Bloodflowers
THE CURE
Fiction
Diciamolo francamente: l'ultimo album dei Cure non convince.
A quattro anni di distanza dal controverso WILD MOOD SWING, avremmo preteso ben altro. Soprattutto in considerazione dell'annunciato addio (sarà vero?). Le nuove composizioni (dieci) denotano una stanchezza complessiva, una ripetitività lirica (nella retorica del rammarico, dell'utopia, della consapevolezza) e un'approssimazione negli arrangiamenti (pura chincaglieria) che denotano quanto il rock suoni orribilmente "old style" quando si scelgono queste soluzioni.
>Un brano come Watching Me Fall (oltre undici minuti di classico delirio claustrofobico alla Cure, trito e ritrito) ben può comparire come uno scarto della session di KISS ME KISS ME KISS ME (1987), per non andare oltre nella rilevante discografia. Out Of This World (peraltro non male), Where The Birds Always Sings (forse il titolo più brutto della discografia dei nostri), The Last Days Of Summer (lo segue immediatamente), sembrano anch'esse idee secondarie e già ampiamente sfruttate (l'evocazione del capolavoro DISINTEGRATION, 1989, ad esempio).
Che altro salvare?
The Loudest Sound pur pagando un déjà vu (vedi sopra), sembra essere il brano più convincente. Sarà perché concentra tutto il magnetismo del "Principe delle Tenebre" (Robert Smith), sarà, anche, perché è il brano che più incute il tema della mancanza o della perdita in puro "umore" Cure. Ma anche 39 e la title track si elevano su un album di macerie, per varie ragioni: si distinguono per la convinzione e la passionalità del cantato di Smith, per la condotta complessiva della band nell'esecuzione e per un testo (Bloodflowers) tra i più belli (finalmente un po' di sole) della carriera di Smith. Un commiato disperato ed amaro che racchiude il romanticismo maledetto del nostro, ma anche una riflessione sul tema del "contrasto" (peraltro presente in molti brani), risolto negativamente: This dream never ends, you said; this dream always ends, I said. Una frase che va oltre il suo significato intrinseco e sembra essere il finale degno di un album indegno.
I BRANI
- OUT OF THIS WORLD
- WATCHING ME FALL
- WHERE THE BIRDS ALWAYS SING
- MAYBE SOMEDAY
- COMING UP
- THE LAST DAY OF SUMMER
- THERE IS NO IF
- THE LOUDEST SOUND
- 39
- BLOODFLOWERS
A presto
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