CD fornito gratuitamente da Pink Moon
Faccio vedere il CD ad un mio amico. Gli basta la copertina, il primo piano del muso di un cammello in una smorfia buffa: "Ma chi è, Max Gazzè?". Ancora oggi dimentico di chiarire col mio amico se stesse parlando del CD o della foto, ma intanto è chiaro che in poco più di un anno Gazzè si è creato un'immagine, un alone misto di ironica bravura e simpatia che lo sta rendendo riconoscibile nel disperso panorama musicale pop.
Forse questo CD non è interamente all'altezza del precedente, e qui sorge il dubbio: parlo di questo lavoro così com'è o cedo ai confronti? Tutte e due le cose, naturalmente. Premetto che a me Max (come se fosse un amichetto) piace molto, per il suo timbro di voce, per come suona il basso e per la sua capacità di creare allegre scampagnate pop-rock mostrando come semplice quel che non sempre lo è.
Il CD parte con tre brani che sono un bel ritratto della poetica dei fratelli Gazzè (Francesco scrive quasi tutti i testi); dopo Il timido ubriaco, uno dei molti bei brani che quest'anno Sanremo si è degnato di donarci, si comincia a intravedere quella che forse è la debolezza di questo CD, e cioè una certa forzatura nel musicare testi davvero interessanti e colorati ma non sempre a loro agio nelle strutture strofa-ritornello-o-cos'altro che un brano cantabile richiede. Le parole, di tanto in tanto, vengono incastrate con una pressione eccessiva della penna sullo spartito, e così a volte si perde quell'alchimia che ha reso il precedente La favola di Adamo ed Eva un grande CD.
E' un lavoro meno rockettaro del succitato predecessore; si respira più pop nelle musiche e meno intimismo nei testi, più aperti al mondo esterno, anche in questo lavoro pieni di una "serena inquietudine" che lascia pensare senza dimenticare una discreta dose di ottimismo. Gli arrangiamenti sono curati (rispettivamente belli e giocosi gli archi per Il timido ubriaco e "A") e, forse, un po' somiglianti a quelli del solito termine di paragone di questa recensione; per esempio, "Su un ciliegio esterno" soffia un po' troppo "Vento d'estate"...
Un bel CD, comunque, in cui c'è posto anche per l'ospitalità ricambiata a Ginevra Di Marco, nonché per due testi di Mallarmè e di Antonella Ponziani, alla quale dedico volentieri uno degli sguardi da pesce lesso che mi vengono ogni volta che la vedo.
A presto
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