Infinito, l'ultimo album dei Litfiba, è uscito da poco meno di due settimane e già se ne è detto tutto e il contrario di tutto, articoli, recensioni, interviste, addirittura c'era, all'uscita del disco, chi aveva ipotizzato uno scioglimento del gruppo dopo aver preso atto del diverso sound.
Effettivamente l'impostazione dell'album è meno roccheggiante del solito, ma questa tendenza a addolcirsi, i Litfiba l'avevano evidenziata anche in Mondi Sommersi, solo che qui assistiamo al nascere di sonorità "particolarmente" addolcite, in special modo nelle chitarre (nella chitarra di Renzulli); questa mia sensazione ha trovato conferma quando ho letto, in un'intervista, che Renzulli ha usato la Stratocaster (Fender) al posto della Gibson abituale.
Per il resto non ci sono (io non li sento) dei cambiamenti tali da giustificare questo "clamore", ciò che forse manca nell'album, e che pertanto lo rende particolare, è la caratteristica energia della voce di Pelù che in questo cd mi sembra un po' troppo "addomesticata", questo cambiamento, in alcune canzoni (Sexy dream), non mi è affatto piaciuto, anche se non sono un fan sfegatato dei Litfiba, sento molto la mancanza di un brano "forte", che personalmente avrei inserito giusto a ricordo del (buon vecchio) sound del gruppo fiorentino.
Le canzoni dell'album sono:
Il mio corpo che cambia.
Mascherina.
Sexy dream.
Canto di gioia.
Nuovi rampanti.
Prendi in mano i tuoi anni.
Vivere il mio tempo.
Frank.
Incantesimo.
Il CD si apre con Il mio corpo che cambia, questa è la canzone che, come tutti quelli che ascoltano la radio sanno, usano per pubblicizzare l'album, è infatti la più immediata, con quel fischio all'inizio che colpisce immediatamente. Parafrasandola, è come se il corpo della canzone, sia il suono dei Litfiba che sta cercando un nuovo sbocco melodico, sicuramente piacevole ma nulla di più. Notevolissima invece, a mio avviso, è Prendi in mano i tuoi anni, forse perché in essa persiste un suono molto più familiare ai Litfiba, suono che però è volutamente alleggerito, nè aspro nè troppo leggero. Avrei preferito che il duo Pelù/Renzulli avesse giocato maggiormente, su quell'equilibrio armonico tra vecchie e nuove sonorità.
Le intenzioni dei Litfiba, quando hanno inciso il CD in questione era (come hanno detto nelle interviste) di sperimentare e lo hanno fatto in pieno, ogni canzone sembra ispirata da un clima personale e riflessivo, cosa evidente anche in Vivere il mio tempo; le parole della maggior parte delle canzoni, sono un'esortazione a prendere coscienza di se stessi (Prendi in mano i tuoi anni., Vivere il mio tempo), delle proprie capacità, del proprio destino, in modo da poter diventare un uomo (Il mio corpo che cambia).
Interpretazione un po' fantasiosa? Ascoltate per…..verificare.
Il disco nell'insieme è buono, originale e ottimamente suonato, la registrazione è nella norma (per questo genere) e piacerà sicuramente ai fan del gruppo.
Considerazioni
Il duo Pelù/Renzulli ha dichiarato di aver prodotto un concept album, in altre parole un album di transizione rivolto o a nuove sonorità, o a testi particolari per ispirazione e atmosfera; se questo CD invece è l'ultimo dei Litfiba (come si mormora insistentemente), allora ci troviamo di fronte ad una spregevole operazione di mercato, fatta solo per spremere i fan prima di dire chiaramente, che non c'è più ispirazione o voglia di stare insieme. Questo perché, Infinito, non è assolutamente all'altezza dei precedenti album dei Litfiba, a parte le due o forse tre canzoni (da me evidenziate) che si distinguono dalle altre.
In definitiva dunque, come album di transizione può essere considerato interessante, altrimenti è la dimostrazione che spesso agli artisti, raggiunto il successo, interessano più i soldi che il rispetto di chi, comprando i loro dischi, questi soldi gieli ha procurati.