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GENE
"REVELATIONS" POLYDOR


E con "Revelations" i Gene sono giunti al terzo album, mica male per una band che da gran parte della stampa specializzata veniva considerata come un misero replicante dei più noti Smiths!! A dir la verità comunque, i lavori sarebbero quattro se si tenesse doverosamente conto della raccolta di b-side, live e rarità To see the lights.
Anticipatoci dalla stampa inglese come uno degli album più politicizzati di questi giorni, altrimenti così ordinari e grigi, in realtà "Revelations" scava nei problemi più intimi dell'attuale gioventù britannica, quella che sperava che con l'avvento di Blair, molti annosi problemi venissero risolti e una nuova aria soffiasse nel Regno Unito e negli aspetti sociali di una società, quella attuale, intenta ad aumentare il divario esistente tra la classe più agiata e la parte di popolazione più povera.
Ebbene Martin Rossiter, si sta affermando come uno dei più sensibili narratori di questi ultimi anni, la sua voce sta acquisendo sempre più personalità (così come il sound della band), tant'è che anche un mito del pop inglese come John Peel dopo averli bocciati agli inizi, adesso ha fatto marcia indietro e se li coccola sempre più spesso durante i suoi programmi radiofonici.

Ma addentriamoci ora nei solchi di Revelations.

Nessuna importante novità nello stile delle composizioni, affidate come da consuetudine al binomio Rossiter/Mason (con la partecipazione nelle musiche di Miles e James), gli stessi spunti innovatori del sound dei Gene di cui si era tanto parlato, non sono altro che spruzzi isolati di tromba e vaghe atmosfere balcaniche(soprattutto in "Fill her up" prossimo singolo). Invece appare rafforzato l'impatto audio del gruppo, stavolta viene preferito scaricare energia piuttosto che dedicarsi ai romantici orpelli alla Johnny Marr.
Difficile segnalare quali siano le canzoni più rappresentative del cd quando ci si trova di fronte ad una romantica guitar pop band; l'aspetto principale delle melodie e delle parole è quello di conquistare il cuore degli ascoltatori così la scelta appare molto soggettiva.
Something in the water (era questo all'inizio il titolo scelto per l'album), è forse il pezzo più immediato e lo si ascolta volentieri di continuo; As good as it gets è stato il singolo in anteprima, e anche senza le splendide b-side del piccolo formato mantiene intatto la forza d'urto delle musiche sostenute, e di un testo tanto forte quanto veritiero.
Angel dal groove triste e malinconico (poteva essere altrimenti?), è un lento dimesso e strappalacrime con un messaggio di speranza e reazione nel ritornello.
Little child suonata esclusivamente con strumenti acustici, sembra uscita da una session di "To see the lights".
Una canzone poi dal titolo così suggestivo come The police will never find you deve avere per forza un qualcosa di speciale, e così è! Testo e musica impegnate in un mid tempo veramente notevole e dal sicuro effetto, che farà di questa canzone uno dei pezzi da ricordare dell'album e uno dei momenti forti, almeno credo, del nuovo set live dei Gene.
I sei minuti della conclusiva You'll never walk again sono autentica poesia in note, bisogna riconoscere che da qualche tempo questo genere di composizioni era stato un po' abbandonato.

Conclusioni
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Un gran bell'album dunque questo nuovo "Revelations" dei Gene, che senza retorica hanno sviluppato il loro percorso musicale pur facendo a meno di fumosi esperimenti sonori da sbandierare come chissà quale grandiosa scoperta (cosa piuttosto frequente oggi), dato che in tutta onestà cose del genere non li riguardano affatto. Complimenti davvero ragazzi e grazie per le nuove emozioni donateci e, per dirla alla Martin "…no promise broken.

© Copyright 1999 Giordano Forcina. - http://www.music-on-tnt.com



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