Ascoltando di continuo Head Music continuo a chiedermi: era questo il disco che stavo aspettando con tanta attesa?
L'istinto non potrebbe tradirmi quando si parla di Suede, così non esiterei un secondo a dire Si, ma questo lavoro presenta delle novità e dei retroscena nel suono e nelle ambientazioni Suede che non vanno assolutamente sottovalutate; allora eccomi calato nella parte dell'ascoltatore più obiettivo del mondo (nei limiti del possibile, ovvio!) per analizzare con chirurgica precisione Head Music.
Da premettere che i Suede avevano anticipato questo nuovo album dicendo che avrebbe rappresentato un cambiamento rispetto alla vecchia produzione, ma un cambiamento calcolato e affatto rischioso tale da non scontentare e deludere i vecchi fans e presentarsi in chiave più modernizzata ed elettronica alle nuove generazioni.
La prima cosa che noto è che per lo meno a livello grafico si prosegue sull'immaginario già introdotto in Coming up. Electricity, song anticipatrice scelta come primo singolo, è veramente forte ed eccitante (ricalca intenzionalmente le orme di "Trash") e quindi c'è poco da stupirsi; è una grande canzone punto e basta. In Savoir faire si comincia a notare quello che musicalmente rappresenterà la novità dell'album: dove una volta l'intro delle canzoni era sostenuto da riff chitarristici di memorabile fattura ,ora troviamo fraseggi di sintetizzatori e computer che scandiscono un ipotetico tempo dove solo in un secondo momento entrerà la chitarra di Richard Oakes. Tutto questo a scapito dell'immediatezza dei pezzi e del lavoro, fino a qui sempre molto buono, del giovane chitarrista e appannaggio di Neil Codling, il tastierista entrato di recente (alla vigilia di "Coming up") nella band. Questa situazione porterà un po' di confusione all'interno dello zoccolo duro dei fan Suede, abituati fin dagli inizi ai suoni acidi delle chitarre accompagnanti la formidabile voce di Brett Anderson, che anche stavolta canta da Dio. Comunque, dopo solo qualche ascolto, Savoir faire inizia a lasciare il segno cosa che, a mio avviso, non riesce assolutamente alla seguente Can't get enough dove tutto assume un aspetto retrò e dove lo stesso Brett sembra prendere in prestito vocalizzi già eseguiti. Per nulla convincente anche se il passare del tempo o l'ascolto dal vivo potrebbero cambiar faccia a questa canzone. Everything will flow è un lento che a seguirlo attentamente conduce alla commozione e fa spuntare qualche lacrima sugli occhi di tutti i fan più sensibili, basta lasciarsi trasportare dalla dolce andatura della ritmica e dalle parole di Brett. Forse sono questi i Suede che tutti vorrebbero sempre. Anche se la calligrafia di Brett appare a tratti poco comprensibile per chi inglese non è fa niente, perché anche ad occhi chiusi la magia non svanisce. Down ha una lenta melodia e un testo che epicamente mira ad incoraggiare tutti coloro che attraversano nella vita un momento no. L'avrebbero potuta arrangiare in qualunque modo questa musica, hanno scelto quello più freddo e tecnologico probabilmente per rispettare i canoni musicali dell'album. She's in fashion uscirà come singolo proprio fra qualche giorno (al momento in cui sto scrivendo), sembra uscita da una session di "Coming up" per via del suo andamento mid tempo e mi appare un po' leggerina (faccio fatica a capire dove Brett voglia realmente arrivare con un testo che ricalca i luoghi comuni dell'ultimo periodo Suede). Con Asbestos siamo a metà dell'album, pensare che la traccia n.7 di Coming up era "Beautiful ones" e paragonarla a questa fa un po' male e tutto perché il nuovo album non sarà composto da classiche pop songs da tre minuti. Head Music (canzone che da il titolo all'album), è una ballata elettrica molto glamour e ruffiana; immagine perfetta di un certo modo di essere Suede. Elephant man (opera di Neil Codling) la trovo piuttosto imbarazzante mi astengo dall'esprimere un giudizio su di essa! E' solo che non capisco ancora una volta dove si voglia arrivare. Hi-Fi e Indian Strings confermano che "Head Music" non sarà un album destinato a scatenare balli e salti ma forse sarà più adatto ad un solitario ascolto in cuffia (d'altronde lo dice anche il titolo, no?). In He's gone la band riscopre le sue enormi potenzialità nelle canzoni melense, e allora si ricrea subito un feeling indistruttibile tra chi ascolta e la musica che scivola via. Sulle note di Crack in the union jack comincio a farmi le prime considerazioni su un album che forse ho atteso talmente tanto appassionatamente da non riuscire ancora adesso, dopo svariati ascolti, a farmi un'idea ben precisa su di esso, perché per chi dei Suede è fan da sempre non esistono canzoni belle e meno belle, ma solo canzoni di cui potersi innamorare per sempre. Pur se con qualche probabile caduta di tono, mi trovo già ad amare "Head Music", anche se per poterlo fare coscientemente mi trovo costretto a premere di nuovo "play" sul mio lettore cd. Ricomincio così da "Electricity" e stavolta giuro che troverò dov'è il cuore dell'album.