La prima cosa che mi sono chiesto quando ho sentito i rumori prodotti da FatBoy Slim è chi in realtà si nascondesse dietro questo curioso pseudonimo.
La mia sorpresa è stata grande nell'apprendere che il misterioso personaggio altri non era che Norman Cook degli ex-Housemartins, gruppo inglese (di Hull, per la precisione) che a metà degli anni 80 incise un paio di dischi memorabili zeppi di canzoncine facili facili a cavallo tra il pop, il rock, lo ska ed il rockabilly.
Che ci fa Norman Cook dietro ad un progetto come questo di FatBoy Slim? È presto detto: Norman Cook era ed è, di fatto, un deejay...e questo lavoro rende ampia testimonianza delle sue vere aspirazioni, infatti abbandonò gli Housemartins perchè si sentiva un po' "fuori posto".
Conoscete sicuramente il singolo estratto da questo lavoro, l'arciprogrammato Right here, right now, con un video che parte dalle origini della vita fino a fermarsi ai giorni nostri, dove l'evoluzione sembra culminare in un simpatico ciccione, che è poi quello che appare nella copertina (Sono il numero uno, perchè impegnarsi di più?).
Ora, per capirci, You've come a long way, baby è un disco da dance floor di tendenza ma non solo. Esso riunisce tutti i nuovissimi trend danzerecci più in voga e li mescola insieme col gusto acido di Norman Cook, ottenendo un cocktail che difficilmente può lasciare indifferenti: o si apprezza o lo si rigetta in toto.
Preparatevi ad un uso massivo (ed intendo massivo) del campionatore, dell'editing digitale e della batteria elettronica. Parecchio scratch, non so quanto autentico e quanto "digitale", ed un ricorso quasi ossessivo all'effetto del CD inceppato (quello che ripete sempre la stessa microporzione di brano) tanto che ai primi ascolti mi sono alzato a controllare che effettivamente il mio CD player non stesse dando i numeri :-)
È un album dedicato al rumore, più che alla Musica, rumore al servizio del ritmo e del ballo anche se ammetto che certi brani avrei qualche difficoltà ad immaginare come possano essere "ballati" :-)
Non è certamente un disco "easy listening", qualcosa che mettete in sottofondo mentre state facendo altro...in certi tratti ricorda i suoni distorti alla Prodigy e Chemical Brothers ma con un gusto per la ripetitività ben più accentuato ed estenuante.
Se siete già abituati a questo tipo di sperimentazione sonora You've come a long way, baby potrebbe persino entusiasmarvi, ricco com'è di trovate e di fattori inquinanti. Per quanto mi riguarda, pur apprezzando la evidente capacità di Cook, non mi sento di assolvere tutti i pezzi presenti nel disco: di alcuni ne avrei fatto volentieri a meno.
Il singolo Right here, right now e la successiva The Rockafeller skunk sono effettivamente due brani molto belli ed originali, Soul surfing è divertente e mi ricorda alcuni pezzi di rap americano di scuola Schooly D, per capirci.
Praise you ricorda molto da vicino alcune cose dei Primal Scream di Screamadelica, a mio parere capolavoro assoluto del dub degli anni 90 mentre il disco si conclude con due episodi piuttosto duri e difficili, costruiti su ipnotici ritmi ad altissimo bpm.
Dal punto di vista tecnico è davvero difficile dare un giudizio: a bassi da mal di stomaco fanno eco suoni elettronici iperdistorti...certo non un disco facile da ascoltare, neppure da questo punto di vista.
Per amanti del genere o per semplici "desiderosi" di scoprire quali direzioni stia prendendo la Musica più trendy nelle sale da ballo e nei locali underground di tutta Europa.
Un disco, a mio aprere, destinato ad invecchiare molto, molto rapidamente.
You've come a long way, baby contiene 11 tracce:
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