciò nonostante le rigide condizioni di vita delle comunità marginali situate nelle terre (e isole) più eccentriche abbiano provocato un costante esodo dei gruppi deprivati, verso la mainland e l'oltremare.
Quindi la facilità dei contatti e la contiguità spaziale inter-isolana, grandemente agevolata dai "ponti" realizzati negli ultimi decenni, grazie ai quali l'islander e la sua vita non dipendono più rigidamente dal trasporto per via mare e dalle cattive condizioni atmosferiche: per scuole, medico, negozi, emergenze, e così via, hanno provocato una piccola "rivoluzione culturale".
Tornando a parlare dell'impalcatura dell'indagine, essa sarà svolta nelle isole di Lewis, di Harris (Hearadh) e di Barra (Barraigh): due isole settentrionali presbiteriane e una meridionale cattolica. La prima comunità marittima selezionata ovviamente sarà quella di Stornoway, il capoluogo dell'arcipelago, ma anche centro servizi, manifatturiero (tessili, pesce conservato), peschereccio (da qui opera una quarantina di imbarcazioni medio-grandi). Stornoway è anche un centro internodale delle comunicazioni, aeree e marittime (ma anche terrestri), sia con le Ebridi Interne e la Scozia, che con tutte le altre isole.
Gli altri centri prescelti sono quelli di Garynahine (Gerraidh na h-aibhne), nelle vicinanze di quella che costituisce una delle maggiori attrattive storico-archeologiche delle Western Isles, le standing stones di Callanish - la "Stonehenge" scozzese-. Garynahine è prossima a Breasclete. Dove dal 1978 risulta localizzato un impianto per la produzione dello stoccafisso. Altro centro scelto è quello di Timsgarry (Timsgearraidh), sempre sulla costa occidentale di Lewis. E da questa località che il sottoscritto intende recarsi a St. Kilda, previa autorizzazione del National Trust of Scotland. Si intende infatti effettuare in quest'isola sperduta un survey - a latere - storico e antropologico, poiché questo sperduto lembo di terra collocato in mezzo all'Atlantico rappresenta, forse, l'archetipo di quello che è stato, e potrebbe ancora essere in futuro, il triste destino di molte tra le isole del pianeta. Andando così, ancora una volta, ad intaccare profondamente quello che è il preziosissimo patrimonio comune: tradizioni, conoscenze, esperienze esistenziali, stili di vita, ecc., della nostra umanità.
Nell'isola di Harris è stato selezionato il centro di Tarbert (An Tairbeart), 2900 abitanti nel 1981 : centro principale, centro servizi, porto, fabbrica di Harris Tweed. Nonché quello di Scarista (Sgarasta) sulla costa ovest.
La ricerca avrà termine nell'isola meridionale di Barra. Centri selezionati: Castlebay (Bagh a Chaisteil) [porto, centro servizi, centro nodale per il trasporto marittimo (ferry) ] e North Bay (Bagh a Tuath), nelle adiacenze dell'aeroporto dell'isola, a Traigh Mhor. Quest'ultimo è ubicato su una spiaggia di conchiglie ed ha l'unica pista al mondo soggetta, per atterraggi e decolli, al flusso delle maree.
Si cercherà di delineare l'attuale posizione socio-economica e culturale raggiunta dalle comunità marittime delle isole Lewis, Harris e Barra. Si terrà pertanto conto, in particolare, della persistenza della tradizione culturale isolana e del forte attaccamento all'aspetto linguistico (gaelico), religioso (chiesa presbiteriana e cattolica), economico. Attenzione verrà altresì posta alle secolari attività collegate al crofting e relativo allevamento, specie ovino, al taglio della torba, alla pesca. Così come a quelle di più recente introduzione, sia parzialmente (produzione del tessuti in Harris Tweed) che totalmente, come quelle turistiche. Un turismo che giustamente ha incominciato ad apprezzare le incomparabili bellezze, naturali e "umanizzate", delle isole.
Un non secondario punto di interesse è legato proprio allo specifico rapporto uomo-ambiente esistente nelle Ebridi.
Per quanto concerne ancora lo sviluppo, ampio spazio sarà dato a ciò che, sia localmente, che grazie all'operato dell'Highlands and Islands Development Board (HIDB), istituito nel 1965, è stato fatto in questo campo. Soprattutto per porre un solido freno alle ondate migratorie che da oltre un secolo ( ma ancora prima) hanno colpito queste terre geograficamente marginali e caratterizzate da rigide condizioni climatiche. C'è ancora da aggiungere come a partire dagli anni '70 le Ebridi abbiano conosciuto una migrazione di ritorno di una qualche consistenza, a causa dello sviluppo delle prospezioni petrolifere nel Mare del Nord.
Il metodo impiegato nella ricerca è quello proprio delle discipline etno-antropologiche. Si presterà, cioè, particolare attenzione alla cultura dell'individuo e delle comunità prese in esame. L'approccio alle realtà esistenziali delle comunità dell'arcipelago sarà di tipo olistico, oltre che interdisciplinare e, naturalmente, comparativo. Poiché ci si troverà di fronte a comunità che a volte potranno presentare, nonostante la contiguità spaziale, elementi e tratti culturali tra loro diversi, per le motivazioni in precedenza sottolineate.
Lo studio sarà condotto utilizzando gli strumenti propri delle discipline etno-antropologiche: l'osservazione partecipante, la raccolta di "storie di vita" da informatori selezionati (anziani pescatori, leaders, funzionari delle amministrazioni locali, managers delle principali industrie (pesca e tweed), dirigenti scolastici, giornalisti della gazzetta locale, funzionari della Loganair, della Caledonian Mac Brayne, albergatori, ecc.). Saranno altresì effettuate interviste guidate ai key-informers di cui sopra, nonché utilizzato un piccolo questionario parzialmente strutturato.
Oltre al "taccuino" e ai moduli di intervista, verrà necessariamente utilizzato un magnetofono. Saranno altresì effettuati rilievi fotografici dei centri urbani e dei villaggi coinvolti dalla ricerca, nonché delle aree archeologiche, naturalistiche, faunistiche, e di ogni altra zona che risulti interessante dal punto di vista culturale. E perciò anche da quello del rapporto uomo-ambiente.
A questo punto non si può non sottolineare, ancora, come la prevista ricognizione (storica, etno-antropologica, naturalistica) nella sperduta isola di St. Kilda, rappresenti una delle fasi più illuminanti dell'intera ricerca. Ciò per tutta una serie di motivazioni, in parte già delineate, che verranno ulteriormente esposte in appendice.
Ulteriore materiale verrà raccolto nelle biblioteche e negli archivi, laddove esistenti ed accessibili (anche linguisticamente). Di certo sarà utile visitare il Museo di Stornoway (Museum nan Eilean) nonché, ad Arnol, quello che indubbiamente costituisce un altro pregiato "gioiello" etnografico dell'arcipelago, la Tiogh Dubh, la "casa nera". Ora un museo, in effetti non è che una bassa abitazione in pietra con tetto in erba secca, una sola porta, senza soffitto, né camino. Tale costruzione venne usata da una famiglia e dal proprio bestiame fino al 1964. Quando altrove queste stesse case erano state abitate solo fino alla fine del XIX secolo. Altro museo da visitare è quello "Folk" di Shawbost. A Garenin sarà possibile osservare i resti di un villaggio abbandonato, composto sia da "case nere", che da Tigh Geal, cioè da "case bianche" ( moderne).
La ricerca sul campo verrà preceduta da un intenso lavoro propedeutico da effettuare nella ricca e preziosa Biblioteca della Società Geografica Italiana, a Roma, nonché presso i Dipartimenti di Antropologia e di Geografia dell'Università di Glasgow, e il Dipartimento di Antropologia dell'Università dello Strathclyde. Ambedue a Glasgow.
I miei più vivi ringraziamenti a::
Nell'Isola di Lewis (Eilean Leodhais)
a Stornoway(Steornabhagh): Mr. Murdo Morrison, Direttore Marketing del Western Isles Tourist Board; Allan Cameron (Traduttore e Interprete in Italiano) - Point- ; Mr. Alasdair G. Macrae, Consigliere dello Western Islands Isles Council (Bayhead Electoral Division), e vicePresidente del Comitato Arts and Leisure; Alex MacDonald (Crofting Development Officer), Ian Macleod (Fisheries Development) e Keith Bray (Planning Assistant), tutti appartenenti allo Western Islands Isles Council; Mr. Malcom Mac Lean, Direttore del National Gaelic Arts Project (Proiseact Nan Ealan); Fred Silver, Chief Editor Stornoway Gazette; Archeologa Carol Knott, Tourism Development Programme; Mr. Alistair Morrison, Corrispondente della BBC in lingua Gaelica.
A Ness: Mrs Annie McSween (Dail Bho Thusth) e suo marito;
Ad Arnol: Mr. Norman Campbell "Gigely": ex baleniere, marinaio, operatore nelle piattaforme petrolifere, , crofter e tessitore di Harris Tweed;
Nell'Isola di Harris (Eilean Na Hearadh)
A Scadabaigh (Hillhead): Mrs. Ina MacLeod, Mr William (Willie) MacLeod e Mr.Donald MacLeod -crofter-;
Nell'Isola di North Uist (Uibhist A Tuath)
Mrs. Maggie Morrison, Insegnante in pensione e Corrispondente della Stornoway Gazette (Sollas); Mr. Archie Morrison crofter e Storico; Rev. John Smith "Hamersay" (of Clachan), Ministro in pensione della Church of Scotland; Mr. Donald Laing (of Joiner), crofter in pensione; Mr. Allan Macdonald (Baleshare), anziano crofter e padre di Donald, Vicepresidente della Scottish Crofters Union; Dr. John MacLeod, il mio più prezioso ospite nell'isola: General Pratictioneer (Lochmaddy). E' uno dei sette Dottori di Campagna che formano il WONCA Rural Group, World Organization of National Colleges Academique of Family Practice, crofter James (non ho riportato sul taccuino il suo cognome, mi dispiace…) a Ceathramh Meadhonach;
Nell'Isola di Barra (Eilean Bharraigh)
At Castle Bay: Mrs Doreen Macneil, Western Isles Tourist Board; Captain Roderick "Roddy" Mackinnon (Ruairidh MacFhionghuin), Consigliere dello Western Isles and Islands Council - Northbay Electoral Division-; Joseph MacDougall (da Vatersay), Presidente del Community Council; Donald Manford (Secretario del Community Council e Presidente della Barra Branch Crofters Union).
Per il survey "a latere" nell'Isola di Hirta, St Kilda,
Robert Morrison, skipper della Eilean Na Hearadh ("Harris Island"), e Sandy Gillies, comproprietario delle "Rosa Hebridean Cruises"
E nella Scozia continentale:
a: il celebre Geografo Prof. Ian Thompson, Department of Geography and Topographic Science, University of Glasgow, che stato il mio meraviglioso ospite in terra scozzese. Grazie a lui ho avuto i primissimi e preziosi contatti-chiave con isolani delle Ebridi Esterne; il collega antropologo, Dr. Simon Charsley, Department of Sociology, University of Glasgow; Alan R. Macdonald (Aílean Bàn Mhurchaidh-Eòghainn), Assistente Sociale delle Ebridi e Mrs. Morag Macalpine.
BIBLIOGRAFIA 2007 "I 93 scacchi vichinghi riportati alla luce dalle onde del mare. Rinvenuti nel 1831 sulla spiaggia di Uig nell'isola scozzese di Lewis sono cesellati su zanne di tricheco e oggi custoditi a Londra e a Edimburgo", L'Osservatore Romano, 2 febbraio, 3 2004 "... E il telefono arrivò quando l'isola era ormai deserta. Storie di sopravvivenza e di abbandono nell'arcipelago scozzese delle Ebridi Esterne", L'Osservatore Romano, 11 agosto, 3 2002 "La "mostruosa follia baleniera" che si scatenò nell'Atlantico fra l'800 e il '900. Gli arcipelaghi delle Ebridi Esterne e di St Kilda, le Faer Øer e l'Islanda: un viaggio nei luoghi storici della caccia ai cetacei", L'Osservatore Romano, 25 settembre, 3 2002 "L'epopea di uomini e donne sulla rotta delle "silver darlings". La storia della grande pesca delle aringhe nelle Ebridi Esterne, in Scozia", L'Osservatore Romano, 27 luglio 2002, 3 2001 "Le inquiete acque dell'Oceano Atlantico e le aspre scogliere non sono riuscite a salvare gli isolani dall'"assalto" dei turisti. Visita al remoto arcipelago scozzese di St Kilda. La sua comunità, sgombrata nel 1930, viveva quasi esclusivamente della caccia agli uccelli marini", L'Osservatore Romano, 8 Febbraio, 3 2000 "Dal castello di Kisimul i pirati di Ruari MacNeil partivano per le loro sanguinarie scorribande. Viaggio nell'isola di Barra, la più meridionale tra le terre abitate dell'arcipelago scozzese delle Ebridi Esterne", L'Osservatore Romano, 4 Ottobre, 3. 2000 "St Kilda, l'Islanda e i norvegesi: un seguito a "Balene e balenieri…", Rivista Marittima,CXXXIII, Agosto/Settembre, 205-208. 2000 "L'isola atlantica di Scarp, Ebridi esterne (Scozia)", Rivista Marittima, CXXXIII, Luglio, 207-209. 2000 "L'isola che ha dato il nome al "tweed" un tessuto conosciuto in tutto il mondo. Appunti di viaggio ad Harris, nell'arcipelago delle Ebridi Esterne" L'Osservatore Romano, 13 luglio, 3 2000 "Sull'"Isola della torba" si ergono i plurimillenari monoliti di Callanish. Lewis: un suggestivo angolo nell'arcipelago scozzese delle Ebridi Esterne", L'Osservatore Romano, 2/3 Giugno, 3 2000 "Remoto arcipelago di St Kilda, Patrimonio Mondiale dell'Umanità", Rivista Marittima, CXXXIII, aprile, 213-215 2000"L'organizzazione sociale delle Ebridi Esterne, l'ultima roccaforte della lingua gaelica. La vita nelle remote isole scozzesi, tra egualitarismo, "crofting" e tenace difesa della antiche tradizioni locali" L'Osservatore Romano, 31 Marzo, 3 2000 "Nelle ventose e remote terre dei Gaeli in un habitat tra i meno inquinati del pianeta. Le Ebridi Esterne, isole scozzesi dalla storia plurimillenaria e dalla natura incontaminata ", L'Osservatore Romano, 6/7 Marzo, 3 |
[http://users.iol.it/f-pelli/f-pelli.ebridi.htm]
Hanno scritto sulla Ricerca nelle Ebridi Esterne:
"Italian takes time to study Isles" (SG. 14857), Stornoway Gazette, 31 July 1997, 6.
Per un articolo Internet (intitolato "Guga") vai al Sito della Stornoway Gazette and West Coast Advertiser (Guth Nan Innse-Gall), http://www.hebrides.com/news/1997/0824.htm
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Modificata: 19 febbraio 2006