ISLANDA E GROENLANDIA VICHINGA, 1998

PROGETTO DI RICERCA ANTROPOLOGICA

di Franco Pelliccioni

CON I SEGUENTI ALTI PATROCINI:

REALE AMBASCIATA DI DANIMARCA, SOCIETA'GEOGRAFICA ITALIANA

CON UN CONTRIBUTO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

E LA SPONSORIZZAZIONE DEL  GREENLAND TOURISM (NUUK)

IN COOPERAZIONE CON IL CONSOLATO GENERALE D'ISLANDA, ROMA e

L'"ASSOCIAZIONE AMICI DELL'ISLANDA", ROMA

 

UN APPROCCIO ETNO-SOCIO-ANTROPOLOGICO ALLE COMUNITA’ MARITTIME ISLANDESI DI ANTICA DERIVAZIONE VICHINGO-NORVEGESE

Con uno "studio del caso": Heimaey: Storia, Cultura, Economia (Pesca, Uccellagione, Turismo), In Una Comunità Marittima Di Una Giovane Terra Nordica e una ricognizione storico-archeologica nell’insediamento orientale della vicina "Terra Verde"

Desidero esprimere i miei ringraziamenti alle persone la cui cortesia, consiglio e assistenza hanno reso possibile il mio lavoro:

in ISLANDA:

a Reykjavík:

Prof. Gísli Pálsson, Antropologo Marittimo, Direttore del Dipartimento di Antropologia, Facoltà di Scienze Sociali, Oddi, Università dell'Islanda

Dr.Unnur Dís Skaptadóttir, Antropologa Marittima, Università dell'Islanda

Miss Hulda Proppé, Ricercatrice Antropologia, Università dell'Islanda

a   Vestmannaeyjar:

Baldvin Kristjánsson, Vice Direttore della Scuola Superiore (Framhaldsskolin i Veststmannaeyjum)

Hjalmfriður Sveinsdóttir, Direttrice della Scuola elementare (Barnaskóli : http://rvik.ismennt.is/~neyglob/ )

Jóhann Friðfinnson ("Jo sulla collina"), Direttore del Museo Folk (Byggðasafn), già Sindaco della città (1962-66)

Kristján Egilsson, Direttore dell'Acquario e Museo di Storia Naturale (Fiska- og náttúrugripasafn Forstöðumaður)

Páll Zóphóníasson, Consulting Engineer (Teiknistofa P.Z. ehf, General Manager), già Sindaco della città (1976-82)

Dr. Biarki A. Brynjarsson, Vestmannaeyar Business Development (Þróunarfélag Vestmannaeyja)

Arni Johnsen, Membro del Parlamento Islandese e famoso cantante folk;

Hafsteinn Guðfinnson, Biologo Marino, Branch Manager, Marine Research Institute

Ómar Garðarsson, Chief Editor del giornale Fréttir

Hilmar Rósmundsson, pescatore

Arnar Sigurmundsson, Segretario, Città di Vestmannaeyjar

Devo uno speciale ringraziamento a Pall Marvin Jonsson, Biologo Marino, Direttore del Centro di Ricerca Universitaria, Vestmannayaer, che è stato il mio meraviglioso ospite nell'isola di Heimaey. Senza il suo aiuto e la sua ospitalità e assistenza sarebbe stato per me del tutto impossibile portare avanti il field-survey durante gli "alti giorni" del Festival Thjódhátíd

E al Personale del :

Museo Nazionale (Þjóðminjasafnið Íslands ), Reykjavík

Museo Marittimo, ( Sjóminjasafn Íslands), Hafnarfjördur

in GROENLANDIA:

Benedikte Thorsteinsson, Direttrice dell'importantissimo Progetto Leif Eriksson-Vinland-1000-2000, Nuuk

Mr. Anders U. La Cour Vahl, Tourist Manager, Narsaq

Miss Malene Putsi Nielsen, Tourist Manager, Narsarsuaq

Mr. Mads Paldam, Arctic Adventure APS, Narsarsuaq

Miss Dorte Bluelund, Arctic Adventure APS, Narsarsuaq-Narsaq

The Manager, Hotel Narsarsuaq

E

Dr.ssa Erica Kircheis, Addetto Stampa, Danish Tourist Board, Milano, Italia

Hanno scritto sulla ricerca:

"Þið drekkið eins og víkingar -segir ítalski mannfræðingurrin Franco Pelliccioni eftir kynni sín af Þjóðhátíð Vestmannaeyja", Fréttir, 25, 13 Agosto1998, p. 10

PROGETTO

Tra le isole e gli arcipelaghi a suo tempo selezionati e inclusi nel Programma sulle Comunità Marittime dell’Atlantico Settentrionale, era stata prevista anche un’indagine in un’isola-Stato, l’Islanda, appunto. Il sottoscritto ha dovuto perciò tener conto, nella stesura a tavolino di quello che sarà l’effettivo progetto di indagine da eseguire "sul terreno" e che, naturalmente, sarà soggetto, a sua volta, come tutti i progetti, a modifiche, verifiche, rielaborazioni successive o riadattamenti, in base alle reali situazioni riscontrate. Con un vantaggio in più rispetto a quella che era stata anni addietro solo una progettazione "virtuale", scaturita dall’analisi della modesta letteratura a disposizione. Infatti nel 1995 l’indagine è stata portata avanti in un arcipelago, quello danese delle Fær Øer, che, seppure non indipendente, gode più o meno dalla stessa epoca, di una robusta e quanto mai estesa autonomia.

Un altro problema che si è presentato è rappresentato dalle stesse dimensioni dell’Islanda. Invece di frammentare le indagini in tanti mini-surveys tra diverse località, è stato previsto, sempre sulla falsariga della ricerca nelle Fær Øer, una sola comunità, dopo un iniziale approfondimento a livello nazionale nella capitale islandese (Università, Amministrazione). Oltre ad una successiva ricognizione, sia pure a volo d’uccello, della realtà isolane grazie all’utilizzo della Ring Road.

L’Islanda (Lýðvelðið Ísland), è terra recente. Emergendo ca. 16 milioni di anni fa. Ed è paese giovane anche dal punto di vista politico. Non solo per l’indipendenza, conquistata non molti decenni addietro (1944). Attualmente è in corso una controversia di natura geopolitica con Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna per la definizione dei confini delle acque della piattaforma continentale di Rockall, in merito alla quale solo Irlanda e Gran Bretagna hanno raggiunto un accordo. Già nel 1979 l’Islanda aveva allargato l’area dei suoi diritti esclusivi fino al limite delle duecento miglia (370 chilometri)

Isola di origine vulcanica, è tuttora interessata da un’intensa attività, sia sismica, che vulcanica. E’caratterizzata da un notevole numero di sorgenti termali, crateri e vulcani: oltre cento, venticinque dei quali hanno fatto registrare eruzioni in epoca storica, come l’Hekla (a partire dal 1104, poi 1300, 1341, 1389, 1766 fino a quelle recenti del 1947, 1970 e 1980) e il vicino Laki, con oltre cento crateri. Si ricorda, inoltre, la recente eruzione vulcanica che ha interessato la regione dell’immenso Vatnajökull, e ha provocato numerose jokulhlaup che in più punti hanno interrotto la stessa Ring Road.

Il territorio è ricoperto da nevi e ghiacciai per quasi il 15% della sua superficie. Le pianure, limitate alla fascia costiera sudoccidentale, coprono circa il 25% della superficie totale. Solo ¼ del paese e abitabile e solo 1/7 è produttivo (4200 fattorie sparse stimate e 5% della manodopera). Si coltivano rape, patate e ci sono tre raccolti annui di fieno. Ben il 76,67% del territorio è incolto e improduttivo. Fino alla fine del XIX secolo l’agricoltura era la principale occupazione della popolazione e la pesca era solo una fonte sussidiaria di reddito (come negli altri arcipelaghi di cultura scandinava)

Prima dell’arrivo dei Vichinghi nell’874 (ma anche di un precedente, ancora non confermato da sicuri riscontri archeologici, arrivo dei monaci irlandesi, i Papae), l’isola era totalmente disabitata.

Il numero degli abitanti doveva nei secoli fluttuare, e di molto. Anche a causa di tutta una serie di catastrofi indotte proprio dal rigido, spesso pericoloso, habitat. Tanto che alla fine del XVIII secolo la Danimarca pensò seriamente di evacuare tutti gli abitanti superstiti dell’isola, trasferendoli nello Jutland. Erano già 65000 nel 965, ma ai primi del XVIII secolo (primo censimento nazionale) erano già ridotti a 50.000. Successivamente, a causa di una sequela di disastri, epidemia di vaiolo compresa ( 1707-1709), e le carestie a metà secolo, si ridussero ulteriormente, fino al colpo di grazia del vulcano Laki del 1783, che comportò un’ulteriore, drastica, drammatica contrazione degli abitanti (circa 35.000), la maggior parte dei quali del tutto deprivata. Alla fine del XIX secolo erano comunque 80.000.

L’isola avrebbe subito il monopolio danese, come nelle isole Fær Øer e in Groenlandia, a partire dal 1602 (Compagnia d’Islanda : Hørdkræmmer ), monopolio che ha rappresentato un elemento di natura totalmente negativa, influendo per un lunghissimo periodo di tempo, esattamente come accadde nelle Fær Øer, sulla sopravvivenza delle stesse comunità. Fu abolito nel 1787, anche se il commercio venne reso libero solo nel 1854 (nelle Fær Øer due anni dopo).

Attualmente lo sviluppo è totalmente incentrato sulla pesca (con il 70- 80% della ricchezza nazionale), oltre che sullo sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili (le sorgenti naturali di acqua calda). A partire dalla metà di questo secolo, pesca e attività industriali correlate sono diventate infatti la principale risorsa economica, rappresentando quasi il 79% del totale delle esportazioni. Nel 1991 tali attività hanno dato occupazione al 12% della forza lavorativa (che ha lavorato un milione di tonnellate di pesce). E la pesca è così importante nella vita dell’isola che, per difendere i propri diritti dalle altre nazioni, nel 1976 si arrivò ad interrompere i rapporti diplomatici per un breve periodo con la Gran Bretagna, nel momento più culminante di quella che la stampa internazionale definì "la guerra del pesce". Lo sfruttamento troppo intenso delle risorse ittiche, il settore principale dell’economia, costituisce un potenziale, gravissimo problema per l’equilibrio delle sue acque.

Quella del secondo dopoguerra ha rappresentato per il popolo islandese un’autentica "rivoluzione culturale", la seconda che avrebbe attraversato in poco meno di mezzo secolo. A partire dagli anni ’40 e ’50, si è verificato un brusco cambiamento epocale: gli islandesi passarono da un’economia prevalentemente rurale, tipicizzata dalle numerosissime fattorie sparse sul territorio, ad una di tipo moderno ed urbana. Nel 1940 si attuò, infatti, un movimento su larga scala degli elementi rurali verso città e villaggi, in particolare lungo la costa abitabile. Un fenomeno, questo, di urbanizzazione crescente, che nel 1995 vede la popolazione urbana pari al 91,6%.

Le costruzioni in cemento precompresso (contro il pericolo dei terremoti) risalgono sempre al secondo dopoguerra. Esse hanno offerto inaspettate possibilità di verticalizzazioni residenziali, prima per lo più inesistenti. Le costruzioni tradizionali erano in breccia, zolle e legname.

Ma già una prima "rivoluzione culturale" avrebbe avuto luogo a cavallo del secolo. quando si cercò di dotare il paese di un moderno sistema viario. Fino ad allora ben poche erano state le strade, tuttora per lo più non asfaltate, e le comunicazioni erano via mare o su vie accidentate percorse dai forti ponies islandesi.

Dal punto di vista linguistico, l’islandese ha mantenuto la sua forma originaria, cioè quella norvegese arcaica. Nonostante il fatto che dal 1380 al 1918 il paese fosse stato governato dalla Danimarca. La lingua è rimasta infatti virtualmente non influenzata. La purezza della forma è stata assicurata grazie all’isolamento geo-spaziale e ad una solida tradizione letteraria. Ancora oggi l’Islandese differisce poco dal Vecchio Norvegese tanto che gli islandesi possono facilmente leggere le Edda medievali e le saghe. Anche il glossario tende a rimanere puro. A partire dal XVIII secolo si è sempre cercato di prevenire l’utilizzo di termini stranieri. Tanto che ancora oggi si tende ad evitare l’uso di terminologie scientifiche e tecnologiche comunemente diffuse in tutto il mondo, adottando termini alternativi originati da pre-esistenti forme islandesi. O creandone di nuovi, sempre però rispettosi delle antiche radici linguistiche. Un qualcosa di analogo sta attualmente accadendo nelle Ebridi esterne, dove si sta in qualche modo cercando di fronteggiare la massiccia avanzata dell’informatica nell’ultima "fortezza" Gaelica.

Per memoria si riportano alcune caratteristiche, da sottoporre ad accurata verifica, e che potrebbero rientrare nella categoria cosiddetta dei "caratteri nazionali":

a) orgogliosa tenacia islandese nel dominio di una natura rigida e imprevedibile

b) immediatezza e spontaneità di una non demograficamente numerosa comunità nazionale, tanto comunità (Gemainschaftliche, piuttosto che Gesellschaftliche) da considerarsi perfino parte di una sola immensa famiglia. Inesistenza dei cognomi, ma solo dei patronimici, che utilizzan i suffissi son figlio [di] e dottir figlia [di].

Quindi pesca, lingua, storico isolamento spaziale e culturale, turismo, le due rivoluzioni culturali del XX secolo: comunicazioni, urbanizzazione; incremento demografico; antiche tradizioni di derivazione vichinga; sviluppo (miglioramento della "qualità della vita"); rapporto uomo ambiente. Ecco le principali aree problematiche, così fortemente caratterizzate, che rendono l’indagine etno-socio-antropologica che si intende effettuare in Islanda pienamente degna di rilevanza scientifica, caricandosi di significati e valenze niente affatto secondari.

Sommariamente l’indagine è composta in quattro fasi:

la prima, propedeutica all’intero lavoro, avrà ovviamente luogo nella capitale Reykjavík. Qui si intende raccogliere materiale e dati di sfondo, indispensabili e necessari per inquadrare l’indagine vera e propria, che verrà effettuata nella comunità marittima prescelta. Verranno contattati funzionari governativi e dell’Amministrazione in genere (Pesca, Turismo, Cultura, Scuola, ecc.). Ulteriore materiale sarà raccolto nelle biblioteche della locale Università, Háskóli Íslands (fondata nel 1911), presso i Dipartimenti di Antropologia, Sociologia e Geografia. Di interesse sarà una visita al Museo Nazionale (Þjóðminjasafnið Íslands): cultura Vichinga, storia islandese; nonché all’Árni Magnússon Institute, lo Stofnun Árna Magnússonar (che ospita un’eccezionale raccolta delle celebri saghe islandesi), alla Nordic House, la Norræna Húsid (la cui importanza nel mondo e nella cultura scandinava e nordica, in genere, è già nota allo scrivente. Un’analoga istituzione è funzionante anche nelle danesi Fær Øer); infine allo Árbaejarsafn. Museo all’aperto fondato nel 1957, sulla falsariga del Norsk Folk Museum di Oslo di più antica data, raccoglie antiche abitazioni, chiese, ecc., provenienti da varie regioni del paese e ricostruite in quest’area della capitale.

La comunità selezionata è Heimaey, nell’omonima isola, appartenente al gruppo delle Vestmannaeyiar, le "isole degli uomini occidentali" (gli schiavi di origine irlandese), localizzate al largo dell’Islanda centro-meridionale. In effetti questa località, alla quale si accederà rapidamente per via aerea da Reykjavík, è stata scelta proprio per le sue particolari caratteristiche geo-storiche e demografiche e per l’importanza primaria che riveste nel panorama economico dello stato. L’isola, l’unica permanentemente abitata di un gruppo di sedici, ha 5000 abitanti. Gli isolani 24 anni fa furono costretti ad evacuarla a causa di una drammatica eruzione vulcanica. Pur rappresentando solo il 2% della popolazione islandese, i suoi abitanti riescono a produrre ben il 15% delle esportazioni complessive di pesce (in particolare: passere, aragoste, merluzzi, sogliole, haddock, persici oceanici, aringhe, pesci-gatto, gadi), grazie ad una flotta forte di 100 imbarcazioni). Il pesce viene esportato sia fresco, che trattato nei locali impianti conservieri. Accanto alla pesca gli isolani si dedicano alla raccolta di alghe (kelp) e alla cattura degli uccelli (puffini). Attività antiche entrambe destinate ad integrare, specialmente in un non lontano passato, la dieta alimentare.

Ma la comunità presenta ancora altri motivi di interesse.

Dal punto di vista storico si ricorda la "fondatrice" presenza degli schiavi irlandesi. Ma anche le successive, inquietanti, distruttive, ripetute nel tempo, razzie dei corsari inglesi, che a partire dalla metà del XVI secolo vi si stabilirono per oltre un secolo, fortificando adeguatamente il loro insediamento, fino a che furono scacciati dai commercianti danesi. Ma ancora: le incursioni dei pirati marocchini (1627).

Infine, quale migliore punto di osservazione, in una terra che sappiamo essere "relativamente" giovane (dal punto di vista geologico), e tuttora in formazione, può essere individuato, per un ricercatore straniero, di queste stesse isole? Il sottoscritto, che non è un cultore delle scienze della terra, nello stesso tempo è però profondamente consapevole del fatto che tutte le diverse e ben profonde connotazioni geologiche e geo-topografiche, senza voler omettere l’indubbia rigidità climatica, nei secoli non possono non aver inciso intimamente (e come poteva essere altrimenti?), sul comportamento degli abitanti e, in genere, su ciò che un tempo si definiva "il carattere nazionale" islandese. Nel 1963 proprio quest’arcipelago avrebbe visto la creazione di un’altra terra, di una nuova isola che gradatamente si è formata e modellata grazie all’eruzione, durata quattro anni, di un vulcano sottomarino. L’isola fu chiamata Surtsey. Ora ha una superficie di 3 Kmq e un’altezza massima di 150 m. Inoltre la stessa Heimaey, appena dieci anni dopo, nel 1973, sarebbe stata protagonista, suo malgrado, di un’ulteriore, inaspettata eruzione, che costrinse l’intera popolazione ad evacuare. Per cinque mesi dalle viscere dell’Helgafell uscirono 30 milioni di tonnellate di lava. Le dimensioni dell’isola si sarebbero accresciute, alla fine, di un buon 15% (2,6 Kmq). Inoltre la lava solidificandosi contribuiì a migliorare le caratteristiche del principale porto dell’isola, poiché ne restrinse l’entrata. Attualmente il numero degli abitanti risulta inferiore a quello preesistente l’eruzione del 1973 ( circa 5000, rispetto ai 5300 di quasi un quarto di secolo prima).

L’indagine del 1998 sarà inoltre accompagnata da due side-surveys di cui uno,ove consentito dalle disponibilità finanziarie, da eventuali agevolazioni, sconti o sponsorizzazioni (da parte di linee aeree o uffici turistici nazionali: islandesi, danesi, groenlandesi), avrà luogo nella vicina Groenlandia sudoccidentale:

Il primo side-survey, necessario per la comprensione delle realtà umane e culturali, etno-storiche e ambientali, naturalistiche e paesaggistiche dell’Islanda, sarà effettuato lungo un itinerario che toccherà, quindi, località o comunità che potranno rappresentare un importante (a volte, forse), perfino indispensabile, complemento all’indagine principale e che, seguirà parzialmente la Ring Road (Hringvegurinn, strada statale n. 1). Esso attraverserà l’Islanda centro-meridionale (il "triangolo d’oro"), sud-orientale, orientale e centro settentrionale, e cioè i distretti di Sudhurland, Austurland, e Nordhurland Eystra, oltre ovviamente quello di Reykjanes, dove si trova la capitale: Reykjavík – Þingvellir- Geysir - Hekla – Hvolsvöllur – Kirkiubæjarklaustur – Höfn – Djúpivogur - Egilsstaðir - Reykjahlið (Mývatn) - Akureyri (e poi in aereo Akureyri a Reykjavík);

Il secondo side-survey avrà luogo, come si è detto, nella vicinissima Groenlandia meridionale, dove ci si recherà con il volo Reykjavík – Narsarssuaq. Se da un punto di vista strettamente geo-culturale si potrebbe ravvisare la non compatibilità di un’estensione del survey principale in terra groenlandese, al sottoscritto sembra invece che la vicinanza spaziale tra le due grandi isole atlantiche sia una straordinaria opportunità da non sottovalutare. Ciò proprio in base all’unicità (nel senso olistico del termine) del Programma stesso. Che ha portato chi scrive a seguire, fin dal suo casuale esordio (nel lontano 1982), nelle scozzesi isole Shetland e Orcadi, il movimento vichingo d’oltremare verso ovest, sud-ovest e nord, Vinland, Helluland e Markland, comprese. E quale occasione migliore, se gli verrà data la preziosissima occasione, di poter avvicinare quello che è l’ultimo anello di collegamento che manca all’autore di tante peregrinazioni scientifiche tra le due sponde dell’Atlantico? E che unisce in maniera indissolubile la medesima Islanda alla Groenlandia? Mi sembra del tutto scontato ricordare rapidamente come la breve stagione, dagli esiti infausti, della colonizzazione scandinava della "Terra Verde" fu propiziata dalla vicina Islanda, grazie al viaggio compiuto alla fine del X secolo dal famoso Eirík Rauðe, Eric il Rosso.

Quanto sopra per riferirsi, e non poteva essere altrimenti, alla presenza di quello che è stato l’insediamento orientale Vichingo (Østerbygd) nei pressi di Narsassuaq, composto principalmente da Brattalhid (Qagssiarsuk) nell’Eiriks Fjord (Tunugdliarfik) e dalla non distante Gardar, nell’Einars Fjord (Igaliko Fjord). Nel primo sito archeologico si trovano i resti di quella che è stata la prima chiesa costruita nell’emisfero occidentale, oltre alla casa dello stesso Eric, ad un recinto di mucche e pecore, e a un’area destinata ad un Ting (assemblea politica). A qualche chilometro di distanza sorge Gardar (Igaliko) sede, dal 1126, dell’Episcopato cattolico della Groenlandia Vichinga, dove potranno essere osservati i resti della Cattedrale di San Nicola, il Santo Patrono dei marinai.

[Background data on Iceland will be then collected in the Capital. This to get an overall picture of the country.

The analysis will try to privilege seven main fields, the first of them may broadly belong to the so-called "national characters": 1) Icelandic proud tenaciousness in the domination of a severe and unforeseeable nature and present man-environment relation; 2) Immediateness and spontaneity of a not numerous national community, more Gemainschaftliche than Gesellschaftliche; 3) Historical spatial and cultural isolation (Hørdkræmmer : 1602-1787 [ but 1854]; 4) The two Cultural Revolutions: a] communications (end of the XIXth - beginning of the XXth Century; b] urbanization: starting from the '40-'50, from rural diffused settlements to demographic concentrations in coastal villages and towns - in 1995 the urban Icelandic population was the 91,6% of the total -; 5) Demographic increase; 6) Persistence of ancient Viking traditions; 7) Development: fishing, tourism.

The field-survey of the small town of Vestmannaeyiar (Vestmannaeyjbæjar) in the island of Heimaey (Vestmannaeyiar archipelago, South West of Iceland), will become a "case study" (or, if you prefer, a real extraordinary sample - for its peculiar geo-historical and economical characteristics - of an Icelandic Maritime Culture).

Economy:

Fishing: Only representing the 2% of the Icelandic population, the inhabitants of Vestmannaeyiar produce the 15% of the Icelandic fishing export thanks to a fishing fleet of more then 100 vessels (cod, haddock, ocean perch, pollock, halibut, lemon sole, ocean catfish, but also herring, capelin and lobster).

Fowling (to puffins with fledges - nets attached to the extremity of a long pole -) is allowed every summer for a period of almost six weeks, also on the other islands of the group, where do exist proper hunting cabins.Once were catched gannets and fulmars, too. Instead eggs-gathering is considered "the national sport of the Westmann Islands".

Tourism: Vestmannaeyjar, the "Capri of the North" and the Pjódhátíð

The first side-survey, necessary to the understanding of the human, cultural, ethno-historical, naturalistic Icelandic realities, will be carried on along an itineray that will include places and communities that may represent an important , sometimes - perhaps - "indispensable", complement of the main Vestmannaeyiar field-work. It will go through the Sudhurland, Austurland and Nordhurland Eystra districts (besides, of course, the Reykjanes - one): Reykjavík – Þingvellir- Geysir - Gulfoss - Skálholt - Stöng - Hekla - Hvolsvöllur -Vík - Kirkiubæjarklaustur - Skaftafell - Hof - Jökulsárlón - Höfn – Djúpivogur - Egilsstaðir - Reykjahlið (Mývatn and, then to the lake Öskjuvatn on the vulcano Askja) - Akureyri . Other two short side-trips will be organized, before going to Vestmannaeyiar, to the North-West (to Snaefellsness, Julius Verne's vulcano of the "trip to the centre of the earth". Going through Miðsandur (whaling station), Eiríksstadir (home of Eirík Rauðe), Stykkishólmur, Ólafsvík, Búðir and to the South-West ( Here, in the small island of Eldey, 14 Km west of Reykjanes, in the XIXth century was killed the last world great auk).

A second side-survey has been planned to Southern Greenland:

  1. With the field-work in Iceland, and the historical survey in the Eastern Norse Greenlandic settlement, I will reach an overall picture of the Viking movements towards north, west and south. My future publishing plans include, indeed, to write an extensive work on the Viking world and culture. Where Greenland, of course, will play an important rôle. When long ago, incidentally I started what was going slowly to be an appreciated and lucky Program, then I did'nt know properly that my wanderings, through the North Atlantic waters, were going to take me in so many, interesting and fascinating places: archipelagos and islands, long time before visited, or colonized by the Vikings. So, starting from Shetland and Orkney, in the North-East of Scotland (1982), I have been in Baffin and Labrador during my Arctic Canada Inuit survey in 1983 (Helluland and Markland), going in 1987 in Vínland (Newfoundland), continuing in 1994 in Svalbard [in the Icelandic Annals we read "1194 Svalbardi fundin ": in 1994 about the supposed Viking discovery of the Svalbard, Prof. Reidar Bertelsen, Archaeologist and Dean of the Faculty of Social Science, Tromso University, told me about the non-existence of elements to prove it. He added, however, that "he was going to be very proud if in the future he could prove the reverse"], 1995 (Faroe), 1997( Hebrides), 1998 Iceland and Greenland. With side-wanderings among other Viking/Norse places: Oslo and Copenaghen, Roskilde, Largs and Durham. Taking thousands -literally- of photographs, getting data and materials. And the 1998's research, that will take me between the "Land of Fire and Ice" and "Green Land", will give me the possibility to reach, once again, one after the other, after so many centuries, two countries that history has tightly connected together, Íceland and Greenland. Because I will have the chance to see the farm (Eiríksstaðir) where Eirik the Red lived before to be banished from the island for three years, and the bay (Breiðafjördur) that was going to be the starting point of the last great Viking surge to the West… And "in real time" I will go, one step after the other, to the other edge of the Atlantic. To Eirik's Fjord, where is the most important archaeological remain of that fascinating Viking/Norse Age in Grænlend: Brattahlid. Close to a "New World" that was to be known before Colombus, and that was called Vínland…
  2. But the Southern Greenland survey between Narsarsuaq (where is the international airport) and Narsaq, in the short time I will have at my disposal, will give me (as an Arctic Anthropologist since 1997 I collaborate with the Arctic Program of the Italian National Research Council), also a picture of a "different" Arctic Environment, Society and Culture (besides the Alaska - Arctic Canada - Nord Norge and Svalbard-ones). And the "difference" of Southern Greenland it is not so evident to an external observer , also if the history of the Viking Settlements should teach something already. It was here that centuries ago Europeans cultivated Elymus arenarius (rye), wild sorrel, yarrow, and so on… Because Southern Greenland is famous for its field ices, but also for its economy based on agriculture and sheep-farming (but also horses and reindeer-herding). We know that affectionately this area, with such a mild climate is called "Sineriak Banaaneqarfiq". Its translation is enough evident! So to have the possibility to be in Southern Greenland, also for a very limited amount of time, will be twice essential and extraordinary for an arctic scientist. I will have, indeed, the opportunity to visit four Greenlandic Communities: Narsarsuaq ("the big plain") -here during the second World's War it was situated the US Blue West One Base -, Qagssiarsuk ("little strange creek") , Itivdleeq and Narsaq ("the plain"), the main centre. This town has 1800 inhabitants: the other three villages have a population of 350) and two Viking/Norse settlements, the most important of all will be undoubtedly Brattalhid, nell'Eiriks Fjord (Tunugdliarfik), where are the ruins of several farms, including that of Eirik the Red ( Eirík Rauðe), and the ruins of the first Cristian Church (that of Eirik's wife, Þjóðhilde) ever built in the Western Emisphere. I should remember that there I will also observe there the site of a Þing (and a cattle and sheep byre). In all of the Eastern Settlement there should be, according Icelandic sources, around 190 farms ( 90 in the Western-one), but Danish archaelogists have discovered already more than 330 Norse farms (Magnus Magnusson, 1992). It will be also very important to visit Gardar, in the Einars Fjord (today Igaliko Fjord), once the seat (since 1126) of the Catholic Bishop, where are the ruins of the Cathedral of St. Nicholai, the patron saint of the seafarers. In 1926 archaeologists found here the human remains of Bishop Smyril, "who was wearing an episcopal ring and holding a croisier or bishop's staff".]

http://users.iol.it/f-pelli/f-pelli.islanda-groenlandia.htm

BIBLIOGRAfia

Groenlandia:

  2007 "Si spinse ad esplorare i confini della Terra attratto dai deserti ghiacciati e dai popoli nativi. Innovatore e grande comunicatore, Paul-Emile Victor ha diretto personalmente 14 missioni al Polo Sud",  L'Osservatore Romano, 6 ottobre, 3

2007 "Il "Grande Peter" degli Inuit artici. Mezzo secolo fa si chiudeva la vita avventurosa dell'esploratore e antropologo danese Freuchen", OR [L'Osservatore Romano]Domenica, 19 agosto, 7

2007 "Il baleniere William Scoresby Jr. (1789-1857)", Rivista Marittima, CXL, maggio, 185-189

2007 "Tra le balene e i ghiacci dell'Artico. 150 anni fa moriva l'inglese William Scoresby Jr. intrepido navigatore dall'animo profondamente religioso", OR [L'Osservatore Romano], 18 febbraio, 6

2006 "75 anni fa Louise Anne Boyd era nella Groenlandia nord-orientale. Sette in tutto le sue spedizioni artiche con le navi Hobby, Veslekari, Morrisey", Rivista Marittima, CXXXIX, ottobre, 163-167

2006 "Conquistare il Polo Nord: la "magnifica ossessione " di Robert Edwin Peary. L'esploratore statunitense sostenne di aver compiuto l'impresa, ma in realtà si fermò a poche miglia dalla meta", L'Osservatore Romano, 17-18 agosto, 3

2006 "Il grande navigatore inglese John Davis a quattro secoli dalla morte", Rivista Marittima, CXXXIX, febbraio, 179-182

2005 "Mezzo secolo tra i ghiacci di Donald Baxter Macmillan. Ben 26 esplorazioni polari effettuate a bordo della goletta Bowdoin", Rivista Marittima, CXXXVIII, dicembre, 171-176

2005 "Verso il Passaggio a Nord Ovest. Moriva 400 anni fa il navigatore inglese John Davis: fu tra i primi a cercare una via nuova verso Oriente", OR [L'Osservatore Romano] Domenica, 31 luglio, 6

2005 "La "donna di ghiaccio". 50 anni fa l'esploratrice statunitense Louise Arner Boyd sorvolava il Polo Nord", OR [L'Osservatore Romano] Domenica, 20 febbraio, 6

2005 "Tracciare una "rivoluzionaria" rotta aerea dall'Europa agli Usa: un sogno sepolto sotto gli spessi ghiacci della Groenlandia. Nel 1930 moriva per il freddo e la fatica Alfred Wegener, astronomo e meteorologo tedesco", L'Osservatore Romano, 25 agosto, 3

2004 "Mezzo secolo tra i ghiacci. Le esplorazioni polari di Donald Baxter MacMillan, grande studioso e divulgatore della cultura Inuit. Fino all'età di 80 anni ha partecipato a oltre trenta spedizioni nell'Artico americano tra Labrador, arcipelago canadese e Groenlandia: Donald Baxter MacMillan è stato uno dei pionieri nella scoperta di quelle terre nei metodi di esplorazione e di studio e nella valorizzazione delle culture dei popoli indigeni",  L'Osservatore Romano, 26 maggio, 3

2002 "Un etnologo autodidatta fondò la moderna eschimologia. Knud Rasmussen e i cento anni dalla "Spedizione Letteraria Danese" in Groenlandia", L'Osservatore Romano, 5 maggio 2002, 3.

1999 "Nell'anno Mille la moglie del vichingo Eirik "il Rosso" fece costruire la prima chiesa sulle remote coste della Groenlandia meridionale" L'Osservatore Romano, CXXXIX, 231, 7 October, 3

1999 "Un villaggio costruito con le pietre del duomo medievale dedicato a san Nicola. Nell'attuale Igaliko sono ancora ben visibili i resti dell'antica Gardar, sede episcopale della Groenlandia vichinga", L'Osservatore Romano, 29 December, 3.

1999 "I virus custoditi dal ghiaccio artico possono conservarsi anche per migliaia di anni. Un monito alla cautela per gli scienziati che effettuano esperimenti in Groenlandia", L'Osservatore Romano, 18 Dicembre, 3.

[Groenlandia, artico canadese, Svalbard, Hong Kong, Cina meridionale; Spedizione Franklin, Influenza Spagnola, Influenza Aviaria. Greenland, Canadian Arctic, Svalbard, Hong Kong, Southern China; Franklin Expedition, Spanish Flu, Bird Flu]

 

Islanda:

2007 "Un caleidoscopio di personaggi tra scoperte e pericoli nell'estremo Nord. Viaggiatori in Islanda nel XIX secolo: scienziati, artisti, fotografi, scrittori, avventurieri e grandi esploratori",  L'Osservatore Romano, 11 marzo, 3

2007 "A caccia di saghe: un patrimonio letterario a lungo immune da influenze esterne. Viaggiatori e pescatori francesi i primi ad avventurarsi sulle coste dell'Islanda nel XVII secolo",  L'Osservatore Romano, 3 marzo, 3

2007 "Islanda: l'irraggiungibile terra dei ghiacci e dei vulcani. Una storia tragicamente condizionata dall'isolamento geopolitico e dalle avversità ambientali", L'Osservatore Romano, 14 febbraio, 3

2007 "Le capitali atlantiche della pesca: Reykjavík, Islanda",  Rivista Marittima, CXL, gennaio, 183-188

2007 "L'impegno di un intero popolo per valorizzare il proprio patrimonio storico, artistico e religioso. Il Museo Nazionale Islandese di Reykjavík",  L'Osservatore Romano, 17 gennaio, 3

2006 "Storie di vita" in Islanda raccontate attraverso case e oggetti comuni. Un viaggio nel tempo tra i ventisette edifici restaurati che compongono il museo all'aperto di Reykjavík", L'Osservatore Romano, 11-12 dicembre, 3

2006 "Un'irreale "città di tela" animata dalla gioia dei discendenti dei Vichinghi. La tradizionale festa popolare di "Thjódhátíd" nell'isola islandese di Heimaey",  L'Osservatore Romano, 19 novembre, 14 [ÞHJÓÐHÁTÍÐ - Þjódhátíð]

2006 " La "città tropicale" della fredda Islanda. Viaggio alla scoperta di Akureyri, caratterizzata da un microclima particolarmente mite per gli standard dell'isola", L'Osservatore Romano, 4 novembre, 3

2006 "La città fondata dal vichingo Arnarson da un insieme di fattorie è divenuta capitale. Passeggiando tra le vie di Reykjavík: un viaggio indietro nel tempo tra le linee essenziali dell'architettura locale",  L'Osservatore Romano, 16-17 ottobre, 11

2006 "Una signora viennese tra i Dayak del Borneo. I viaggi avventurosi intorno al mondo compiuti un secolo e mezzo fa dall'antropologa Ida Pfeiffer", OR [L'Osservatore Romano] Domenica, 8 ottobre, 6

2006 "Reykjavík, un'oasi nel deserto di ghiaccio. Viaggio nella capitale d'Islanda da sempre "rifugio" per gli abitanti dell'isola", L'Osservatore Romano, 5 ottobre, 3

2002 "Quando l'isola Ferdinandea inabissandosi evitò un grave incidente diplomatico. Dall'Islanda al Mar Mediterraneo i singolari casi di terre emerse dalle acque o scomparse", L'Osservatore Romano, 9 novembre, 3

2002 "Secoli di "guerra del merluzzo" tra inglesi e islandesi nell'Atlantico del Nord. La storia di un conflitto tra due nazioni per il controllo della pesca", L'Osservatore Romano, 30 ottobre, 3

2002 "La "mostruosa follia baleniera" che si scatenò nell'Atlantico fra l'800 e il '900. Gli arcipelaghi delle Ebridi Esterne e di St Kilda, le Faer Øer e l'Islanda: un viaggio nei luoghi storici della caccia ai cetacei", L'Osservatore Romano, 25 settembre, 3

2002 "Il "misterioso" legame tra i laghi vulcanici Turkana e Öskjuvatn. Nei primi del '900 in Kenya e in Islanda quattro ricercatori morirono in due diverse esplorazioni scientifiche", L'Osservatore Romano, 29 maggio 2002, 3

2001 "Immersi in uno scenario dantesco tra fumi, vapori e acre odore di zolfo. Un'originale passeggiata all'interno del Leirhnjúkur, uno dei crateri del vulcano islandese Krafla", L'Osservatore Romano, 16 Dicembre, 3

2001 "Nello storico edificio del Sjóminjasafn Islands le memorie di due secoli di dura vita marinara. La città di Hafnarfjördur e il Museo Marittimo Nazionale Islandese", L'Osservatore Romano, 30 Novembre, 3

2001 "Un vero e proprio paesaggio lunare che ha fatto da palestra agli astronauti dell'Apollo. Viaggio nella regione islandese dell'Askja" L'Osservatore Romano, 14 Settembre, 9.

2000 "Viaggio dell'Islendigur celebra il Millennio della scoperta vichinga dell'America", Rivista Marittima, CXXXIII, ottobre, 209-212.

2000 "Sotto il maggiore ghiacciaio d'Europa si nasconde la potenza distruttiva di tre vulcani. Un viaggio in Islanda meridionale attraverso l'immensa distesa del Vatnajökull", L'Osservatore Romano, 11-12 Settembre, 3.

20002000 "Hafnarfjördur e lo Sjóminjasafn Islands", Il Museo Marittimo Islandese, Notiziario della Marina, XLVII, 11, novembre, 80-82

2000 "L'insediamento di Kirkiubæjarklaustur: un'oasi nell'immenso deserto lavico. Islanda. L'eruzione del Laki del 1783 rischiò di far sgombrare l'intera isola", L'Osservatore Romano, 12 agosto, 3

2000 "Le "Guerre del Merluzzo" nell'Atlantico del Nord, Rivista Marittima, CXXXIII, Giugno, 190-193.

2000 "Surtsey, l'isola venuta dal mare", Rivista Marittima, CXXXIII, Maggio, 198-200

2000 "Nell'arcipelago delle Vestmannayjaer dove s'incontrano la "Capri del Nord" e la terra "più nuova" al mondo. Isole islandesi forgiate dal vento, dall'acqua e dal fuoco" L'Osservatore Romano, 10/11 Aprile, 3

2000 "Nella "Saga di Njáll" la chiave di lettura della storia dell'Islanda. Il parco naturale che si estende all'ombra del massiccio del Mýrdalsjökull custodisce numerose tradizioni letterarie", L'Osservatore Romano, 15 Marzo, 3

2000 " Nell'anfiteatro naturale di Thingvellir si riunì per nove secoli il parlamento delle tribù d'Islanda. A Sud-Ovest dell'isola il turbolento vulcano dell'Hekla svetta su una regione contraddistinta da storiche tradizioni e ricca di luoghi d'interesse archeologico e naturalistico", L'Osservatore Romano, 13 February, 3

2000 " Alle falde dello Snæfellsnesjökull il vulcano del "Viaggio" letterario di Jules Verne. Nel Nord-Ovest dell'Islanda il luogo d'origine dell'epopea vichinga e delle maggiori saghe e tradizioni nazionali", L'Osservatore Romano, 23 gennaio, 3

2000 " Colombo, l'Islanda e Vínland: una riflessione sulla "scoperta perduta", Rivista Marittima, CXXXIII, February, 206-209 

2000 " Islanda: tra ghiaccio e fuoco una terra in continua trasformazione. Una natura tanto ostile quanto affascinante. Un popolo orgoglioso delle proprie radici storiche e culturali", L'Osservatore Romano, 12 January, 3

2000 " Un centro di diffusione culturale nell'Islanda del Medioevo. Viaggio a Skálholt, prima sede episcopale dell'isola", L'Osservatore Romano, 5 Febbraio,3

2000 "I pinguini dell'emisfero settentrionale", Rivista Marittima", CXXXIII, Marzo, 214-216

LA PRINCIPALE PAGINA WEB IN LINGUA ITALIANA DI FRANCO PELLICCIONI:

PROGRAMMA COMUNITA' MARITTIME ATLANTICO SETTENTRIONALE

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 Creata: 22 Gennaio 2000

Modificata: 11 novembre 2007

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LE RICERCHE ATLANTICHE: Shetland e Orcadi, Scozia, Regno Unito / Saint-Pierre, Miquelon (DOM, Francia), Terranova (Canada) / Svalbard, Alto Artico, Norvegia / Isole Faroer, Danimarca/ Ebridi Esterne (Western Isles), Scozia, Regno Unito / Islanda-Groenlandia /

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Guerra o Pace: riflessioni di un antropologo su un eterno dilemma

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