Mark Lanegan
I'll take care of you (SubPop, 1999)
Ma che fine han fatto gli Screaming Trees?
La domanda e' d'obbligo per quelli come me che, agli inizi degli anni '90, sono stati travolti dal ciclone proveniente dal verde stato di Washington e non si sono ancora ripresi...
Le strade dei membri del gruppo di Seattle sembrano essersi divise verso ignoti lidi.
L'unica carriera solista degna di nota pare essere quella del buon Mark Lanegan.
Abbandonato l'alchool e (si dice) svariate altre sostanze non propio taumaturgiche, dopo tre ottimi dischi in autonomo, ha inciso la sua nuova creatura.
La coraggiosa decisione di registrare un intero album di cover sara' stata pure azzardata ma il risultato e', come ormai ci ha abituato, mooooolto buono.
Attingendo a piene mani dal repertorio dei suoi idoli giovanili, Lanegan guida la sua voce su schemi lontani da quelli che la gente normalmente associa agli artisti di Seattle.
Molti strumenti acustici, percussioni dal suono suadente, chitarre dal timbro retro', accompagnano i 10 pezzi che spaziano dal Dave Van Ronk della bellissima Shanty Man's Life, al Jeffrey Lee Pierce della Carry home di apertura, al Tim Hardin di Shiloh Town.
Personaggi poco conosciuti qua in Italia ma il cui impulso in una certa musica di nicchia statunitense e' stato fortissimo.
L' atmosfera evocativa che si viene a creare ci accompagna attraverso polverose strade americane, fumosi bar di frontiera e malinconiche nottate, circondati dal tintinnio di bicchieri e bottiglie.
Vedere l'artista dal vivo (io ho lo stupendo ricordo di un concerto al BinarioZero di Milano, accompagnato dal fido Mike Johnson, ex-Dinosaur Jr., e da Ben Sheperd, bassista dei Soundgarden) e' un' esperienza.
Nonostante il genere musicale sia piuttosto distante, Lanegan ricorda in certi momenti (in modo impressionante) il Jim Morrison piu' ispirato. E anche in questo disco il fantasma di quest'ultimo si aggira furtivo tra le pieghe della voce e l'indolenza di alcuni passaggi.
Insomma, un disco notturno e un po' malinconico, prodigo di emozioni a fior di pelle, da uno dei talenti piu' interessanti del grande calderone di Seattle.
A presto
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