Roger Waters è stato assieme ai Pink Floyd, uno degli artisi che hanno segnato la storia del rock; egli dopo la pubbllicazione dell'album The final cut, diede inizio a un'interminabile querelle giudiziaria contro gli altri membri del gruppo (capeggiati da David Gilmur) per poter usare in esclusiva il marchio Pink Floyd.
Sappiamo tutti come è finita, Waters perse la causa e fu costretto a non poter usare il nome del gruppo in cui aveva militato per anni, così senza perdersi d'animo, iniziò una carriera da solista che idealmente si ricollega proprio al filone degli ultimi due dischi dei Pink Floyd, e cioè The Wall e The final cut.
Questi due album, erano intrisi della sofferenza da parte di Waters per aver perso il padre durante la seconda guerra mondiale, infatti entrambi i dischi, ma più smaccatamente The final cut, hanno un'atmosfera cupa, che sfiora la paranoia, raccontano di repressione e dolore, tanto che un verso di The final cut recita testualmente:
"dimmi perchè, dimmi la verità, perche Cristo fu crocefisso, è per questo che papà morì?".
Gli stessi sentimenti io li ritrovo in questo cd, anche se non sono così evidentemente auto biografici, Amused to death è una fredda analisi della nostra società, in esso vi sono i sentimenti provati nell'assistere agli avvenimenti che hanno caratterizzato la fine del nostro secolo.
La discografia di Waters solista comprende i seguenti album: Radio Kaos, The pros and cons of hitch hiking, The wall-live in Berlin e il nostro Amused to death.
L'ascolto
La prima volte che ho ascoltato questo cd, ho subito avuto l'impressione di ascoltare un disco dei Pink Floyd vecchia maniera, il cd si apre con The ballad of Bill Hubbard, il cui attacco richiama senza ombra di dubbio le atmosfere rarefatte dei brani strumentali dei Pink Floyd;
la chitarra la fa da padrona e non potrebbe essere altrimenti visto l'autore.
Il secondo brano What God wants, part I, come recita il titolo, elenca quello che dio vuole, inteso come offerta lasciandoci scegliere tra il bene e il male, e prende: sesso, pace e guerra, vodoo, crimine organizzato crack e tante altre cosette; la canzone è davvero energica e rokkeggiante, rompe totalmente gli schemi che potevamo aspettarci con The ballad of Bill Hubbard.
I tre brani che seguono, Perfect sense Part I & II, e The bravery of being out of range sono splendidi, specialmente il primo, da soli reggerebbero a galla senza problemi un disco zeppo di brani pietosi. Non si può spiegare la musica di cui sono intrise, sono soltanto da ascoltare, i testi con i loro riferimenti sono da leggere e capire, in Perfect sense Part I la splendida voce di P. P. Arnold (una donna) recita:
quando ci aggiungi tutto
lacrime e ossobuco
c'è un'oncia d'oro
e un'oncia dorgoglio in ogni libro mastro
e i tedeschi uccisero gli ebrei
e gli ebrei uccisero gli arabi
e gli arabi uccisero gli ostaggi.
Caratteristico poi è il passaggio da una canzone all'altra, sembra infatti di cambiare canale con il telecomando del televisore, ogni cambiata è una canzone diversa. The bravery of being out of range viene voglia di cantarla di ballare di assecondarne il ritmo, è sotto tutti i punti di vista trascinante.
La musica si dipana in mudo fluente ogni canzone è una scoperta un'analisi attenta e un pò ironica della nostra società, l'album è zeppo di riferimenti alla realtà tipo la rivolta in piazza Tienanmen come traspare nei testi delle altre canzoni It's a miracle e Watching TV.
L'album è composto dalle seguenti 14 canzoni:
The ballad of Bill Hubbard.
What God wants, part I
What God wants, part II
Perfect sense, part I
Perfect sense, part II
The bravery of being out of range
Late home tonoght, part I
Late home tonoght, part II
Too Much rope
What God wants, part III
What God wants, part VI
Watching TV
Three wishes
It's a miracle
Amused to death
In definitiva l'album per chi ama i Pink Floyd è adattissimo, le sonorità sono quelle senza però mancare in originalità semplicemente le canzoni sono figlie dello stesso autore di The wall (per citare un'album), e si sente stop. Fine di tutte le analogie.
Qualità audio
Se il contenuto artistico del cd in questione può essere messo in discussione, la qualità audio è strepitosa, la scena acustica sembra provenire dall'aria, non ci sono restrizioni sembra di essere immersi nello stage, il suono (a patto di non esagerare con i db), non infastidisce dopo un lungo ascolto.
Sotto questo punto di vista si potrebbe catalogare questo cd nella categoria audiophile.
Concludendo ho cercato di raccontarvi di un cd pieno di spunti per riflettere e registrato in maniera impeccabile. Il suo ascolto potrà piacere a molti come potrà risultare nell'insieme vecchio (ripeto sembra un disco dei Pink Floyd vecchia maniera), ma ognuno di voi che deciderà di ascoltarlo e magari di acquistarlo, converrà che in alcuni punti è oggettivamente riuscitissimo.