Catatonia- Equally Cursed and Blessed WARNER MUSIC
Chi avrà letto il mio articolo "Best of 98" si sarà sicuramente reso conto di come il fortunato "International Velvet" non abbia colpito in maniera particolare il sottoscritto.
Ciononostante era praticamente impossibile ignorare o non considerare adeguatamente un lavoro che alla fine dell'anno si era confermato su livelli di vendita quasi impensabili per una band, proveniente dall'area indie gallese, fino a quel momento costantemente ignorata.
Passare dal completo anonimato, pur realizzando lavori di buon spessore, al successo internazionale con un album tanto immediato quanto poco sorprendente deve aver cambiato fin dentro le radici i cromosomi dei Catatonia. O meglio, a questo punto della loro carriera, i Catatonia hanno scelto la via più facile e più ricca a scapito della qualità delle loro canzoni.
Se in "International Velvet" brani davvero poco profondi (pensiamo al vendutissimo singolo "Mulder and Scully") riuscivano almeno a sprizzare vitalità ed energia nel nuovo "Equally cursed and blessed" troviamo Cerys e compagni impegnati per la maggior parte in ballate lente, dolci( sto pensando anche noiose!!) e le poche canzoni che dovrebbero "tirare" l'album appaiono piuttosto forzate e assolutamente prive di impulsi innovativi.
Il primo singolo Dead from the waist down, seppur carino, a cui fa seguito Kararoke Queen sembra abbia lo scopo di mostrarci come stavolta non ci sia stata molta voglia di mettersi in gioco. Seppure con un velo di tristezza e dispiacere non posso non notare come l'utilizzo che Cerys Matthews fa della sua voce sia il più delle volte forzato, fuori luogo e a tratti anche infantile.
Di certo preferivo le dolci emozioni che la voce di Cerys trasmetteva nei vecchi e misconosciuti pezzi piuttosto di tante urla sguaiate.
Come i Catatonia siano riusciti poi in pochissimo tempo a comporre e registrare undici nuove canzoni dopo il successo del precedente album resta un mistero (e puzza anche un po' di operazione commerciale del tipo "cavalchiamo l'onda prima che arrivi la bassa marea!!") ma il risultato è facilmente paragonabile alla copertina stessa del lavoro: banale e piatta.
Volontariamente ho preferito stavolta non soffermarmi sul valore di ogni singola canzone perché, tra alti e bassi, questo album è parecchio deludente e avrei preferito aspettare più tempo pur di non rimanere deluso.
I Catatonia restano comunque una band che in passato ha mostrato grandi potenzialità e anche se adesso appaiono un po' adagiati su se stessi quando ritroveranno la giusta ispirazione tornerò ad apprezzarli, ma per il momento è meglio non avventurarsi in mare con la barca perché è già tempo di bassa marea.
P.S. Poche volte mi capita di parlar male di qualche album o band così se vi capita di pensarla diversamente da me scrivete e date le vostre ragioni, ma prima (un consiglio) riascoltatevi i primi lavori e confrontateli con i più recenti; io non riesco ancora a crederci!!!