Tornano i Manic Street Preachers.
Torna una delle ultime band capace di fare musica con profondità, con testi mai banali, anzi spesso graffianti e fortemente critici verso le abitudini della nostra società.
Nel '96 , con la sofferta ma dignitosa scelta di trasformarsi in trio, i Manics ottennero un insperato quanto meritatissimo successo con l' album "Everything must go" e da quel momento tutti eravamo curiosi di ascoltare il seguito di canzoni formidabili come "A design for life", "Australia" etc.
Con lo splendido titolo "This is my truth tell me yours" eccoci servito un disco maturo, a tratti serioso, con l' attitudine a chiudersi su se stesso più che ad esplodere in un grido di rabbia e liberazione come era stato per il suo predecessore.
Non che sia cambiato il modo di comporre e tantomeno di cantare della band ma stavolta la voce di James Dean Bradfield sembra più cercare di parlare alla gente anziché stimolarla ad un immmediato risveglio.
"If you tolerate this your children will be next" è un singolo da 10 e lode, chissa quanta gente l'avrà canticchiato dopo averlo distrattamente ascoltato tra un pezzo disco e l'altro da uno dei nostri solitamente "confusi" network....se solo avesse immaginato cosa quel cantante "arrabbiato" stesse gridando!!
Buona parte delle tredici canzoni che compongono l'album sono ballate elettriche, ma questo nel caso dei Manics non vuol dir molto, dato che hanno il raro dono di saper far impennare le nostre emozioni in qualunque momento di un qualsiasi loro brano, può capitare con la semplice e scioccante "Born a girl" così come con l'arpeggiata "You stole the sun from my heart".
"Be natural" lenta ma molto sfarzosa si fa apprezzare anche se mi pare decisamente più ispirata "You're tender and you're tired", canzone che (sono sicuro) diventerà una delle vostre preferite di sempre.
"Tsunami" è pop quanto basta per farci riemergere dalle profondità di "Ready for drowning" e dall'analisi delle canzoni non posso certo dimenticare "Black dog on my shoulder"; una lezione di romanticismo portato all'estremo con l'accompagnamento di una piccola orchestra che arricchisce il sound della band anziché, come succede a diversi altri gruppi, soffocare quelli che sono gli impulsi originari.
"Nobody loved you" non sarà certo allegra ma è una grande composizione e proprio in questo pezzo, più che in altri,vedo la modernità (nonostante tutto!) della musica dei Manics.
Il testo di "S.Y.M.M." è abbastanza esplicito circa il significato della canzone, un lento allucinato e "disturbato" che ci dovrebbe accompagnare al termine della giornata con qualche dubbio e brivido in più.
Personalmente non me la sento di caldeggiarvi a tutti i costi questo disco come avrei fatto sicuramente per "Everything must go": è impossibile per me pensare a "This is my truth..." senza che mi torni in mente l'attacco di "Elvis impersonator: Blackpool pier".
Qualcuno potrà dire che starò esagerando un po'; comunque "Everything must go" è l'album assolutamente da avere mentre "This is my truth..." è "SEMPLICEMENTE" il miglior seguito che i Manics avessero mai potuto fare.