Leggendo la classifica dei dischi più venduti del 7/2/1999, ho notato che in buona posizione c'è un disco di Angelo Branduardi: Studio collection, un all the best in studio, ma in questa sede voglio recensire un altro disco di Branduardi, Camminando Camminando Camminando...., un live registrato nel 1996 durante il tour Domenica e lunedì.
Il motivo di questa scelta è presto detto, a mio avviso per capire davvero un'artista, si deve ascoltarlo almeno una volta dal vivo, questo ci farà capire il suo approccio con il pubblico, la sua capacità di coinvolgerlo e ultima ma non trascurabile caratteristica, la bravura dell'artista come musicista; ora devo essere sincero, non so quali altri strumenti suona Branduardi in questo disco oltre al violino e alla chitarra, questo perché non ho mai potuto assistere ad un suo concerto dal vivo, ma da quel che si può ascoltare sulle tracce del cd, del Branduardi musicista non si può dire nulla di male.
Le 17 canzoni contenute nel CD sono:
Piccola canzone dei contrari.
La luna.
Un saluto in tedesco di Branduardi al pubblico (Berlino)
Il dono del cervo.
Cogli la prima mela.
Alla fiera dell'est.
Il signore di Baux.
Vanità di vanità.
Il violinista di Dooney (da una poesia di W. B. Yeats).
Ballo in fa diesis min.
Domenica e lunedì.
Fou de love.
Le dodici lune.
I santi.
La pulce d'acqua.
Si può fare.
L'apprendista stregone
Il disco è tutto dal vivo dicevamo e si apre con Piccola canzone dei contrari, canzone molto divertente veloce non eccessivamente riflessiva ma da capire, infatti, al primo ascolto lascia un po' smarriti perché sembra non abbia senso, e forse non lo ha, non per nulla si chiama Piccola canzone dei contrari.
Le canzoni che più mi hanno colpito per impatto emotivo sono:
Il dono del cervo, davvero bellissima, inizia con un'introduzione a due chitarre e parla di un cacciatore che si trovò a uccidere un cervo, questo come se nulla fosse accetta il suo destino e si offre al cacciatore cantando tutto ciò che farà il suo corpo per il suo carnefice, i suoi occhi per specchiarsi, il suo fegato per dare coraggio, la sua pelle per scaldarsi, il suo pelo per farne pennelli, la propria carne per cibo, così che il suo corpo possa di nuovo rifiorire. Questa canzone è un capolavoro, è una di quelle perle che i media non so per quale motivo non mettono in risalto. Vanità di vanità, celeberrima, faceva parte della colonna sonora di un film con Jonny Dorelli, State buoni se potete, della quale ricordo la versione registrata in studio e preferisco molto di più questa, lo so di essere ripetitivo ma la musica dal vivo è un'altra cosa rispetto a quella in studio, splendidi gli assolo di violino, le parole se ascoltate con attenzione sono un monito a non considerare troppo gli aspetti materiali della nostra vita, e a non cercare di raggiungere obiettivi effimeri. Il violinista di Dooney, traduzione di una poesia, davvero accattivante, è una canzone tipicamente Branduardiana, sembra il motivo di un menestrello di chissà quale secolo di chissà quale corte reale.
Il CD non è fatto per essere ascoltato distrattamente, va ascoltato e capito, solo se ascoltato, infatti, potrà coinvolgere, renderà lo spirito delle canzoni, tutte molto personali, offerte all'ascoltatore in modo estremamente gentile, ogni accordo, ogni frase é il frutto di uno studio sistematico, di una ricerca emotiva, spesso sembra che Branduardi racconti pezzi della sua vita, magari consigliandoci di non lasciar scappar via le occasioni che ci capitano nella vita (Cogli la prima mela), mai dicendolo però in modo diretto. Ogni stornello cantato è un'esperienza vestita di poesia, un'aforisma mediante il quale Branduardi ci stimola a pensare, a ragionare e a non lasciarci andare alle cose materiali di tutti i giorni.
Da segnalare anche per gli arrangiamenti la canzone Si può fare, mi piace davvero moltissimo come e' stata suonata, si vede che il gruppo e Branduardi a questo punto del concerto si fanno trascinare da cio' che suonano.
Gli altri brani del CD sono tutti celebri, su Cogli la prima mela, Alla fiera dell'est, La pulce d'acqua si è scritto tutto e il contrario di tutto, aggiungerei solo il fatto che molti cantanti sono considerati dei menestrelli, ma l'unico che, a mio avviso, ha sposato questo termine è proprio il nostro amatissimo Angelo Branduardi.