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E’ iniziato un ciclo d’incontri per riflettere ed
approfondire una serie di temi di attualità che interessano le famiglie. Sono
coinvolte una decina di coppie, animatrici nei corsi per fidanzati, che,
stimolate preventivamente con dei questionari, dibattono i vari temi
proposti. I risultati e le proposte vengono pubblicate sul
settimanale Vita Cattolica e successivamente su Internet. |
Incontro del 23/9/2000
In questi ultimi anni la radio, la televisione e la stampa hanno turbato le nostre coscienze dando risalto a una serie di mali collegati al sesso e alla violenza che, pur vecchi come l’uomo, sembrano assumere toni più tenebrosi e preoccupanti.
E’ un fenomeno in
crescita o è solo una suggestione indotta dai media che ci impongono di
prenderne coscienza?
Certamente sempre di più se ne parla, nelle famiglie e tra la gente; ma è convinzione di noi famiglie che il fenomeno sia in crescita. Il clima che si sta creando spinge alla ricerca dialettica e politica di una soluzione che, di fatto, si basa esclusivamente su nuove leggi e nuove pene. Fermo restando che chi sbaglia deve pagare, noi invece crediamo che il vero investimento, la vera spesa di risorse debba primariamente essere fatta sulla formazione alla vita.
Dal confronto tra noi famiglie emerge che i principali organismi formativi sono: la famiglia, la comunità, la scuola e i media. Emerge però che la famiglia e la comunità, pur essendo gli organismi direttamente a contatto con la persona, possono potenzialmente chiudersi in se stesse limitando le possibilità di formazione e crescita positiva. E’ invece convinzione di noi tutti che le persone, che costituiscono le famiglie e le comunità, siano raggiungibili con grande efficacia principalmente attraverso i due successivi organismi formativi: la scuola e i media.
La
scuola potrebbe avere un maggior ruolo nello sviluppo positivo delle società
se, condividendo alla pari gli spazi previsti con le più importanti materie,
inserisse piani di studio con nuove materie come ad esempio: educazione civica,
etica, sociologia, morale,…; questo, pur con modalità diverse, a partire dalle scuole
elementari. Crediamo sia preferibile rinunziare a qualche approfondimento
matematico e a qualche poesia a memoria, pur di dare un importante spazio
formativo ai principi della civile convivenza e al sano rapporto con se stessi,
gli altri uomini e l’ambiente.
Il
problema emerso è sul chi decide l’orientamento da dare a queste materie.
L’idea finale è stata che deve essere laico e deve guardare al bene
oggettivo di tutte le persone, dei popoli e del pianeta. La storia civile e
morale dei popoli che ci hanno preceduto e che ci accompagnano, come noi sono
ricchi di spunti che vanno nella direzione di questo bene. La formazione
cristiana rimane volontaria e, al di fuori della scuola, sarà delegata alla
Chiesa attraverso le famiglie e le comunità.
Dalle
analisi fatte emerge che i media sono ben lontani dal fare formazione civile,
etica e morale e che questi sono invece la vera piaga culturale del nostro
tempo.
Da
un indagine fatta in una comune edicola cittadina e uno zapping sui più
frequentati canali televisivi, si è arrivati alla convinzione generalizzata che
definire l’attività dei media con il termine “spazzatura” è troppo benevolo;
nei fatti molta parte della televisione viene da noi giudicata diseducativa.
Tra la stampa e la televisione, infine, quella che ci preoccupa maggiormente è
la seconda; ciò in quanto invade maggiormente e con molta più efficacia la
nostra vita.
Il
filosofo Karl Popper prima di morire (1994) lanciò un allarme: "non si
può continuare a fare televisione nei modi degli ultimi vent'anni, da certi
angoli di visuale e con certe finalità", "ci vuole una patente",
aggiunse, rischiando di entrare in contraddizione con una parte del suo
insegnamento liberista. Riguardo alla violenza che la televisione propone, vera
e finta, dice: “…i bambini hanno paura della violenza . Un bambino normale
chiude gli occhi per non vederla. Il fatto che la gente si abitui a vedere
scene di violenza, che questa diventi il suo pane quotidiano, ciò distrugge la
civiltà. Questa è la mia tesi.”
Popper sosteneva: “coloro che lavorano per la stampa e la
televisione vogliono mostrare e narrare cose che impressionino, vogliono
"essere realisti" e non si rendono conto dei guasti che provocano”.
Noi invece crediamo che una minima parte di loro non se ne rende conto, ma che,
di fatto, la stragrande maggioranza dei produttori si sottomette esclusivamente
e consapevolmente alla logica dell’interesse.
Equipes
di psicologi, sociologi,… devono essere delegati dai governi a fare studi
approfonditi sui possibili danni che certa televisione e stampa violenta ed
oscena può fare a livello culturale e comportamentale. Preso atto dei danni
oggettivi alla società, i governi devono fare delle legislazioni precise che
regolino e proibiscono ciò che danneggia, così come, ad esempio, si sta facendo
per il fumo. Ma, prendendo sempre spunto dal fumo, è stato anche evidenziato
che alla base ci deve essere una proposta culturale nuova. Nell’ambito dei
media si devono rafforzare e creare nuovi media eticamente “puliti” che tolgano
spazio e potere a quelli basati solo sul profitto.
Scuola:
Nuove materie di tipo civico, etico e morale.
Media: Mettere “fuori legge” ciò che è scientificamente dimostrato che danneggia il tessuto etico/morale con influenza negativa sui comportamenti. Appoggiare, valorizzare e finanziare alternative eticamente pulite.