Angelo Branduardi
L'Infinitamente Piccolo Tour
Fortunatamente ogni tanto il vostro direttore preferito riesce a disintossicarsi :-) dal lavoro e ritagliarsi piccoli spazi di tempo libero.
In uno di questi rari momenti, ho avuto la fortuna di imbattermi nel tour L'Infinitamente Piccolo che Branduardi sta portando in giro per l'Italia. Vi confesso che l'idea di assistere a un concerto di Branduardi mi aveva sempre stuzzicato, così appena ho potuto non mi sono fatto scappare l'occasione e, armato di biglietti e fidanzata, ho passato una serata in compagnia della musica del nostro Angelo.
L'inizio del concerto ha svanito una mia convinzione su Branduardi, in particolare pensavo che la motivazione che aveva spinto il cantautore nel cimentarsi in un lavoro così singolare era da ricercarsi in una spiccata fede religiosa.
Così non è a quanto afferma Branduardi. Egli spiega che, come spesso accade, il peccatore viene incaricato di tessere le lodi del Signore. E così ha fatto, ispirato dagli scritti di Francesco da Branduardi definito l'autore delle prime opere letterarie italiano in italiano.
Sia come sia comunque, il concerto è stato ricco di suggestioni. La musica di Branduardi si è lasciata raccontare con grazia e delicatezza. Lo stesso Branduardi sul palco dimostrava di essere a suo agio con testi non proprio facili da adattare a una canzone.
Branduardi stesso ogni tanto si staccava dalla musica per commentare brevemente le sue canzoni, interamente tratte da fatti riconosciuti della vita del frate di Assisi.
Come se non bastasse poi, la fisionomia di Branduardi era tale da renderlo un perfetto menestrello d'altri tempi. Una cosa che non mi aspettavo è stato il fatto che durante il concerto si sia fatto largo uso di basi registrate abbinate alla musica realmente suonata sul palco.
Sinceramente non me lo aspettavo da Branduardi, ma mi rendo conto che a volte sia una scelta inevitabile e nulla toglie alla bravura dell'artista e della sua sincera soddisfazione a suonare dal vivo.
Per il resto canzoni piacevoli e assolutamente ricche di sonorità ricercate, in pratica una continua chicca da scoprire e scolpire nella memoria.
Il pubblico, un pò freddo forse, si è realmente scaldato solo quando Branduardi ha rispolverato i suoi cavalli di battaglia Cogli la prima mela, La pulce d'acqua e Alla fiera dell'est.
Note stonate.
Quali? Presto detto! In contrasto con il clima da vera bolgia scatenato dai suoi GH, Branduardi si è limitato ai tre titoli da me citati e dribblando le richieste del pubblico di proporre canzoni celeberrime tipo Vanità di vanità o Il dono del cervo con un laconico non le conosciamo, si è defilato per poi concedersi ai suoi fan in cerca di autografi.
Devastante per le mie orecchie poi era l'acustica. Sibilanti taglianti come rasoi e pressione sonora degna dello stadio di S. Siro hanno talvolta reso vana la bravura dei musicisti, capitava spesso infatti che gli strumenti a volte si coprivano l'un l'altro.
Risultato? Fatica d'ascolto davvero notevole e effetto tappo nelle orecchie :-)).
In conclusione una bellissima serata degna d'esser vissuta in allegia. Consiglio a tutti di assistere quando possibile all'Infinitamente piccolo Tour. Sono due ore spese in modo piacevole.
A presto