Ginevra Di Marco

Trama Tenue

CD della settimana offerto da Pink Moon.

C'è una parte del pop-rock italiano che si è fatta strada negli ultimi dieci anni e che, pur non contando mai su folle immense di estimatori, o forse proprio per questo motivo, mantiene una coerenza di fondo notevole. Può non piacere il lavoro di La Crus, C.S.I., Daniele Silvestri (l'elenco è volutamente eterogeneo e potrebbe continuare), ma bisogna riconoscere che sta succedendo qualcosa di nuovo: non è più consigliabile evitare la musica italiana...

Proprio a partire dai C.S.I. nasce l'avventura solista di Ginevra Di Marco, che qualcuno invece conosce come voce che con Franco Battiato cantava Vite Parallele nel CD dell'artista siciliano Gommalacca. Senza addentrarmi nella storia personale ed artistica di Ginevra, parlo di ciò che si ascolta nel CD.

Siamo, con i suoni e le armonie, più sul versante rock che sul pop, con atmosfere che ricorderebbero diverse cose, se non si fosse trasportati altrove da voce e testi. Non siamo di fronte a un'ugola d'oro dalla tecnica prodigiosa, ma ad un timbro interessante e, a suo modo, seducente; di tanto in tanto viene in mente perfino Bjork (come accade in Eclissi).

I testi parlano di personali percorsi, di amore cercato intorno a noi stessi, di vita e sentimenti che per alcuni sono quotidiani e per altri solo stranezze della mente soffocate da tempo. Un giro dentro a tutte le parole di questo CD potrebbe far bene a molti di noi. Musiche e suoni sono costruite in modo curato: la struttura dei brani è piuttosto semplice, ma su di essa alzano la voce arrangiamenti costruiti e suonati con gusto. Personalmente, a livello musicale apprezzo meno il lato pop del lavoro (Tempo di attesa, La sorgente del futuro) e la poca originalità di Voci di richiamo. Il resto, che certo non rappresenta la rivoluzione del rock, è però invitante e ha il vantaggio, per chi ascolta, di possedere una bella fusione fra l'atmosfera creata dai suoni ed i testi (soprattutto nella carnale morbidezza di Canto di accoglienza, nella durezza di Lilith, nell'incerta ricerca di 3, nella "Maxgazzèiana" Neretva -e proprio Gazzè è ospite in questo e altri brani, a testimonianza di una sincerità di fondo del lavoro a cui viene spontaneo credere-).

Chiudo: mi pare un CD davvero interessante, stimolante per quel che riguarda i testi e coinvolgente nei suoni, anche se riferimenti più o meno chiari non mancano. In Italia c'è da anni l'abitudine a portare nei brani le tendenze provenienti dall'Inghilterra, ma per fortuna qui siamo di fronte solo a qualche caduta -non verticale- di originalità, che peraltro non è mai caduta di stile.

A presto