Afterhours

(Non è per sempre) (1999)

Testi: M. Agnelli
Musiche: Afterhours
Sito ufficiale: www.afterhours.it

Gli Afterhours non sono certo un nome nuovo nel panorama della Musica rock italiana. Quest'ultimo lavoro targato 1999 però li avvicina a piccoli passi verso un pubblico più vasto ed eterogeneo e la loro Musica comincia ad arrivare nelle radio e persino, grazie al video di Non è per sempre - la title-track, nei circuiti televisivi nazionali.
E sarebbe ora che anche il grande pubblico si accorgesse di quali talenti brilla la Musica italiana di oggi, talenti tra i quali la luce degli Afterhours è una delle più fulgide.
13 brani da gustare a cavallo tra il rock elettrico con puntate ardite su sentieri hardcore ed escursioni pacate su strade tranquille e scorrevoli come le lunghe interstate americane.
Così tra una carezza ed una sferzata, gli Afterhours mostrano un talento compositivo ed una tessitura musicale estremamente variopinta e variegata, dove le tipiche ruvidità elettriche si amalgamano e si scontrano con sbavature di elettronica anni '80, violini e violoncelli, farfisa e chissà cos'altro ancora.
E proprio agli anni '80, tanto cari ai Soerba, che gli Afterhours dedicano un brano dal titolo Non si esce vivi dagli anni '80, dove viene lanciata una critica neppure tanto velata allo show-biz, sistema dal quale è difficile star fuori ma anche accettarne le regole (si chiedono: "Dentro o fuori la televisione, meglio artefatto e volgare o meglio coglione?").
Oppure ancora il ritratto di una generazione allo sbando in Baby fiducia:

La mia generazione ha un trucco buono
critica tutti per non criticar nessuno
e fa rivoluzioni che non fanno male
così che poi non cambi mai
essere innocui insomma...che sennò è volgare...

Manuel Agnelli ricama testi in perfetto stile esistenziale, la sua è una poesia urbana lucida e graffiante, come la Musica che le sta intorno e rende questo lavoro degli Afterhours un capitolo importante della loro evoluzione artistica.

Non mi è del tutto chiaro se essi abbiano già scelto una strada precisa o la stiano ancora cercando: a giudicare dalla eterogeneità di (Non è per sempre) direi che la ricerca continua ancora su nuovi e vecchi territori.
Questo nuovo lavoro degli Afterhours è molto vario, un vero caleidoscopio psichedelico dove si può trovare di tutto, il che, da una parte testimonia una grande vitalità artistica e compositiva, dall'altra può lasciare disorientato il medio ascoltatore culturalmente normodotato, poco avezzo ad incontrare troppa varietà all'interno di uno stesso album.
Il pregio di questo (Non è per sempre), ovvero la sua "varietà", può rappresentare contemporaneamente un grosso ostacolo alla diffusione verso il grande pubblico, che normalmente ha bisogno di riferimenti precisi (uno dei motivi per i quali i grandi XTC non hanno avuto il successo dei Beatles, per capirci).
Intuisco, ma potrei sbagliarmi benissimo, che gli Afterhours siano un po' rosi dal dubbio se imboccare la strada del "successo" (e parlo di grande pubblico) oppure rimanere a divertirsi con le cose che preferiscono.
Come cantava Piero Pelù (i Litfiba, tanto per cambiare, sono ringraziati nei credits di copertina): Piacere a tanta gente è una gabbia seducente....
Con questo dubbio, sopportabilissimo, non ci resta da fare altro che goderci questo (Non è per sempre) ed attendere futuri sviluppi.
Una nota conclusiva sui suoni: in questo album c'è davvero di tutto, in ogni senso. Tanti strumenti, tanti rumori e tante sonorità diverse mescolate in un grande calderone acustico-elettrico.
La produzione abbastanza curata riesce comunque nel difficile compito di evitare un suono impastato e confuso.

(Non è per sempre) contiene 13 canzoni:

• Milano circonvallazione esterna
• Non è per sempre
• La verità che ricordavo
• Oppio
• Non si esce vivi dagli anni '80
• Baby fiducia
• Tutto fa un po' male
• Superenalotto
• L'inutilità della puntualità
• L'estate
• Bianca
• Oceano di gomma
• Cose semplici e banali

A presto