1995 AudioQuest Music
Caratteristiche tecniche della registrazione:
Masterizzazione - sistema di codifica Apogee UV-22
Registrazione - Studer A-80 2 tracce, Studer A-800 24 tracce
Nastro - Ampex 499 at 30ips
Microfoni - Neumann U-47, AKG 451, AKG 414, AKG 460, Sennheiser 421, EV PL 20
Cavi - AudioQuest Diamond X3, Lapis X3 e Digital Pro
Personnel:
- David Binney - sax alto
- Donny McCaslin - sax tenore
- Steve Armor - trombone
- Uri Cain - pianoforte
- Ben Monder - chitarra
- Scott Colley - basso
- Jeffrey Hirshfield - batteria
- Daniel Sadnownick - percussioni
Per noi audiofili-musicofili la vita è più semplice da dieci anni a questa parte. Parlo della "vita musicale", che è poi quella che ci interessa in questa sede. Infatti, con le edizioni rimasterizzate molti vecchi dischi, che avevano un contenuto artistico a dir poco eccezionale, hanno cominciato a suonare in modo per lo meno decente per la gioia non solo del nostro animo ma anche delle nostre orecchie. Certo, c'erano (e ci sono) case discografiche che hanno sempre unito la qualità artistica alla qualità musicale (come la ECM, che non finirò mai di celebrare), mentre altre (la GRP di Dave Grusin, ad esempio), pur eccellendo per doti sonore, spesso cadono miseramente dal lato esecutivo. Ma, come tutti voi ben sapete, un "disco audiophile" è tutta un'altra cosa.
E' quindi con un certo entusiasmo che vi presento questo CD del sassofonista David Binney.
Entusiasta, sì! Perché finalmente ho tra le mani un vero disco per audiofili che ha un contenuto musicale all'altezza della qualità della registrazione che lo caratterizza, e non la paccottiglia fusion (spesso vacua e inutile) che solitamente ci propinano le case discografiche che si fregiano del nome di "etichette audiophile".
L'ascolto
Quando ho inserito il disco della AudioQuest nel mio Meridian e ho sfiorato il tasto del play, beh, sono rimasto senza parole.
La stanza si è riempita di musica liquida, naturale, vera. Ecco, è questo che ti permette di ascoltare un CD audiophile: musica vera. Senza filtri, senza elettroniche che inevitabilmente degradano il segnale.
Insomma, tu sei lì seduto sul tuo divano, e semplicemente l'ottetto di David Binney si è trasferito con armi e bagagli nel tuo salotto, e… suona per te. Lui è in primo piano con il suo sax e fraseggia libero, senza costrizioni, naturalmente. Il trombone è alla sua destra, mentre il sax tenore alla sinistra. Gli altri strumenti rimangono un po' più indietro con pianoforte e batteria correttamente posizionati, il contrabbasso al centro e la chitarra sulla sinistra. La scena è ampia e ariosa, non è artificialmente espansa né in larghezza né in profondità. La timbrica è perfetta: sembra di ascoltare un disco in vinile ;-)! Finalmente i piatti della batteria non hanno il calore di una lampadina al neon, e il contrabbasso ha una rotondità e una morbidezza incredibili, ma anche un'articolazione esemplare. Scusatemi se mi ripeto, ma è la naturalità complessiva con cui viene restituito l'evento musicale che colpisce: è inutile parlare di dinamica o di calore.
Semplicemente un riferimento!
Ah, stavo quasi dimenticando di parlarvi del lato artistico del disco. Che dirvi, se non che qui si respira jazz eseguito in maniera prodigiosa, con un susseguirsi di virtuosismi quasi mai fine a se stessi, con assolo di David Binney e compagni davvero notevoli, con brani in 7/4 che vorresti non finissero mai. L'unica cosa che forse posso rimproverare all'artista è una certa freddezza nell'esecuzione dei brani più lenti, ma probabilmente è solo una mia impressione.
Muovetevi, cercatelo e compratelo. Anche se non siete audiofili. O anche se non siete musicofili.
A presto
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