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© Andrea Gerolimon per http://www.music-on-tnt.com


 
 

Almamegretta Live

Quest'estate ho trascorso le mie vacanze in quel di Otranto: mare cristallino e magnifici fondali, sole caldo e incessante, cibo fantastico. Insomma, sono state davvero due bellissime settimane, anche grazie alla mia splendida compagna (grazie Laura). In questo contesto si è inserito il concerto degli Almamegretta, che ha avuto luogo nei Fossati del Castello della cittadina salentina. Quindi una cornice molto suggestiva per una serata che si prospettava piuttosto interessante. Niente di più falso! Ohibò, come niente di più falso?!


Facciamo due passi indietro.


Personalmente conobbi Raiss e soci (gli Almamegretta) nel lontano 1994, periodo in cui uscì il loro primo bellissimo album: Anima migrante. Ne rimasi folgorato! Abituato com'ero ad ascoltare Miles Davis, Keith Jarret e Pat Metheny, snobbando tutto ciò che non fosse jazz, blues o fusion, Anima migrante portò in casa mia musica diversa. La band partenopea era riuscita nell'intento di amalgamare la tradizione musicale napoletana con suoni provenienti dal vicino mondo arabo, utilizzando come minimo comune denominatore ritmi dub e vagamente ipnotici. Il risultato era (è) un disco intrigante e coinvolgente: brani come "Figli di Annibale", o "Fattallà", o ancora "'O bbuono e 'o malamente" rimangono impressi nella mia mente, in modo indelebile. E poi i testi, mai banali o stupidi, ma parole di protesta, magari non politicizzate come quelle dei 99 Posse, ma sempre incisive e aggressive.


L'anno successivo li ascoltai dal vivo in occasione dell'uscita del loro secondo disco, Sanacore. Diverso da Anima migrante, Sanacore si concentra su sonorità maggiormente cupe, ma pure più raffinate e morbide. Ricerca stilistica, ma anche impegno sociale, ecco cosa contraddistingue il secondo album degli Almamegretta. E il concerto risultò molto bello, con quello stile così diverso e peculiare che ha contraddistinto fin dall'inizio il gruppo napoletano.
Di lì a poco però ho cominciando a disinteressarmi di loro, poco convinto della svolta chiaramente commerciale delle produzioni successive. E così arriviamo al 2001, e al concerto di Otranto, che è stato, inutile negarlo, parecchio deludente.

Va bene, forse me lo sarei dovuto aspettare, visti i presupposti (leggi: ultimi dischi usciti), ma non sono proprio riuscito a sopportare questo nuovo stile, trascurando completamente tutto ciò che avevano costruito nei primi anni di lavoro. Infatti, a parte l'esecuzione di qualche vecchio brano come "Figli di Annibale" o "O 'bbuono o malamente" (tra l'altro riproposti in versioni irriconoscibili, ma perfettamente in linea con il nuovo stile Almamegretta…), il concerto si è trasformato ben presto in un triste spettacolo di musica vuota e senza idee innovative, un dub da discoteca incapace di comunicare alcunché. Per carità, ci sarà pur qualcuno che apprezzerà la nuova strada imboccata dagli Almamegretta, ma, mi dispiace, io non sarò tra questi.


A me comunque rimane un tarlo che non riesco a scacciare dalla mente: come è possibile che uno tra i migliori gruppi italiani degli anni novanta, sia riuscito letteralmente a buttare alle ortiche il talento e l'originalità espressa nei suoi primi due album?

Qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmelo, per favore?