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Monografia sugli <b>ABBA</b>
Artista/Gruppo: ABBA
  Articolo: Monografia  
  Etichetta: -------------------------  
  Web site: ABBA (sito ufficiale)  
Recensore: Francesco Serini

© Francesco Serini per http://www.music-on-tnt.com

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Il fenomeno degli ABBA viene sempre filtrato attraverso due atteggiamenti, che producono erronee valutazioni. Da una parte, considerando solo ed esclusivamente i limiti del gruppo, c'è lo snobismo della critica, che allora, come oggi, evita di parlane. Questa è una sbagliata e inappropriata analisi. Dall'altro il soffermarsi alla superficie, sottolineando esclusivamente elementi trascurabili quali gli oltre 120 milioni di dischi venduti o gossip da cronaca rosa, portano solo ad una generica e superflua lettura.

Tolti questi due filtri, si può con criterio contestualizzare questo fenomeno musicale e di costume nel suo periodo, gli anni Settanta.


La parola scelta inizialmente dal gruppo formato da Benny Andersson, Agnetha Faltskog, Bjorn Ulvaeus e Ann-Frida Lyngstad, era l'insieme dei loro quattro primi nomi. Nel 1973 il loro storico produttore Stig Anderson, decise di organizzare un referendum popolare, affidandosi ad un giornale svedese. Il risultato fu che la voce del popolo decise per ABBA, ovvero il loro acronimo. È rilevante sottolinearlo, perchè questo, centra in pieno lo scopo del gruppo: tradurre in realtà le istanze di svago e divertimento della gente.

Nei Settanta si erano affermati "colossi" musicali quali il punk, l'hard-rock e la disco, che con forme e conseguenze diverse rispecchiavano le reazioni di disagio, noia dei giovani dell'epoca, soprattutto inglesi e americani. I cantanti di questi generi diventavano allora modelli in cui riconoscersi: quelli punk e hard-rock avevano un'immagine irriverente e cantavano un mondo ribelle e violento, quelli disco un'immagine sofisticata e un mondo troppo frivolo. Vivendo invece in Svezia, tranne Frida che era norvegese, gli ABBA non comprendevano queste esigenze.
Non volevano diventare martiri della loro generazione, come i loro colleghi.
Per loro la musica era disimpegno. Non solo doveva semplicemente divertire, ma recuperare quella forma d'intrattenimento che aveva ceduto il passo al rock degli anni Cinquanta e Sessanta con la sua pretesa intellettualistica. Doveva esprimere gioia, affrontando temi quali amore, amicizia, viaggio e ogni altra normale distrazione, trasferiti in un'atmosfera sognante e vagheggiata.

Gli ABBA trovarono riscontro in quella stragrande maggioranza della gente, magari illusa, ingenua, sognatrice e aliena di quei "colossi" musicali, non avendoli mai compresi e interessati, che volevano sentire temi più quotidiani, cantati da chi aveva un'immagine normale e diretta.

Per soddisfare questo immenso popolo le menti del gruppo, Benny e Bjorn, attinsero ad un repertorio vastissimo, solo in minima parte scontato, di canzoni ed artisti, che si può circoscrivere a due generi tipicamente americani, country e musical, e uno trasversale, il folk.
Bjorn, infatti prima ancora di formare il gruppo, suonava negli Hootenanny Singers, un gruppo folk svedese. Le due menti, non avevano mai nascosto la loro passione per il country e le sue diverse contaminazione con il blues, il rock e pop. Escluso per ora il musical, gli altri due generi influenzarono vistosamente i primi tre album Ring Ring (1973), Waterloo (1974) e ABBA (1975).
Il country soprattutto recupera un certo modo di proporre la musica, festoso e giocoso.

Premesso che nei primi tre album, la parte cantata è equamente divisa fra i quattro componenti, è necessario fare alcune considerazioni.

La prima è appunto il ruolo riservato ad Agnetha e Ann-Frida. Le due erano incredibilmente dotate vocalmente. Se la voce della prima era ben impostata ed attenta ad ogni sfumatura, la seconda invece vigorosa e con una predisposizione ad interpretazioni patetico-drammatiche. Il perché in questi album debbano contendersi il ruolo di front-leadears con i loro compagni (sia Benny e Agnetha, che Bjorn e Ann-Frida, erano coppie sposate), si spiega col fatto che i loro modelli musicali saranno sviluppati negli album seguenti. Inoltre, senza ombra di dubbio già emerge quale fosse il pregio e il limite degli ABBA. Se il primo è l'innegabile talento versatile di Benny e Bjorn, messo a disposizione delle voci femminili, il limite è la loro totale negazione come parolieri. I testi del gruppo infatti erano spesso sciocchi, talvolta insipidi.

Il successivo Arrival (1976), nonostante l'enorme successo, grazie a storici brani come Dancing Queen o Knowing Me, Knowing You, rimane sostanzialmente un lavoro mediocre, inferiore a Waterloo, di cui non riesce a ricreare la compattezza stilistica e l'atmosfera di allegra serenità.
Interessante è la title-track strumentale, che confermava la voglia del gruppo, oramai miliardario e famosissimo, di non perdere e scordare le radici della loro terra, la Scandinavia, recuperate con la tradizione del folk e di suoni tipici. Rientra in questo discorso anche il singolo dello stesso anno Fernando, stavolta cantato. L'album è comunque importante, perché finalmente emerge il terzo influsso, che si manifesterà meglio nel successivo, il musical americano, lo spettacolo d'intrattenimento per antonomasia.

Le due front-leaders, avevano modellato le loro voci sulle maggiori interpreti di questo genere come Judy Garland o Barbra Streisand, a cui si potrebbero aggiungere le outsiders Patsy Cline e Edith Piaf. Sicuramente erano più a loro agio cantando questi brani che i precedenti, tra i quali però si distinguono S.O.S. e Mamma Mia. Questo venne capito da Benny e Bjorn, che da adesso in poi preferirono soltanto occasionalmente cantare, lasciando meritato spazio alle loro compagne. Il gruppo si rifaceva al musical anche per riproporre la tipica atmosfera glamour e lo charme che si respirava ad Hollywood e a Broadway negli anni Trenta e Quaranta.

Se con i primi album gli ABBA avevano solamente indicato quali percorsi sonori preferivano, è con The Album (1977), che il gruppo mescola tutto ciò che fin allora aveva sviluppato, realizzando un divertissement perfettamente riuscito e dimostrando una grande consapevolezza di mezzi e strumenti. L'alchimia magica del lavoro non sarà mai più eguagliata. Sorprende il tributo agli Eagles di Eagle, gli accattivanti cori di Take A Chance On Me o Move On e quell'esercizio di stile che è il mini-musical The Girl With The Golden Hair.

Il successivo Voulez-Vous (1979) è l'opera disco degli ABBA, di cui il gruppo recupera il tipico stile kitsch e la vera essenza, il ritmo sfrenato che induce a ballare. Essendo questa la migliore arma del gruppo, il lavoro funzionava e aveva i suoi momenti interessanti. Colpisce la presenza di due ballate tipiche degli ABBA. Una è I Have A Dream con testo svenevole, inneggiante ad un patetismo poco spontaneo, rafforzato da una musica ancor più lamentosa, che alla lunga può risultare disturbante, e Chiquitita, che mettendo a freno questo sentimentalismo d'appendice, crea un'atmosfera molto gradevole.

Il country e il folk non ritorneranno più come modelli formali da seguire. Questo attestava la duttilità sperimentale di Benny e Bjorn che procedevano a tentativi. Si perseverava su quello che risultava più consono per il gruppo in quel momento. I Settanta si erano conclusi con una trionfale tournèe, che consacrò il gruppo come il fenomeno pop del decennio. Questo e i primi segni di tensione tra i componenti, creò confusione generando una rottura irreversibile, che influenzò gli ultimi lavori.

Se Super Trouper (1980) dimostrava migliore perfezionamento compositivo in The Piper o Me And You, e anche maggiore attenzione alle interpretazioni, come Agnetha in The Winner Takes It All, il lavoro celava una forzata autocelebrazione che risultava irritante.

Un vero passo falso. Peccato.

Il clima festoso e gioioso per divertire la gente, che li distingueva agli inizi, non c'era più. Fortunatamente il successivo ed ultimo lavoro in studio The Visitors (1982), risollevò le sorti. I divorzi e l'annuncio dello scioglimento, impedirono di affrontare con serenità i loro tipici temi, ma di guardarli nostalgicamente, forse un po' piangendosi addosso. Temi adattati ora ad un sound elettronico, ora ad uno acustico, recuperando strumenti "anomali" quali il carillon sognante di Like An Angel Passing Through My Room o il mandolino di One Of Us. Colpisce la ricchezza sonora e il rispetto tra i quattro nonostante oramai il sodalizio era definitivamente finito. Seppur mancava la leggerezza ludica, piacevole e incantevole, che distingueva The Album, in compenso il loro testamento confermava anche la piena maturità artistica.

Il loro ultimo album ufficiale è Live (1986), con registrazioni tratte dalla storica tournèe del 1979 e da una trasmissione televisiva americana del 1981.


Periodicamente la Polydor pubblica raccolte che veleggiano nelle zone alte delle classifiche di mezzo mondo. A loro è stato dedicato uno spettacolo teatrale di grande successo. Qualche anno fa una multinazionale americana offrì loro quasi 1000 miliardi per tornare ad esibirsi, ma rifiutarono.

Questo è comprensibile. Non solo Benny, Bjorn, Agnetha e Frida non si parlano quasi più, ma non hanno l'età per divertirsi e divertire come facevano una volta.

Come un musical, che ha un inizio e una fine, così il loro show era destinato a concludersi, e ad essere riproposto periodicamente da quei gruppi contemporanei che imitano il loro stile.