Marlene Kuntz - H.U.P Live in Catharsis
Da Cuneo.... con rumore
I Marlene Kuntz, per i due o tre che non li conoscessero, sono quattro ragazzi di Cuneo con una particolare predilezione per sonorita', diciamo cosi', piuttosto ardite.
Uno di quei classici gruppi che si amano alla follia o si odiano senza mezzi termini. Ummmmh! Guarda caso, in famiglia io appartengo al primo gruppo, la mia compagna all' altro. Questo, come immaginerete, provoca alcuni problemucci su cui evito di tediarvi ulteriormente.
Credo siano il gruppo che ho visto di piu' dal vivo nella mia vita, testa a testa con i milanesi Afterhours.
E devo dire che, proprio nella dimensione dell'evento live, i Marlene sfoderano le loro armi migliori.
Durante i concerti si crea una sinergia fortissima tra il pubblico e i musicisti, come difficilmente accade di vedere.
Le canzoni, rispetto ai dischi in studio, si espandono, acquistano, se possibile, un' energia maggiore e, in un torrente di feedback, di chitarre che intrecciano le loro linee melodiche, si riversano come lava sui sempre numerosi spettatori.
Esagero (ma non troppo). A volte si creano momenti di pura estasi.
Contiamo anche il fatto che dopo tre dischi e innumerevoli rappresentazioni dal vivo la loro macchina scenica si e' via via perfezionata fino a raggiungere le vette di questo disco.
I brani scelti rappresentano un' ottima selezione di quanto i Marlene Kuntz possono esprimere in concerto e sono comprese anche due "spore", pezzi strumentali improvvisati (gia! improvvisati!), li', sul palco.
Devo dire che, effettivamente, il lavoro fatto e' notevole per quanto, putroppo, a mio avviso manchi sempre un qualcosa nei dischi dal vivo, quella bricola impagabile in piu' il cui gusto si puo' assaporare solo sotto al palco.
D'altronde la ripresa di un evento live non e' mai particolarmente semplice, tanto meno quella di un gruppo che all' emozione del momento, al rumore tramutato in strumento affida una buona parte della propria personalita' musicale.
Certo non e' easy listening, non il disco da regalare ai patiti (me ne scusino) di Celine Dion. Ma come non cedere alle note di "Canzone di domani" o di "Come stavamo ieri", come non farsi travolgere da "Il Vile" o da "Festa mesta"?
Assolutamente da consigliare a quanti li hanno visti almeno una volta dal vivo e si sono pentiti di non essersi nascosti nella giacca il registratore portatile...
Per gli altri rinnovo le considerazioni fatte prima, anche se, vi assicuro, una volta entrati nella dimensione dei Marlene Kuntz e' difficile uscirne non emozionati.
A presto
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