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È notizia recente che il rapper bianco, Marshall Bruce Mathers III, al secolo Eminem, è stato condannato a due anni di libertà condizionata perché accusato di aver puntato una pistola contro l'amante della moglie Kimberly :-P. Il ventottenne scapestrato ne ha fatte di tutti i colori, la sentenza potrebbe essere solo l'inizio di una lunga serie di condanne. Un giorno inveisce contro la madre, definita una drogata; un altro, contro Christina Aguilera, definita una poco di buono; un altro ancora, contro gli omosessuali. Sembra il titolo di un film di successo: "Eminem contro tutti". È il classico ruolo del rapper "gangsta". Vive costantemente al di là del confine di ciò che è lecito. Anche se trova pure il tempo e le parole per dire: "Ma quello che faccio, fondamentalmente, è sconvolgere quell'equilibrio tra le cose che la gente è solita ascoltare normalmente. Il mio scopo è di scuoterla, ma nello stesso tempo vorrei che la gente sapesse che non tutto ciò che affermo nei miei testi deve essere preso letteralmente". Butta dei macigni e nasconde la mano, Eminem. Ma pare che a nessuno freghi più di tanto. Né alla nuova generazione americana, su cui ha un ascendente estremamente influente, se è vero che The Marshall Mathers LP (secondo album dopo il triplo disco di platino The Slim Shady LP), a circa un anno dalla pubblicazione è stato venduto in diverse milioni di copie. Un po' dovunque. Né agli addetti ai lavori che lo premiano: al Brit Awards (Gran Bretagna), al Juno Awards (Canada), al Grammy Awards (USA), salvo poi prenderne le distanze. Sembrano impazziti tutti, tranne che il "matto". Il disco riassume questo dilemma, nel modo migliore. Forse per questo ha avuto tanto successo. Tra turpiloqui, offese, invettive, riesce comunque a divertire con il suo rapping così coinvolgente e violento, ricco di efficaci soluzioni melodiche (Kill You, The Way I Am, The Real Slim Shady, Drug Ballad). Riesce perfino ad illuminare la stella ridente di Dido (che pare si sia pure innamorata di lui, sic!) nel campionamento di Thank You in Stan. Diavolo e acqua santa. Alla fine colpisce nel segno. Comunque. Il fatto strano, forse, è che tantissimi giovani dicono di ritrovarsi nelle sue canzoni. È il fascino del "delinquente" o dell'innocenza rubata e violentata dalle circostanze della vita? Forse, più semplicemente (avverbio che in questo contesto mette i brividi) il mondo (una parte di esso, of course) ha ritrovato la sua vera indole nel nome di un anagramma: Eminem. I Brani:
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