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Dubbi e fede

 

 

La fede è un fuoco: se si affievolisce bisogna ravvivarla

 

 

 

 

E Sono una casalinga cinquantenne sconvolta da un dramma interiore, che si aggrava giorno dopo giorno. Il fatto è che da un bel po' di tempo non riesco più ad accettare le preghiere fatte in comune durante le assemblee liturgiche, ne’ quelle lette in privato dai vari manuali ecclesiastici e libri sacri, compreso il Vangelo. Anche la Messa domenicale si è ridotta per me a una semplice convenzione, abitudine, scrupolo di coscienza, perché non riesco più a capirne l'importanza. Tutto ciò lo trovo una pappardella senza senso, falsa, ipocrita. Amo solo pregare Dio nel mio intimo, rivolgermi a lui nei momenti difficili della mia vita, chiedergli perdono dei miei peccati e invocarne l'aiuto e la protezione per me, la mia famiglia (marito e due figli) e per coloro che ne hanno bisogno. Che stia perdendo la fede o l'abbia già persa?

 

Rita

 

Da: "Colloqui col padre"
Famiglia Cristiana 11/1999

 

 

La Messa domenicale si è ridotta per me a una semplice convenzione.

 

 

Il buio della morte e la luce della fede

 

 

 

Anch’io alcuni mesi fa ho perso la mia Anna, strappatami da quel maledetto male. Sposati da trentaquattro anni, due ottimi figli, un buon lavoro, c’eravamo illusi che questa nostra beatitudine dovesse durare sino alla vecchiaia, circondati da tanti nipotini da accudire.

Tre anni fa, quando il cancro entrò nella nostra vita, fu come un improvviso tornado in un'oasi di pace e mi resi conto quanto fosse diverso immaginare un dolore dal provarlo. Durante la malattia di mia moglie, mi accadde qualcosa di nuovo: mentre la vegliavo, io, che prima andavo in chiesa recalcitrante, trascinato dalla mia sposa, e che sentivo rimbalzare su di me le parole delle parabole senza "assimilarle", sentii improvvisamente il desiderio di leggere il Vangelo. Non lo avevo mai fatto prima, ma ora lo sentivo scendere come balsamo nella mia anima e ogni sua parola era assorbita come l'acqua dalla sete. Mi resi conto di quanta verità di vita fossero intrise quelle frasi e cominciai a capire che da noi non era caduta un’immane disgrazia, ma la mano operatrice del Signore sulle nostre anime. Ricordando le sue parole:

«Se uno vuol venire dietro di me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua...», capii da dove veniva la forza d'animo e la serena rassegnazione di mia moglie, che rinuncia alla sua grande gioia di vivere per una delle tante salite al Calvario che silenziose e sconosciute si realizzano nel mondo. Quando esalò l'ultimo respiro, accadde in me qualcosa d’incredibile:

la mia disperazione cessò; non era scomparsa, ma si era trasformata in un vuoto sopportabile, una serena malinconia che mi concedeva un compromesso con la continuità della vita. Il Signore non mi aveva abbandonato. Da allora mi sono ritrovato con il desiderio della parola di Dio, vado ogni domenica a messa con la voglia di parlargli, riacquisto in quei banchi ove sedevo con mia moglie la serenità che avevo con lei, sentendola ancora

al mio fianco.

 

Salvatore

 

Da: "Colloqui col padre"
Famiglia Cristiana 8/2000

 

Da allora mi sono ritrovato con il desiderio della parola di Dio, vado ogni domenica a messa.