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© A. Gerolimon per http://www.music-on-tnt.com


 
 

 

Richard Galliano "New York Quintet"

Richard Galliano è un artista straordinario. Ebbi l'occasione di ascoltarlo nella primavera del '98 a "Itinerari Jazz" di Trento, e ancora lo scorso anno nell'ambito della rassegna "Il suono delle Dolomiti" (con una cornice a dir poco splendida!), sempre in duo con Michel Portal.
Le atmosfere che sanno creare i due musicisti francesi, ricordano da vicino quei caratteristici locali fumosi parigini, tra il bohemien e il decadente. Così quando, all'unisono, invocano le note del Libertango di Piazzolla, i colori si fanno più vivi, ma anche più struggenti, e si viene completamente trasportati in un'altra dimensione..


Ecco, con questi presupposti il 17 novembre sono sprofondato nella poltroncina del Teatro Zandonai di Rovereto, per assaporare l'amato Galliano con una formazione inedita (almeno per il sottoscritto): Gil Goldstein (con una breve ma intensa sortita alla fisarmonica) al pianoforte, Mark Feldman al violino, Remy Vignolo al contrabbasso, Clarence Penn alla batteria e Richard all'accordeon. Devo essere sincero: non sapevo che aspettarmi, avendo sinora ascoltato il fisarmonicista francese duettare solamente con il fido compagno Portal

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Che dirvi? Che il concerto mi ha emozionato tantissimo, e credo che questo sia il miglior complimento che si possa fare ad una performance dal vivo. Le dieci dita di Galliano sfioravano felici i tasti madreperlati della sua fisarmonica, e i suoi gregari lo sostenevano con un'eleganza e una classe notevolissime. La tensione e la comunicatività erano ai massimi livelli, con momenti di rara bellezza. Ho riconosciuto quella musica, che in altre occasioni colpì così profondamente il mio immaginario, quella musica ricca di pathos e di sentimento, quella musica dove un certo virtuosismo estetico si sposa sapientemente con l'anima di chi, quella musica, la suona.

Era bello vedere come tutti gli elementi del quintetto volassero alto, alla continua ricerca di nuovi metodi espressivi, di nuova linfa vitale per i loro strumenti e le loro idee. E' poi la parte più intimistica del concerto, con un Galliano accompagnato rispettivamente da Goldstein, Vignolo e Feldman, e poi da solo in un'interpretazione molto sentita del Libertango.
Il tutto è terminato tra i meritatissimi applausi del pubblico, che per l'occasione ha riempito fino all'orlo il teatro roveretano.
A questo punto, gente, non mi resta che cercare con foga una qualche registrazione del concerto… Se qualcuno ha qualche dritta… ;-))
A presto!!!